FIELDS OF THE NEPHILIM - "From Gehenna to Here"
(Santeria/Audioglobe)

70/100

TRACKLIST: Trees Come Down / Back in Gehenna / Darkcell / Laura / Power / Laura II / Secrets / The Tower / Returning to Gehenna

In attesa del nuovo imminente disco della storica dark-rock band inglese, ecco arrivare una release che farà la felicità di tutti i vecchi fan degli angeli caduti guidati da Carl McCoy. Non si tratta di una novità discografica, bensì tutto l’opposto. “From Gehenna to Here” è infatti la ristampa dei due primi EP della band – nonché prime due release in assoluto – “Burning the Fields” (1985) e “Returning to Gehenna” (1986), già editati parzialmente o integralmente su alcune release dei primi anni novanta. Si tratta in ogni caso di canzoni che i fan dei Fields of the Nephilim conoscono già benissimo, ma non per questo bisogna sminuire il valore di “From Gehenna to Here”. Nove i pezzi proposti, per un totale di circa tre quarti d’ora, che offrono la visione di una band già matura e padrona di sé stessa, seppur lontana dai fasti dei successivi album “Dawnrazor” (1987), “The Nephilim” (1988) ed “Elizium” (1990). Il primo EP, di matrice più cupa ed intimista, è composto da “Tears Come Down”, “Back in Gehenna”, “Darkcell” (a dir poco stupenda) e la conosciutissima “Laura”, con la cui omonima raccolta del 1991 questo “From Gehenna to Here” ha quasi tutto in comune. Le restanti cinque canzoni appartengono a “Returning to Gehenna”, EP più marcatamente rock grazie all’inserimento del secondo chitarrista Peter Yates a fianco di Paul Wright: stiamo parlando di “Power”, “Laura II” (di gran lunga migliore dell’originale) e le imperdibili “Secrets” e “The Tower”, con la title-track posta in conclusione. L’operazione di restauro mi sembra buona, grazie ad una discreta eliminazione del fruscio di fondo (comunque udibile a tratti nell’ascolto in cuffia) ed un’ottima enfatizzazione dei bassi e delle dinamiche. Peccato per il libretto, davvero scarno e privo tanto di note biografiche (praticamente obbligatorie in questo genere di produzioni) quanto di testi. Credo che sui Fields of the Nephilim non ci sia da discutere... seppur non siano mai stati parte del movimento heavy metal, va ammesso che soprattutto negli ultimi anni sono stati un punto di riferimento imprescindibile per una grandissima fetta della scena gothic metal (e non solo), molto più dei Mission, dei Sisters of Mercy e dei Cure (tutte band con cui hanno delle sonorità in comune). Mettendo anche in conto il fantastico exploit del vocalist Carl McCoy con i suoi Nefilim nel 1996, che ha prodotto lo spettacolare album “Zoon” a metà strada tra gothic, death ed industrial metal, è impossibile negare che i Fields of the Nephilim abbiano tutto il diritto ad essere ospitati su queste pagine. Chiudendo questa parentesi, ritengo “From Gehenna to Here” un buon acquisto per i fan della band che non possiedono già il sopraccitato “Laura”. I neofiti dovrebbero invece orientarsi direttamente sui tre full-length o, alternativamente, la raccolta “Revelations” del 1993 ed il live “Earth Inferno” del 1992.

Alessio Oriani


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