NOCTURNAL BREED - "The Tools of the Trade"
(Holycaust/Soundcave)

85/100

TRACKLIST: Give'em Hell / Slaughter Division / Resistance Is Futile / The Tools of the Trade / Down by Law / The Sabbath Man / Skeleton of Sin / Black Tooth Grin / Silvertongue Devil / Ballcrusher (W.A.S.P. cover) / Knuckledust / Scarred

Non mi ero mai trovato ben disposto verso i Nocturnal Breed sin dalle loro vecchie release come “Aggressor” (1997) o “Triumph of the Blasphemer” (1998), lavori di black-thrash metal derivativi e privi di idee, ma questo “The Tools of the Trade” si è davvero rivelato un deciso e convincente salto di qualità! Una line-up completamente nuova, che rispetto a “No Retreat... No Surrender” (1999) vede l’uscita del chitarrista Ed Dementor (ovvero il Silenoz che ormai tutti conosciamo nelle fila dei Dimmu Borgir) ed il rimpiazzo con tale Ben Hellion. Rispetto agli album precedenti, la formula dei Nocturnal Breed si è ora modificata in una sorta di thrash’n’roll con vocals estreme, ottenendo un sound accostabile senza problemi al buon “Deathrace King” dei The Crown ed anche al bistrattato “Swansong” dei Carcass... tuttavia, il riffing è innegabilmente figlio dell’immortale capolavoro dei Metallica “Kill’Em All” (per fortuna c’è ancora chi se lo ricorda!). Un’attitudine scanzonata, stradaiola, che si riflette nelle foto del gruppo (con motociclette, birra e donne nude in pieno stile Goddess of Desire) e nei testi del disco ben lontani dal “politcally correct”, a base di ubriacature, pornografia e chi più ne ha più ne metta! Può sembrare che l’aspetto da carrozzone dei divertimenti della band faccia passare la musica in secondo piano, ma non è affatto così... le canzoni di “The Tools of the Trade” sono infatti delle buonissime composizioni dall’impostazione motorheadiana: semplici, dirette, del tutto coinvolgenti grazie ad un’impostazione piena di groove, perfette per un headbanging furioso in sede live. Inoltre, rispetto alla durata di circa mezz’ora dei CD precedenti, stavolta abbiamo finalmente a che fare con quasi cinquanta minuti di materiale capace di mantenere alti l’interesse ed il coinvolgimento per parecchio tempo dall’acquisto... unica pecca da correggere, i mid-tempo un po’ troppo ripetitivi e non abbastanza catchy, ma si tratta di una critica trascurabile visto che riguarda solo due tracce su dodici! Ottima la produzione, adattissimo l’artwork, numerose canzoni al vetriolo azzeccate ed “alcoliche”... insomma, non ci sono aspetti negativi in questo “The Tools of the Trade”, il quale si configura come un lavoro quasi più adatto ad hard rockers e bikers (esistono ancora?) che non ai blacksters! Se cercate qualcosa di veramente divertente ed al tempo stesso “estremo”... beh, i Nocturnal Breed sono fatti per voi! A me è piaciuto anche più del sopraccitato “Deathrace King”!

Alessio Oriani


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