RAKOTH - "Jabberworks"
(Code666/Audioglobe)

80/100

TRACKLIST: Dying Realm / A Pass in the Ethereal / Insurgent One / Story of the Nameless / Farewell / Brightless / Return of the Nameless / Diamond Angel / Der Jammerwoch

Secondo interessante capitolo per i bizzarri ed originali Rakoth, trio russo di estrazione black metal ma dalle influenze più disparate ed insolite. A seguito del debut album “Planeshift”, questo “Jabberworks” si configura come un lavoro atipico, perchè contiene materiale nuovo misto a pezzi vecchi opportunamente ri-registrati ed arrangiati con l’ausilio della Russian Grotesque Live Orchestra (nome dietro il quale si cela in realtà la Obninsk Chamber Orchestra). Dal passato viene ripreso anche l’artwork, ripreso dalla terza demo “Superstatic Equilibrium” (1999) da cui vengono estratte “The Insurgent One” e “Farewell”... dalla seconda demo “Dark Ages Chronicle” (1997) vengono invece riesumate “Diamond Angel”, “Dying Realm”, “Story of the Nameless” e “Return of the Nameless”, mentre i restanti tre pezzi sono inediti (nonostante “A Pass in the Ethereal” risalga a tre anni fa). Dal punto di vista stilistico i Rakoth restano sempre legati alla loro sognante miscela di black metal moderno e melodico, doom metal, folk russo ed inserti sinfonici, anche se rispetto a “Planeshift” ora diminuiscono la componente estrema a favore di atmosfere più accessibili. L’apporto dell’orchestra non si rivela comunque ingombrante e decisivo come potrebbe apparire sulla carta, dato che gli strumenti classici non si intromettono poi troppo nelle composizioni originali, limitandosi ad intervenire solo in certi frangenti come supporto al resto della strumentazione... non so se questo sia un bene o un male, perchè un esperimento sulla scia di “Lingua Mortis” (mi riferisco ai tedeschi Rage) sarebbe stato senza dubbio interessante, ma forse avrebbe snaturato troppo le canzoni rispetto alla loro grezza veste iniziale (tra l’altro sconosciuta ai più). I due pezzi targati 2000 (e quindi successivi a “Planeshift”) sono sicuramente i più maturi e variegati – soprattutto la malinconica “Brightless” – ma anche le riedizioni di “The Insurgent One”, “Farewell” e “Dying Realm” (che riecheggia in parte gli Anathema ed i Beyond Dawn) non sono affatto da sottovalutare. Peccato che questo “Jabberworks” non possa godere di una produzione di alto livello e che il digipak non sia accompagnato da un libretto con i testi (tra fantasy e mitologia nordica), perchè in mezzo al marasma di uscite mediocri ed impersonali i Rakoth si meritano senza dubbio qualcosa in più degli altri...

Alessio Oriani


Ritorna a ROT 'N' ROLL ( News - Recensioni - Demotapes - Interviste - Concerti - Links - Staff - Contatti)