KORP - "Thorns of Centuries Unfold"
(Void/Frontiers)

20/100

TRACKLIST: The Invicible / Subterranean Treasures / Always Dying / The Quickening of Malignacy / Thorns of Centuries Unfold / Nightbreed's Quest / The Third and Last / Ages to Come / Insurrection (Empire Crowned) / Where Death in Life Embrace

Testo della recensione: bla bla blaI Korp arrivano dalla Svezia con questo loro nuovo secondo lavoro intitolato “Thorns of Centuries Unfold” (titolo tra l’altro sbagliato proprio sulla copertina del disco!), ma di certo non ne sentivamo la mancanza. Ciò che il six-piece ci offre per i cinquanta minuti di durata del CD è un black-thrash metal privo di ogni idea ed identico a mille altre band (Aggressor, War, Absu) che strizza l’occhio al death-black metal melodico dei Naglfar (ma anche Dark Funeral in certi passaggi) e si “fregia” dell’insensata - seppur limitata - intrusione del keyboard synth, non solo inutile in un disco di questo genere ma completamente dannoso (che senso hanno il break atmosferico e il tappeto tastieristico nella violenta title-track? qualcuno me lo spieghi, per favore!). La parte strumentale appare elementare e canonica, senza errori ma completamente priva di enfasi e fantasia, mentre anche la produzione non si innalza al di sopra della sufficienza. Da notare però le vocals davvero urticanti di tale Hillströms, completamente sgraziato, sbrodolante e spesso fuori registro rispetto alle linee costruite dalla band... certo, il CD è un’accozzaglia di stili senza capo nè coda quindi non stupisce che le vocals siano slegate dal resto (vogliamo forse parlare degli assoli di matrice hard rock/classic metal che spuntano fuori ogni tanto?), ma di certo i Korp non ci fanno una bella figura. Le backing vocals del batterista e di un altro membro (che non si capisce quale ruolo abbia visto che non suona alcuno strumento ma non è neanche il lead vocalist) poi sono talmente infauste da far rabbrividire... anche se una in particolare fa davvero sbellicare dalle risate (la potete sentire, ad esempio, su “Subterranean Treasures” e su “Always Dying”). In questo album non c’è un pezzo che si salvi in quanto a qualità compositive o anche solamente esecutive... ed anche il libretto fa di tutto per ispirarvi la voglia di farlo a pezzi! Continuare ad infierire massacrando questo ignobile “Thorns of Centuries Unfold” non ha molto senso, perciò chiudo qui la recensione. Ho sentito demo di gran lunga migliori...

Alessio Oriani


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