KOROVAKILL - "Waterhells"
(Red Stream/Soundcave)

70/100

TRACKLIST: Birth / Waterhells / Drown Symphony / Into the Underwhirls / The Bleeding Lap of Undines / Blue Thrones... / All Statues Leave Their Stones / The Shadowhordes / It's a Fool's World / Lord Golden Blizzard / Within the Sunstorm / Through Neptune's Broken Nets

Dopo due album a nome Korova (“A Kiss in the Charnel Fields” e l’ottimo “Dead Like an Angel”), la band austriaca di Christof Niederwieser cambia nome e si trasforma in Korovakill, rilasciando questo terzo full-length dal titolo “Waterhells”: un concept album dalla storia fantasiosa ed intrigante, che vede sei marinai naufragare nel mare del tempo tra vita e morte, sogno e realtà. Purtroppo, della lucida follia che pervadeva il black metal sinfonico del precedente “Dead Like an Angel” (1998) è rimasto ben poco, e questo nuovo “Waterhells” si pone un po’ al di sotto dei suoi predecessori. L’album è composto da dodici tracce, di cui solo otto sono vere e proprie canzoni: pezzi molto variegati e stilisticamente diversi, ma nella maggior parte dei casi di per sè semplici e lineari (a differenza delle vecchie ed articolatissime tracce di almeno sei minuti)... inoltre, la componente black metal è stata ridotta parecchio (si può riscontrare solamente su quattro tracce) a favore di commistioni con altri generi. Da un lato troviamo ancora tracce molto interessanti, originali e ben strutturate come “It’s a Fool’s World”, “The Shadowhordes” o “Within the Sunstorm”, ma dall’altro ci sono anche un po’ di canzoni inconcludenti e ripetitive tipo “Lord Golden Blizzard”, “Drown Symphony” o “The Bleeding Lap of Undines”, che impediscono all’album di mantenere alto lo stendardo dei Korova. Come accadeva anche per i precedenti album usciti su Napalm Records, la produzione è piuttosto scarna e priva di bassi, ma si rivela molto adatta allo stile della band (il quale resta comunque distinguibile a discapito delle novità introdotte). Ottima comunque l’esecuzione strumentale, con melodie suadenti abbinate a ritmiche piuttosto contorte e nevrotiche, mentre il fulcro della proposta restano comunque le vocals istrioniche di Christof: a tratti growling, poi screaming, dopo pulite ed infine declamatorie o teatrali, riesce ad impersonare diverse parti cambiandole in continuazione (solo a tratti viene supportato da female vocals). Sia chiaro, “Waterhells” non è per niente un CD da scartare, ma purtroppo risente della pesante eredità di “Dead Like an Angel”, album del quale sembra solo una fotocopia sbiadita. Tuttavia, i Korova sono una band da non sottovalutare affatto e credo che questo CD possa essere relativamente considerato solo come una leggera caduta di tono... speriamo bene per la prossima release.

Alessio Oriani


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