DIABOLICUM - "The Dark Blood Rising"
(Code666/Audioglobe)

70/100

TRACKLIST: March of the Misanthrope / Heavens Die / Untitled / The Hatecrowned Retaliation / The War Tide (All Out Genocide) / The Dark Blood Rising / Sound of the Horns Reprisal / Bloodpsawn / The Song of Suffering / Into the Dementia / The Nemesis Speaks

Secondo lavoro per i controversi Diabolicum, giovane black metal band svedese più nota per le proprie dichiarazioni che non per la musica sin dai tempi del primo album “The Grandeur of Hell” (1999 per Napalm Records). Rispetto a tale album (decisamente mediocre, squallido e fastidioso), i Diabolicum del 2001 si presentano del tutto rigenerati con tante idee e molta convinzione - forse anche troppa - in più, aiutati da ospiti quali Jon Nodtveidt (Dissection), Dirge Rep (Enslaved), Martin Shirenc (Pungent Stench ed Hollenthon) e Wrath (Setherial e Bewitched). Dopo vari ascolti di “The Dark Blood Rising” è palese che i Diabolicum siano ora capaci di offrire un sound incredibilmente efficace, gelido fino al punto da sembrare inumano e totalmente ispirato dallo sradicamento delle forme di vita, concetto a cui inneggiano nei testi riferendosi (abbastanza esplicitamente) a guerre nucleari e non, eliminazione pianificata e via dicendo... ovvero la solita posizione fintamente “scomoda”, stereotipata e comune a tantissime altre black metal band (e per questo poco convincente), sulla quale si potrebbe discutere per ore senza neanche dover tirare in ballo il videoclip di “Bloodspawn”, censurato in quasi tutti i paesi e quindi rimosso dalla pur interessante sezione multimediale del CD. Dal punto di vista musicale, ora i Diabolicum puntano maggiormente sull’ausilio delle influenze industrial senza però comportare lo sconfinamento in soporiferi territori ambient (come ad esempio avveniva per gli esordi degli MZ.412), anzi innestandole con abilità nella componente estrema attraverso beat di matrice electro e samples metallici, stridenti e dolorosi... tuttavia, questo aspetto viene controbilanciato dal solito infantile uso di campionamenti quali marcette militari, urli di dolore, lamenti di agonia, ecc. ecc. Particolarmente interessanti sono “Heavens Die” (la vera punta di diamente del CD), “The Hatecrowned Retaliation” e “The Dark Blood Rising”, mentre la seconda metà del CD si rivela un po’ tediosa e ripetitiva (a parte la sopraccitata “Bloodspawn”). Concludendo, credo che “The Dark Blood Rising” sia a tratti davvero innocuo, vuoto e di conseguenza un po’ pretenzioso ma, al tempo stesso, è fuori questione la notevole progressione musicale (e la capacità di dar vita ad atmosfere algide e disturbanti) che i Diabolicum, così rapidamente, hanno dimostrato rispetto al precedente album... se solo i cinque svedesi crescessero un po’ per quanto riguarda l’aspetto paramusicale, potrebbero diventare una band di sicuro rilievo. In ogni caso, sono sicuro che chi ha già apprezzato il precedente album stravedrà per questo “The Dark Blood Rising”.

Alessio Oriani


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