IMPALED NAZARENE - "Absence of War Does Not Mean Peace"
(Osmose/Audioglobe)

80/100

TRACKLIST: Stratagem / Absence of War / The Lost Art of Sacrificing / Prequel to Bleeding / Hardboiled and Still Hellbound / Into the Eyes of the Storm / Before the Fallout / Humble Fuck of Death / Via Dolorosa / Nyrkilla Tapettava Huora / Never Forgive / Satan Wants You Dead / The Madness Behind

Un altro disco, un’altra line-up, altre coordinate stilistiche: quei folli provocatori degli Impaled Nazarene stupiscono ancora una volta, e lo fanno nel modo più inaspettato possibile ovvero attraverso l’uso della melodia e con tonnellate di ironia. Il precedente album “Nihil”, una mazzata di black-punk-thrash dalla portata indescrivibile, è già indietro anni luce, con il suo atteggiamento distruttivo verso tutto e tutti. Con “Absence of War” si torna a sorridere malignamente, già a partire dalla copertina e dalle nuove photo-sessions, perché forse è proprio questo che gli Impaled Nazarene sanno fare meglio. Riprendendo la velocità esecutiva di “Nihil” e le sonorità più vicine all’heavy metal ed hard rock tradizionale di “Suomi Finland Perkele”, la band guidata da Mika Luttinen sforna il suo settimo full-length di “nuclear cyberpunk metal” ed i risultati sono ottimi. Tolti dalla formazione il bassista Jani Lehtosaari ed Alexi Laiho dei Children of Bodom, è ora il momento di rimpiazzarli con Mikael Arnkil (non lo ricorderà quasi nessuno, ma era il batterista degli Amorphis ai tempi delle demo!) ed il chitarrista Teemu Raimoranta (proveniente dai grandiosi Finntroll ed ex-Thy Serpent), musicisti capacissimi di dare una nuova dimensione al sound della band. Senza sosta e cedimenti, gli Impaled Nazarene sfornano tredici nuove tracce per un totale di trentasette minuti, rendendo “Absence of War” il loro lavoro di, ehm... durata maggiore! Una decina di canzoni veloci, dalla struttura lineare e facilmente memorizzabile, che si costruiscono su riff notevolmente melodici (il lavoro di basso e chitarra ritmica può addirittura ricordare il punk-hardcore melodico da classifica!) e vengono sostenute dalle graffianti vocals di Mika Luttinen, sempre abrasive ma aderenti a linee vocali che potreste anche cantare sotto la doccia! Il titolo “Absence of War Does Not Mean Peace” è in questo senso adattissimo, per un lavoro dedicato a chi si aspetta dagli Impaled Nazarene solo violenza e cattiveria... tra l’altro, se veniamo avvertiti che ciò non significa la pace, vorrà dire che il prossimo disco sarà di nuovo un carnaio senza ritegno! In ogni caso, i pezzi più divertenti (perché stavolta è proprio il divertimento l’unica regola fissa) del CD sono la trilogia di “Prequel to Bleeding”, “Hardboiled and Still Hellbound” ed “Into the Eye of the Storm”, oppure anche “Via Dolorosa”, “Humble Fuck of Death”, “The Madness Behind” (spettacolari i testi!) e “Never Forgive”, unica traccia dal ritmo moderato. Un disco perfetto per una festa alcolica, o per un viaggio in una macchina piena di gente, da affiancare di corsa a lavori come “The Tools of the Trade” dei Nocturnal Breed e “The Fire and the Wind” dei Demoniac. Genio e sregolatezza, è così che ci hanno abituato gli Impaled Nazarene, ed è così che continuano a lavorare dopo dieci anni di onorata carriera. Da amare o da odiare, senza via di mezzo...

Alessio Oriani


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