VII ARCANO - "Inner Deathscapes"
(Warlord/SELF)

80/100

TRACKLIST: Intruding / Anticlockwise Circle Of Dying / Of Suicidal Age / The Inner Deathscape / Echo Calling / Fog Path / Release Into Anguish / Necrotica Art - The Performance / Streams of Paranoia / Descending

Nel linguaggio dei tarocchi il settimo arcano rappresenta in linea generale il trionfo e la vittoria o, più poeticamente, la sottomissione degli elementi e della materia all’intelligenza che li domina. Un concetto forte e deciso, che si sposa abbastanza bene con la proposta musicale della band romana su questo “Inner Deathscapes”. Dopo una serie di demo ed un sette pollici con diversi monicker e line-up (se la memoria non mi inganna) i VII Arcano giungono al tanto agognato full-length, e va davvero ammesso che i risultati raggiunti dal four-piece giustificano questa lunga attesa. Registrato ai romani Outer Sound Studios (i quali iniziano a farsi strada nel panorama dei dischi veri e propri, dopo aver dimostrato una superiorità assoluta nelle auto-produzioni demo), questo “Inner Deathscapes” è una mazzata in faccia che farà la felicità di tutti coloro i quali aspettano una new-sensation in ambito thrash-death. Già dall’intro (davvero ben studiata) e soprattutto con l’opener “Anticlockwise Circle of Dying”, i VII Arcano dimostrano di essere devoti solamente a Slayer ed At the Gates, ponendosi (con le dovute differenze) come un immaginario punto intermedio tendente alla Svezia. Ottima la produzione, davvero cruda e potente, che mette in risalto il riffing incessante e frenetico della band. Al polo positivo vanno le vocals adattissime alla musica e del tutto convincenti (tranne quando vengono tentati dei passaggi in screaming high-pitched), mentre su quello negativo è da mettere il drumming leggermente caotico e – ripensando alla prova live – fin troppo preciso per essere genuino (ma non c’è da scandalizzarsi). “Inner Deathscapes” è un disco violentissimo, che sotto ogni punto di vista non ha niente da invidiare a quanto viene fatto all’estero in ambito thrash-death (pensiamo al calderone composto da Carnal Forge, The Crown, Hatesphere, Shadow, Corporation 187 e dozzine d’altri), ponendosi tra l’altro come discreto emulo degli impareggiabili The Haunted. Come già detto in precedenza, il punto di riferimento resta comunque quanto ideato dai fratelli Bjorler su “Terminal Spirit Disease” e “Slaughter of the Soul”... impossibile negarlo, dopo aver ascoltato pezzi come “Of Suicidal Age”, “Echo Calling” o “Release Into Anguish”! Riff spigolosi e privi di fronzoli, che non si lasciano abbindolare da facili melodie e fanno da supporto ad una buonissima performance vocale, per mezz’ora in cui non avrete un momento di sosta o uno spiraglio di luce: questo è in poche parole “Inner Deathscapes”... non vi basta? Caldamente consigliato agli amanti del genere, che – Necrodeath a parte – ora possono contare su qualcos’altro di valido anche in patria...

Alessio Oriani


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