DARK FUNERAL - "Diabolis Interium"
(No Fashion/Audioglobe)

80/100

TRACKLIST: The Arrival of Satan's Empire / Hail Murder / Goddess of Sodomy / Diabolis Interium / An Apprentice of Satan / Thus I Have Spoken / Armageddon Finally Comes / Heart of Ice

Si erano quasi perse le tracce degli svedesi Dark Funeral: il loro ultimo full-lenght “Vobiscum Satanas” (beata ignoranza - l’esatta dicitura è “Satanas Vobiscum”, ma si sa che uno dei trademark di certi black metallers è proprio quella di voler dimostrare conoscenze letterarie e/o storiche buttando giù degli sfondoni da capogiro... inizio a credere che si tratti di un trend!) risaliva infatti al lontano 1997, e da allora i nostri hanno pubblicato solo il mini “Teach Children to Worship Satan” e la ristampa del loro primo EP. Ebbene, nell’ultimo quarto del 2001 arriva questo “Diabolis Interium”... come si presentano i Dark Funeral nel nuovo millennio? Decisamente oltre le più rosee aspettative! Chi li voleva morti per consunzione (un po’ come sta accadendo ai Marduk) dovrà ricredersi infatti – a differenza dei loro compaesani che hanno sfornato un disco inutile e svogliato come “La Grande Danse Macabre” – i Dark Funeral si presentano in gran forma, regalandoci finalmente un sound più variegato e meno monolitico: sfido chiunque a distinguere ad orecchio i vari brani del pur valido “Vobiscum Satanas” o del precedente “Secrets of the Black Arts” (per altro bellissimo) l’uno dall’altro! Finalmente, i nostri Dark Funeral hanno deciso di dare maggiore personalità e dinamismo alle loro sempre velocissime composizioni... intendiamoci, i Dark Funeral sono sempre riconoscibilissimi e sicuramente “Diabolis Interium” non sarà ricordato come il miglior disco black metal del 2001 (nella mia personale classifica per il momento vincono Khold e Thorns, in attesa dei Darkthrone), ma si tratta comunque di un grande passo avanti. I brani sono molto più vari, dinamici, costruiti in maniera differente rispetto al passato: non si cerca solo di distruggere tutto e tutti con la sola velocità ma anzi, a tratti, ci sono dei rallentamenti, dei mid-tempo, ed alcuni brani hanno una struttura decisamente thrashy... molto, molto meglio che in passato! Unico neo la bruttissima copertina ed i titoli delle canzoni veramente stupidi ed infantili, ma non si può avere tutto. Vorrei comunque aggiungere che un disco come questo, seppur valido, non rappresenta proprio nulla di nuovo... questo tipo di black metal è praticamente alla frutta e probabilmente lo è l’intera scena black. Forse è solo una mia impressione, ma se vado a posare gli occhi su dischi come “Storm of the Light’s Bane” dei Dissection, “Ceremony of Opposites” dei Samael oppure l’intera discografia di Satyricon e Darkthrone mi viene da pensare che stiamo messi proprio male. Un disco così lo accetto solo perché viene da una band storica.

Andrea Flavioni


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