TRISTANIA - "World of Glass"
(Napalm/Audioglobe)

50/100

TRACKLIST: The Shining Path / Wormwood / Tender Trip on Earth / Lost / Deadlocked / Selling Out / Hatred Grows / World of Glass / Crushed Dreams / The Modern End

La curiosità e le aspettative verso questo “World of Glass”, terzo full-length dei norvegesi Tristania, erano altissime: nulla di strano, visto il successo di un lavoro così ricco e spettacolare come “Beyond the Veil”, che gli ha fruttato consensi un po’ in tutto il mondo rivelandosi uno dei migliori dischi di gothic metal del 1999. Gothic metal, ma non solo, perchè rispetto all’ingenuo mini d’esordio ed al debut “Widow’s Weeds” (in cui la band faceva il verso a Theatre of Tragedy e simili), i Tristania hanno saputo aggiungere progressivamente degli elementi che vanno dall’industrial al death e black metal melodico, aumentando al tempo stesso le connotazioni sinfonico-teatrali. La band sembra non essersi affatto demoralizzata per la perdita del chitarrista-cantante fondatore della band Morten Veland, temporaneamente rimpiazzato nel growling da Ronny Thorsen (dei Trial of Tears) affiancato da altri due vocalist (Østen Bergoy e Jan Kenneth Barkved) che si occupano delle clean vocals... non gli unici ospiti, perchè in “World of Glass” è coinvolto anche il violinista Pete Johansen proveniente dai The Scarr. Come è logico che sia, il punto di forza dei Tristania restano comunque le female vocals di Vibeke Stene, sempre più eteree, poliedriche e contrapposte alla materia heavy presente nell’album. Tuttavia, la magia dei due dischi precedenti non c’è più (impossibile sapere quanto di questo dipenda dalla dipartita di Morten), perchè “World of Glass” manca spesso di coerenza ed ispirazione, non riuscendo ad amalgamare in maniera convincente gli elementi tipici del Tristania-sound come invece accadeva su “Beyond the Veil”. Ascoltando l’album, si incontrano infatti dei pezzi del tutto diversi tra di loro, slegati, che impediscono di trovare un filo conduttore comune ai quasi sessanta minuti di durata. Non mancano un paio di tracce ben riuscite, come “Tender Trip on Earth” o “The Shining Path”, ma la bilancia pesa troppo dalla parte di quelle canzoni le quali, anche non essendo del tutto da buttar via, lasciano l’amaro in bocca e non suscitano nemmeno la voglia di essere scoperte passo passo... stiamo parlando di “Lost”, della smielata “Selling Out” o dell’insulsa semi-ballad “Deadlocked”, ma si potrebbe andare avanti. L’uso dei cori in stile Therion, inoltre, suona piuttosto irritante e banale, mentre gli inserti industrial appaiono sempre fuori luogo e danno vita a scarsi risultati. Tra l’altro, la produzione esagera troppo nella pulizia del suono e finisce per rendere tutto piuttosto piatto ed artificiale, segando le gambe anche al feeling dei pezzi migliori. “World of Glass”, dispiace dirlo, è poco più che una penosa e noiosa emulazione del lavoro precedente... che sia l’inizio della fine?

Alessio Oriani


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