DIABLERIE - "Seraphyde"
(Avantgarde/SELF)

95/100

TRACKLIST: Dystopia Show / Nervine / Float / Astronomicon / Weltschmerz / Until Death Do Us Apart / Nations Collide / Bitter Utopia / Death-Wired to the Black / Serpahyde / Oppression

Erano diversi mesi che non mi capitava di ascoltare – in ambito black metal – qualcosa come “Seraphyde”, sorprendente debut album di questo six-piece finnico in precedenza autore di un solo demo. Volendo generalizzare, possiamo dire che alla base del sound dei Diablerie troviamo le caratteristiche del black metal moderno e sinfonico (accostabili ai primi lavori dei loro connazionali And Oceans e Throes of Dawn), su cui vengono però applicate dosi più o meno ampie di elettronica legate al gusto per le atmosfere malsane, cupe e sintetiche tipiche dell’industrial ed elettrodark... non viene comunque dimenticato nemmeno quel particolare gusto melodico che – dagli esordi di Amorphis e Sentenced in poi – caratterizza sempre in maniera inimitabile la musica estrema di quelle fredde lande. I paragoni sono tuttavia proponibili solo restando nell’area del black metal... vengono fatti i nomi di Ulver ed Arcturus (anche se le similitudini si limitano ad alcune impostazioni vocali “alla Garm” ed a qualche beat elettronico), ma si potrebbero citare pure i meno conosciuti Korova ed Amsvartner: fatto sta che i Diablerie offrono un sound personalissimo e decisamente più accessibile, del quale sono totalmente padroni. Su “Seraphyde” si passa liberamente da canzoni abbastanza dirette e catchy come “Death-Wired to the Black”, “Dystopia Show” ed “Astronomicon” (che mi hanno ricordato gli svedesi Project Hate) a mid-tempo cupamente sinistri tipo “Seraphyde” o “Weltschmerz”, ma anche le splendide strumentali (in cui l’ausilio elettronico-artificiale è fondamentale) “Float” ed “Oppression”. Del tutto folle è poi “Until Death Do Us Apart”, che appare come una sorta di tributo all’istrionico Nick Cave per poi lasciarsi andare porzioni heavy e vocals femminili su una base sinfonica maestosa. Una lode va comunque fatta al cantante della band H.J.Villberg, un mutaforme capace di spaziare con abilità attraverso ogni tipo di stile (seppur coadivuato da filtri ed effetti digitali) risultando sempre convincente ed a suo agio. La produzione dell’album, dal taglio moderno e cristallino, è veramente ottima e mette in risalto ogni sfaccettatura dello stile della band (che tra l’altro offre una tecnica esecutiva decisamente notevole) ed anche la confezione dell’album (in digipak e con un corposo booklet) è di altissimo livello. Concludendo, direi che l’acquisto è obbligatorio per tutti i fan del black metal d’avanguardia, ma penso che “Seraphyde” abbia tutte le carte in regola per piacere a qualunque ascoltatore open-minded alla ricerca di un disco che unisca coraggio ed intelligenza... per quanto mi riguarda, si tratta di uno dei migliori CD estremi del 2001.

Alessio Oriani


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