SHINING - "Within Deep Dark Chambers"
(Monument/Soundcave)

80/100

TRACKLIST: Reflecting in Solitude / Stonelands / Vita Detestabilis / Ren Djävla Ångest / Inisis / And Only Silence Remains...

Come già accadeva lo scorso anno con il fantastico “Strange Old Brew” dei Carpathian Forest, stavolta tocca agli svedesi Shining fare piazza pulita di ogni traccia dell’estate (sole? mare? divertimenti? ...a morte tutto ciò!) grazie a questo capolavoro di black metal old-style gelidamente atmosferico, affilato come la lama di un samurai e nero come la notte. Sei canzoni dalla durata media di otto minuti l’una, costruite con perizia ed uno sviluppo lento ed ipnotico (prevale la forma del mid-tempo arricchito da accelerazioni), sono contenute in questo "Within Deep Dark Chambers", un album tanto pervaso dall’odio e dalla malvagità quanto legato alla malinconia ed all’introspezione. Inutile, in questa sede, parlare di tecnica strumentale e capacità esecutive: sono aspetti che passano totalmente in secondo piano di fronte al songwriting ed alle suggestioni create dalla musica, oltre ad essere dei requisiti assolutamente trascurabili in relazione al genere musicale di appartenenza (definito dalla band “Svensk Misantropisk Svartmetall”, ma che possiamo tranquillamente bollare come “True Black Metal”, sebbene il four-piece non sia norvegese). Dal punto di vista stilistico, il punto di riferimento sembra essere il periodo di Burzum a cavallo tra “Det Som en Gang Var” e “Hvis Lyset Tar Oss” (a mio avviso il migliore... altro che le boiate prodotte in seguito, “Filosofem” compreso!), ma in realtà gli Shining hanno un sound più etereo ed atmosferico, tenendosi a distanza un po’ da tutti gli altri. Se da un lato è vero che stiamo parlando di un album grezzo e minimale, per fortuna non abbiamo comunque a che fare con una produzione da scantinato attrezzato con un quattro piste... ovviamente, il tutto gioca a favore della band, la quale riesce a mantenersi convincente e sufficientemente personale senza tradire i canoni del genere. Molto particolare in tal senso è poi l’uso del basso, che viene innalzato ad un ruolo di prim’ordine anzichè a semplice accompagnamento ritmico e dotato di un suono davvero macilento! Purtroppo, le prime volte si soffre un po’ per la notevole ripetizione di certi riff, ma questo è un aspetto che verrà dimenticato e stemperato con gli ascolti successivi, una volta che vi sarete perfettamente ambientati (a dire il vero, verrete ipnotizzati) nella dimensione mortale degli Shining. Mi sento di consigliare caldamente questo lavoro a tutti gli ammiratori del black metal vecchio stampo, ricordandovi comunque che non vi troverete a che fare con materiale particolarmente nuovo o originale... ma dannatamente ben fatto!

Alessio Oriani


Ritorna a ROT 'N' ROLL ( News - Recensioni - Demotapes - Interviste - Concerti - Links - Staff - Contatti)