DARKTHRONE - "Plaguewielder"
(Moonfog/Audioglobe)

90/100

TRACKLIST: Weakling Avenger / Raining Murder / Sin Origin / Command / I, Voidchanger / Wreak

Disco difficile da interpretare, questo “Plaguewielder”... a parte il fatto che il mio giudizio verso la band in questione è sempre stato severamente di parte, è indubbio che l’album in questione stia rimettendo del tutto in gioco l’identità della band di Fenriz e Nocturno Culto (ovvero Gylve Nagell e Ted Skjellum). Chi sono in realtà i Darkthorne... una death metal band che si è divertita a giocare con l’intero carrozzone del black metal, o una true black metal band che ha scoperto la propria vocazione solo dopo un esordio in seno al death metal? Forse non lo sapremo mai o forse non vale nessuna delle due ipotesi, fatto sta che “Plaguewielder” è fatto di una serie di elementi che, partendo dal precedente “Ravishing Grimness”, trovano origine nel passato della band andando a ritroso fino al mitico “A Blaze in the Northern Sky” e all’ingiustamente rinnegato “Soulside Journey” (che tra l’altro resta il mio preferito), tenendo a debita distanza gli obbrobri composti nel periodo 1994-1996 dopo l’abbandono della Peaceville. “Plaguewielder” – suonerà forse strano – è un disco ben suonato e ben prodotto (compatibilmente agli standard dei Darkthrone, sia chiaro), che dà il bentornato ad un modo di suonare per nulla minimale e lineare, tipico dei primi passi della band... anche se la mancanza di Ivar Enger si fa sentire come al solito, Nocturno Culto ora riesce a sorprendere per l’imprevedibilità e l’elaboratezza di alcuni passaggi di chitarra, mentre Fenriz ricomincia ad offrirci un drumming per nulla statico e – va sottolineato – splendidamente acustico. Ottima la produzione, che riesce a mantenere il feeling grezzo ed estremo del black metal di una volta, senza per questo rinunciare all’intelligibilità ed alla profondità dei suoni... in particolare nelle parti più cadenzate e riflessive, abbiamo a che fare con una sorta di “Ravishing Grimness” più melodico, riveduto ed arricchito. La similitudine col precedente lavoro non finisce qua, perchè anche stavolta abbiamo a che fare con solo sei tracce, a loro modo raffinate e sempre sviluppate con un’apparente lentezza ipnotica ed una devozione verso i Celtic Frost. Tuttavia, non c’è proprio paragone con il pur valido predecessore... “Plaguewielder” lo batte su tutti i fronti! Probabilmente, molti storceranno il naso di fronte a questa svolta dei Darkthrone e rifiuteranno una maturità artistica che da troppo tempo tardava ad arrivare, identificandola con immondizia del calibro di “Panzerfaust” o “Total Death”, ma poco importa. “Plaguewielder” è, inoltre, un album che non si limita a sè stesso: sono sicuro che gli echi delle note di pezzi come “Wreak”, “Voidhanger” o “Sin Origin” daranno vita ad un vero e proprio terremoto nel panorama black metal, smuovendo la terra alla ricerca di altri bambini-prodigio del calibro dei Khold... a voi non resta che ascoltarlo ed acquistarlo, perchè una recensione, per quanto approfondita, non può rendere giustizia ad un disco così carico di atmosfere, ricordi e sensazioni forti.

Alessio Oriani


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