SIGH - "Imaginary Sonicscape"
(Century Media/SELF)

100/100

TRACKLIST: Corpsecry - Angelfall / Scarlet Dream / Nietzschean Conspiracy / A Sunset Song / Impromptu (Allegro Maestoso) / Dreamsphere (Return to the Chaos) / Ecstatic Transformation / Slaughtergarden Suite / Bring Back the Dead / Requiem - Nostalgia

Anche se ormai è passato parecchio tempo da quando i giapponesi Sigh avrebbero dovuto firmare per la DSP di Euronymus ed il decennio della band è già stato celebrato l’anno scorso, il folle trio sembra avere ancora parecchi assi nascosti nella manica... anzi, forse pure di più che in passato! Due anni di silenzio dopo il deludente “Scenario IV: Dread Dreams” (il quale faceva rimpiangere il precedente “Hail Horror Hail” del 1997), i Sigh rompono il deal con la Cacophonous (label che sembra ormai destinata all’oblio) e passano alla Century Media realizzando questo ottimo ed originalissimo lavoro. Come tradizione la line-up non presenta cambiamenti e quindi il trademark dei Sigh resta forte e definito, a dispetto dell’impressionante rosa di sonorità - tra le più disparate - presenti in quest’album dal titolo azzeccatissimo, alla luce dei sessanta minuti di musica che compongono questo paesaggio sonico immaginario! Rimane il retaggio black metal (seppur sempre più fievole), che in ogni canzone viene accostato a elementi distanti o addirittura opposti come progressive rock psichedelico, NWOBHM, acid-jazz, rock’n’roll ed un pizzico di orchestrazioni sinfoniche... una miscela sorprendentemente coerente e del tutto riuscita, rodata nel corso degli anni, capace di creare un assurdo, maligno e disturbante trip audio-visuale (una traccia su tutte: “Slaughtergarden Suite”). Buonissima la prova di Satoshi, Mirai e Shinichi, che non si basa affatto sulla tecnica esecutiva ma piuttosto sulla padronanza degli strumenti attraverso i diversi generi musicali intrapresi e la sperimentazione degli stessi: oltre ai soliti basso, batteria e chitarre abbiamo tutta un’altra serie composta da sax, vintage synths (moog, hammond, ecc.), flauto ed armonica... per non parlare dei samples, dei loop e dei beat elettronici o trip-hop (pensiamo ad esempio a “Nietzschean Conspiracy”)! Non fatevi però ingannare da questo folle elenco di suoni, perchè “Imaginary Sonicscape” resta comunque un disco metal... di certo assurdo, fuori dagli schemi, malsano, ma pur sempre un album le cui radici sono innegabili (e non come nelle ultime produzioni degli Ulver, ad esempio), a partire da una buona dose di riff sabbathiani e dalle immancabili vocals in growling. Vogliamo chiamarlo progressive black metal? Non c’è problema! Ammetto di essere letteralmente impazzito per questo “Imaginary Sonicscape”, un album da scoprire ascolto dopo ascolto, traboccante di idee e trovate geniali (alcune anche divertenti e scanzonate come “A Sunset Song”, a metà tra pop rock e dance anni ’70!)... purtroppo, temo che il CD verrà sottovalutato ed ignorato dalla solita massa di ciechi conservatori che non accettano la comunione tra concetti come “coraggio”, “arte” e “rischio”.

Alessio Oriani


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