MOONSPELL - "Darkness and Hope"
(Century Media/SELF)

90/100

TRACKLIST: Darkness and Hope / Firewalking / Nocturna / Heartshaped Abyss / Devilred / Ghostsong / Rapaces / Made of Storm / How We Became Fire / Than the Serpents in my Arms / Os Señhores da Guerra

Dopo due anni di silenzio dal precedente “The Butterfly FX”, controverso quarto album della band portoghese, ecco tornare il combo guidato da Fernando Ribeiro con il nuovo lavoro “Darkness and Hope”, album che segna l’ennesima sterzata stilistica. Ancora prima dell’uscita del disco, “Darkness and Hope” è stato già ribattezzato come un secondo “Irreligious”, come un ritorno alle sonorità che hanno reso famoso il five-pice di Lisbona... tuttavia, alla luce di numerosi ascolti, credo che questa sia solo una frase “ad effetto” per richiamare all’ovile tutti quelli che avevano smesso di interessarsi ai Moonspell con “Sin” (1998). “Darkness and Hope” è a tutti gli effetti il nuovo album dei Moonspell e non si configura affatto come un riciclo del passato, piuttosto come un ripescaggio di certi elementi da tempo accantonati, a fianco di una maturazione avvenuta anche grazie ai bistrattati “Sin” e “The Butterfly FX”... certo, un pezzo come “Firewalking” non fa altro che richiamare alla mente classici come “Ruin & Misery” e “Opium”, ma al tempo stesso tracce sulla scia di “Devilred”, “How We Became Fire” o “Nocturna” non sarebbero mai nate se i Moonspell avessero continuato la via di “Irreligious”. Ciò che comunque viene ripreso dal passato non sono tanto le sonorità, quanto piuttosto le atmosfere decadenti e luciferine ed un approccio molto più fisico e genuino agli strumenti, con le sperimentazioni elettroniche ed industrial messe da parte a favore di un’esecuzione più umana e – forse è proprio il caso di dirlo – carnale. E’ solo sotto questo punto di vista, e non da quello formale, che il nuovo lavoro dei Moonspell si ricollega ad “Irreligious”, anche grazie alla sapiente produzione di Hiili Hiilesma realizzata ai Finnvox Studios. Il songwriting si mantiene infatti piuttosto lineare e vicino a quanto fatto in “Sin”, con un’impostazione catchy che – forse proprio grazie alla produzione – a tratti richiama alla mente gli stessi HIM ed i Sentenced di “Crimson” (ascoltiamo ad esempio “Darkness and Hope” o “Heartshaped Abyss”). Le undici tracce presenti sul CD sono comunque molto variegate e si passa da “Ghostsong”, una semi-ballad ultra-soft da classifica, a “Rapaces” e “Made of Storm”, due mid-tempo cupi ed aggressivi, mentre purtroppo non esiste un vero e proprio apice. Ciononostante, “Irreligious” e “Wolfheart” (il capolavoro assoluto) restano a debita distanza, ed è davvero improbabile che “Darkness and Hope” possa far cambiare idea a chi ha ormai posto la band nel dimenticatoio. Se però fate parte di quella schiera di fan che hanno continuato ad interessarsi ed apprezzare le evoluzioni della band, allora per voi “Darkness and Hope” potrà facilmente definirsi come il miglior disco dei Moonspell degli ultimi quattro o cinque anni... per quanto mi riguarda, lo pongo allo stesso livello delle precedenti due prove in studio: nè migliore nè peggiore, solamente diverso.

Alessio Oriani


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