JACOB'S DREAM - "Theater of War"
(Metal Blade/Audioglobe)

70/100

TRACKLIST: Sanctuary / Theater of War / Traces of Grace / Wisdom / The Warning / Sarah Williams / De Machina Est Deo / Black Souls / Critical Mass

I Jacob’s Dream, saliti alla ribalta con lo spettacolare ed omonimo debut album l’anno scorso, giungono alla prova del fuoco con questo secondo disco, ma purtroppo non riescono a ripetersi sugli stessi livelli qualitativi del precedente lavoro... parliamoci chiaro, si tratta sempre di un disco di discreto calibro, ma il paragone col passato si rivela decisamente sconveniente. Sarà forse per i cambi di line-up ancora freschi che hanno visto avvicendarsi nuova gente (Billy Queen e Derek Eddleblute) ai ruoli di batterista e chitarrista, ma i Jacob’s Dream oggi non sembrano essere sufficientemente in forma... compreso anche l’eccezionale singer David Taylor, il quale stavolta non appare completamente convincente nè ispirato (seppur continui a dare la polvere a dozzine d’altri, con la sua tonalità a metà strada tra Bruce Dickinson e Geoff Tate). Dal punto di vista stilistico i Jacob’s Dream rimangono sempre legati all’heavy metal melodico ed ottantiano che li guida dagli esordi (i paragoni con Crimson Glory, Iron Maiden e Queensryche se li portano appresso sin dalla prima demo), ma questa volta optano per un notevole indurimento dei suoni di chitarra e batteria ed una minor scioltezza dei riff... al tempo stesso, però, viene anche aumentata - senza che ve ne fosse la necessità, secondo me - la presenza delle tastiere e del guitar synth, con un risultato che lascia a tratti leggermente perplessi. Le canzoni migliori sono senza dubbio “Wisdom”, “The Warning”, la title-track e l’opener “Sanctuary”, mentre bisogna ammettere anche un paio di cadute di tono... ovvero la sconclusionata e noiosa “Critical Mass” e la ballad “Sarah Williams”, piuttosto stucchevole. Con un debut di altissima caratura alle spalle era davvero lecito aspettarsi qualcosa in più dal five-piece di Columbus, ma forse si tratta solamente di un piccolo ed affrettato passo falso dovuto ai cambi di formazione troppo recenti (una cosa che può capitare a tutti). Riassumendo, “Theater of War” è solamente un buon disco di heavy metal, ma purtroppo non è la spettacolare conferma che avrebbe potuto (e forse dovuto) essere.

Alessio Oriani


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