EDGUY - "Mandrake"
(AFM/Audioglobe)

90/100

TRACKLIST: Tears of a Mandrake / Golden Dawn / Jerusalem / All the Clowns / Nailed to the Wheel / The Pharaoh / Wash Away the Poison / Fallen Angels / Painting on the Wall / Save Us Now / The Devil & the Savant

Me lo sentivo che il nuovo album dei tedeschi Edguy avrebbe cambiato le carte in tavola... non tantissimo forse, ma di quel poco che basta per non essere bollati come gruppo dedito al riciclo di materiale proprio ed altrui. Dopo “Theater of Salvation” (1999), disco sì bello ma a tratti troppo freddo e derivativo se paragonato al ben più vitale “Vain Glory Opera” (1998), il rischio di auto-rinchiudersi in un vicolo cieco stilistico era fortissimo... ma a quanto pare Tobias Sammet ne sa una più del diavolo, e lo dimostra anche il suo validissimo “Avantasia: The Metal Opera”. Cinque gli anni sulle scena power metal, e cinque le release discografiche senza contare la reincisione del debut “Savage Poetry”: un’attività incessante corredata da molti tour, che sembra giovare al five-piece di Fulda di volta in volta... non c’è che dire, altri ne sarebbero rimasti schiacciati o se non altro avrebbero destato sentimenti di “Oh, no! Ancora un altro album!” tra gli ascoltatori, mentre per “Mandrake” non accade niente di tutto questo. Niente paura, il titolo non si riferisce al mago dei fumetti ed al suo aiutante di colore, ma è ovviamente legato alla mandragora officinarum, radice dalle supposte proprietà magico-sciamaniche nonché narcotico velenoso. Grazie anche al sapiente mixaggio di Mikko Karmila ai Finnvox Studios, gli Edguy stavolta impartiscono una bella lezione di power metal melodico a tutto il marasma di band dedite a questo genere, effettuando un abile salto in avanti: in questo modo la band risulta interessante e rinnovata, ma senza dover rinunciare al proprio trademark. Quello che gli Edguy ci propongono con “Mandrake”, ovvero un’impostazione con più groove e pesantezza del suono, non è di per sé una novità, ma appare tale in quanto gli Edguy hanno sempre preferito un approccio più speed... inoltre, la voglia di emulare gli Helloween dei due “Keepers” (fortissima sul precedente album) sembra essere stata messa da parte, con il risultato di ottenere un sound più personale e coinvolgente. Fatta eccezione per la pessima “Save Us Now” (unica nota negativa del disco), le speed songs di “Mandrake” non sono tuttavia la solita solfa prevedibile con melodie ridicole, ma hanno senza dubbio una marcia in più rispetto a quanto fatto abitualmente nel genere: sto parlando di “All the Clowns”, “Fallen Angels”, “Golden Dawn” e dell’aggressiva “Nailed to the Wheel”. Immancabili anche la ballad “Wash Away the Poison” (davvero niente male) e la suite da dieci minuti “The Pharaoh”, ma sono comunque i mid-tempos a farla da padrone grazie a tracce come “Jerusalem”, “Tears of Mandrake” (questa dal vivo farà sfaceli) e “Painting on the Wall”, tutte composizioni ottimamente strutturate ed arrangiate. Per concludere, posso dire che “Mandrake” è il miglior disco degli Edguy assieme a “Vain Glory Opera”: due lavori assai diversi, quasi complementari in un certo senso, ma entrambi bellissimi. Mentre gli Edguy si preparano a partire in tour come headliner (e a conti fatti se lo meritano proprio), voi fareste bene a prendere questo disco... non vorrete mica farvi cogliere impreparati sui pezzi nuovi, no?

Alessio Oriani


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