PUNGENT STENCH - "Masters of Moral, Servants of Sin"
(Nuclear Blast/Audioglobe)

S.V.

TRACKLIST: Loot Shoot Electrocute / School's Out Forever / Diary of a Nurse / The Convent of Sin / Rex Paedophilus / Retaliation / Suffer the Little Children to Come unto Me / Viva il Vaticano / Mortuary Love Affair / The Testament of Stench

In un momento in cui siamo letteralmente inondati dalle reunion di qualità mediocre condite da dubbie intenzioni, ecco un’eccezione alla regola: gli austriaci Pungent Stench. Lo split della band (non ufficiale ma di fatto avvenuto) risale al 1993, anno di uscita della videocassetta “Video La Muerte” e dell’album “Club Mondo Bizzarre – For Members Only”: dopo questo, il nulla più totale... a parte una raccolta non proprio esaltante qualche anno fa. In realtà, l’attività musicale del frontman (cantante-chitarrista) Martin Shirenc non si era mai fermata, vedendolo coinvolto in veste di produttore per alcuni gruppi austriaci ed anche creatore dell’eccellente band Hollenthon. In ogni caso è ora giunto il momento di tornare sulla scena, il momento di shockare un’audience sempre meno impressionabile, nonché il momento di iniziare le solite guerre contro il “buon gusto” e la censura (che diventa sempre più subdola e nascosta). Da questo ultimo punto di vista, stavolta i Pungent Stench si focalizzano ancor di più sulla religione, con una sessione fotografica sarcastica ed adatta al titolo ed allo spirito del disco... e il tutto prosegue all’interno del disco, con titoli come “The Convent of Sin”, “Viva il Vaticano”, “Suffer the Little Children to Come Unto Me” e “Rex Paedophilus”. Altro che le presunte black metal band tanto innamorate dell’anticristianesimo... coi Pungent Stench si fa sul serio! Mi piacerebbe parlarvi in maniera esauriente di questo disco, ma purtroppo il promozionale a mia disposizione offre solo tre canzoni complete su dieci, e le restanti sette ridotte a spezzoni per un totale di circa un quarto d’ora. Non mi piace ripetere le cose, ma anche stavolta è impossibile dare un’opinione reale su un disco a causa delle mutilazioni operate dalla label di turno... quando la finiamo con questa pagliacciata? In ogni caso, se tutto l’album fosse ai livelli del materiale qui contenuto (e credo che lo sarà), non c’è dubbio che avremo a che fare con un death metal album di grandissimo livello, un album di quelli che non capitano tutti i giorni... la classe non è acqua, i Pungent Stench lo sanno e lo dimostrano nella loro esistenza ultradecennale. Stilisticamente non ci sono più divagazioni in territori grindcore, ma un’aderenza maggiore ad un death-thrash di vecchio stampo, reso moderno da una produzione di altissimo livello... una formula assai benvenuta, lontana da innovazioni fallaci ed abilmente realizzata. Ottimo il songwriting, che offre canzoni compatte ed incredibilmente efficaci senza mai risultare banale e prevedibile, anche a fronte di un’esecuzione in apparenza semplice ma in realtà ben elaborata. Insomma, una grandissima rentrèe che impartisce una seria lezione a tanti newcomers privi di personalità... bentornati Pungent Stench, adesso un tour è d’obbligo!

Alessio Oriani


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