CIAFF - "The Southern Command of Violence"
(Nocturnal Music/Frontiers)

85/100

TRACKLIST: The Southern Command of Violence / State of Repression / Pigs in Uniform / We Wanna Beat You / Hang'em High / I Don't Care / Hard Blues in a Brutal Song / Song 2 / Ciaff's Family

Il crossover, quello vero, è ciò che ci offrono nel 2001 i CIAFF, nuova creatura partorita da Enrico Giannone e Butch Natrella (rispettivamente vocalist ed ex-bassista degli Undertakers). Non stiamo parlando di new-metal per fighetti, di quattro strofe rappate e due chitarre messe lì per sbaglio per far piacere a qualche adolescente ebete, ma di crossover violento ed urbano che miscela hardcore, brutal death ed hip hop facendo riferimento ai vecchi lavori di Biohazard, Fishbone e Sick of It All, i primi nineties dei Sepultura, gli esordi dei Beastie Boys ma anche esponenti dell’estremo come Six Feet Under e Napalm Death. Un album variegato, che sfodera una grande conoscenza del genere ed un’impressionante quantità di idee, facendo leva su un perfetto equilibrio tra violenza e melodia a cavallo di un songwriting che, giusto un momento prima di scadere nella prevedibilità, si rivela sorprendente e spiazzante. “The Southern Command of Violence”, al di là di una produzione ed una performance di tutto rispetto, è un lavoro che non annoia grazie ai suoi nove pezzi, così diversi tra loro ma al tempo stesso così uniti da sembrare un unico blocco di cemento (violentemente sbattuto in faccia)... per non parlare dell’aspetto lirico e dell’atteggiamento della band (la fantomatica “attitude” a cui ci si riferisce negli Stati Uniti), contro il sistema, contro la società, contro tutti i mali del mondo e quindi contro gli esseri umani, primi nemici di sé stessi e del pianeta su cui abitano. In questo contesto, canzoni come “State of Repression”, “Hang’em High”, “I Don’t Care” e “Pigs in Uniform” trovano una collocazione perfetta e si uniscono inscindibilmente. Grande spazio anche all’ironia, caustica ma scherzosa, che pervade le intro dei pezzi ed alcune canzoni come “Hard Blues in a Brutal Song” e la brutalissima cover di “Song 2” dei Blur (canzone per me odiosissima, ultra-famosa per la sua inclusione nel videogioco FIFA), assolutamente da non perdere... per non parlare dell’outro dedicata ad un ridicolo personaggio-pagliaccio di inizio secolo di cui non faccio neanche il nome. In definitiva CIAFF è un progetto da non sottovalutare, ma soprattutto è una fortissima presenza nella scena crossover... una scena ormai letteralmente infognata dalla corsa al contratto stagionale in ambito new-metal, tra sovraesposizioni ed idolatrie di gruppi a dir poco incapaci. I CIAFF sono superiori a questo, e lo dimostrano i circa quaranta minuti di “The Southern Command of Violence”, che spazzano via la quasi totalità delle “new-sensation tricolori” degli ultimi anni...

Alessio Oriani


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