SVARTSYN - "His Majesty"
(Sound Riot/Soundcave)

70/100

TRACKLIST: Apocalyptic Prophecy / Dungeons / Tunnels of His Majesty / It Breathes / Negromantic Flesh / I'm Cleopatra's Killer

Sarei disonesto se dicessi che mi aspettavo qualcosa di buono dagli svedesi Svartsyn, band attiva da parecchi anni a livello underground in cui milita il drummer Draugen (ex-Dark Funeral), perciò devo ammettere che questo “...His Majesty” ha rappresentato per me una discreta sorpresa. Il genere proposto dal trio guidato dal chitarrista Ornias è un black metal grezzo e tirato, influenzato nel profondo dal thrash più aggressivo e violento ma decisamente cupo, gelido e convincente... e chi l’avrebbe mai detto? I richiami al passato si sprecano, ma per evitare paragoni improponibili si può dire che gli Svartsyn si avvicinano agli esordi più raw dei loro connazionali Thy Primordial (una band da non sottovalutare assolutamente!) e degli stessi Dark Funeral (ma quelli dell’omonimo EP datato 1994) o, in maniera più vaga, anche al periodo più creativo e valido dei Marduk (quello di “Those of the Unlight”). I canoni del genere - nella loro accezione più primitiva - ci sono tutti: drumming ossessivo, un rifferama interminabile ed alienante, assenza quasi totale di assoli, produzione low-fi (ma non troppo), vocals riecheggianti e satanismo a profusione... e non mancano nemmeno le foto col corpsepaint, in un libretto completamente nero in ogni dove! Solitamente mi capita di condannare le band che non fanno altro che riciclare le idee generate da altri, ma questo pare proprio uno di quei casi in cui il gruppo dimostra di conoscere bene la materia e, soprattutto, si fa forte di una grande convinzione ed una fiera dedizione al genere. Dopotutto è la musica a parlare, e le qualità vengono testimoniate dai sei pezzi presenti nell’album (tra cui spiccano “I Am Cleopatra’s Killer” e “Dungeons”), della durata media di sei minuti l’uno, i quali sono decisamente ben strutturati pur essendo assai minimali e - diciamocelo chiaramente - stereotipati. “...His Majesty” sarà pure totalmente privo di novità ed originalità, però scorre via con piacere e senza stancare (anche se non si può certo dire che sia un prodotto longevo). In sostanza, abbiamo a che fare con un disco senza grosse pretese, riservato ai nostalgici ed ai maniaci del genere... un disco capace di far inorridire i neofiti e far felici i detrattori del genere in questione.

Alessio Oriani


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