SONATA ARCTICA - "Silence"
(Spinefarm/Audioglobe)

70/100

TRACKLIST: ...of Silence / Weballergy / False News Travel Fast / The End of This Chapter / Black Sheep / Land of the Free / Last Drop Falls / San Sebastian (revisited) / Sing in Silence / Revontulet / Tallulah / Wolf & Raven / The Power of One

Dopo il discreto – seppur pluriosannato e sopravvalutato – esordio “Ecliptica” (1999) ed un paio di EP, ecco tornare i fratelli minori degli Stratovarius con dodici nuovi pezzi di power metal melodico. Seppur il primo disco non mi avesse per nulla sorpreso, data l’originalità pari a zero ed il manierismo imperante, va ammesso che attualmente i Sonata Arctica, pur restano dei cloni quasi totali (e su questo non ci piove) della band di Tolkki e Kotipelto, ci stanno offrendo una prova assai migliore degli attuali Stratovarius... o per meglio dire, dei loro album successivi a “Visions”. “Silence” sarà pure un album iper-prodotto, iper-arrangiato, iper-studiato e praticamente privo di qualsivoglia pecca formale o esecutiva, ma ciò non toglie che i Sonata Arctica restino una band la quale – a livello stilistico – non ha ancora molto da dire, se non ripetere forse in maniera migliore ciò che altri hanno già detto in passato. Prendendo però in considerazione il target e la classificazione della band nell’area del power metal melodico, questo fattore in realtà rappresenta un vantaggio ed un’ulteriore garanzia di qualità, piuttosto che un difetto... per quanto mi riguarda ciò non è di certo un aspetto positivo, ma la rapida ascesa della band sembra dimostrare il contrario e quindi mi faccio da parte. Resta il fatto che “Silence” è senza dubbio un lavoro assai superiore al precedente (per motivi puramente formali e per un’esecuzione nettamente migliore sotto il profilo tecnico), per cui se avete apprezzato “Ecliptica” potete già uscire di casa ed andarlo a comprare senza finire di leggere questa recensione. Non aspettatevi comunque alcuna novità, perchè i pezzi dei Sonata Arctica sono fondamentalmente fatti sempre della pasta: doppia cassa, melodie e ritornelli ultra-orecchiabili (derivati dagli Europe, direi) da canticchiare sotto la doccia, tastiere a profusione ed un guitarplaying più o meno neoclassico (ma senza scomodare nessun grosso nome). Questa volta però, in alcuni episodi, la band di Toni Kakko ha per fortuna optato per un approccio un po’ più variegato, alternando meglio i vari elementi del proprio sound e realizzando buone tracce come “The End of This Chapter”, “Sing in Silence” e soprattutto “The Power of One”, le quali fanno ben sperare che i Sonata Arctica possano in futuro diventare sul serio una band di prima classe, con proprie idee ed uno stile personale. “Silence” dura poco più di un’ora ed è prevalentemente composto da pezzi tanto veloci e diretti quanto prevedibili e lineari come “Black Sheep”, “San Sebastian” e “Weballergy”... l’unica eccezione è rappresentata da “Wolf & Raven”, davvero coinvolgente e ben strutturata. Una nota a parte va poi fatta per i testi, come al solito banali e vagamente sgrammaticati, che si vanno ad aggiungere ai lati negativi del CD insieme alle due semi-ballad smielate e soporifere, che stavolta si chiamano “Talluah” e “Last Drop Falls” e non offrono nulla di diverso rispetto a dozzine di altre canzoni simili. Sembrerà strano, ma al di là di questi difetti “Silence” si rivela comunque un appuntamento immancabile per tutti i fan del genere (e soprattutto degli Stratovarius!)... a questo punto, speriamo solo che prima o poi arrivi una vera maturità artistica!

Alessio Oriani


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