GRUPPO - "Titolo"
(Red Stream/Soundcave)

60/100

TRACKLIST: The Fading Whispers / The Great Tune with the Grass (part 1) / The Great Tune with the Grass (part 2) / Under the Spell of the Grass / The Moment / An Ode to the Older

Tornano i francesi Himinbjorg, mediocre black metal francese band dedita a tematiche pagane e sonorità folk, con un nuovo batterista e questo EP di transizione. Al di là del cambio di grafica (che vede un orrendo misto tra retaggi black e voglie tecnologiche di modernità), ciò che salta subito all’orecchio è il quasi totale stravolgimento dello stile della band. Gli Himinbjorg mantengono pochi elementi black e si convertono al death metal melodico, rendendo oltremodo ridicole dichiarazioni quali (cito testualmente) “la delirante velocità del precedente album è stata ridotta verso un’imponente tempesta cosmica di pesantezza disciolta da genuini cori pagani”... un modo come un altro per dire “ci eravamo stufati di suonare black metal, ma non ditelo a nessuno!”. Il CD è composto da sei tracce e si apre con “The Fading Whispers”, un decente pezzo di quasi dieci minuti che sarebbe potuto essere interessante e completo solo se abbinato ad atmosfere cupe ed affini al doom metal (visto che i ritmi e la struttura sono quelli). Si passa poi a “The Great Tune with the Grass”, canzone divisa in due parti: la prima di appena un minuto a fare da intro, la seconda che alterna alcuni riff tipici del black metal norvegese ad altri – melodici ed un po’ derivativi – di matrice svedese (a quanto pare i vecchi Dark Tranquillity continuano a dare lezioni a tutti): il risultato finale si rivela comunque meglio del previsto, ma solo dopo una discreta serie di ascolti. Un’altra traccia di un minuto fa da interludio ed anticipa “The Moment”, un pezzo che ripropone le stesse coordinate stilistiche della canzone precedente e si configura come la punta di diamante del CD. Conclude il tutto una canzone che avrei preferito non ascoltare, tale “An Ode to the Older”, che assomiglia ad uno scarto dei Fear Factory soprattutto per le clean vocals in tutto simili alle declamazioni di Burton C. Bell (in stile “Resurrection” e “Timelessness”, per intenderci): canzone pessima e del tutto fuori luogo, che lascia completamente delusi. L’esecuzione dei pezzi è comunque discreta e non presenta sbavature troppo gravi, anzi in certi punti presenta dei passaggi di un certo interesse... peccato solo che la produzione non sia all’altezza del lavoro svolto, e renda a tratti vana la complessità di certi intrecci ritmici degni di nota. Va comunque detto che la nuova veste degli Himinbjorg non si rivela deludente (fatta eccezione per la quinta traccia, che spero sia solo un esperimento fine a sé stesso), se non altro perché li converte da black metal band del tutto trascurabile a melodic death metal band degna di maggiori attenzioni... in vista del debut, speriamo che la bilancia penda dalla seconda parte. Per ora siamo sulla sufficienza, ma con tanta fatica.

Alessio Oriani


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