QUEENSRYCHE - "Live Evolution"
(Metal-Is/Self)

80/100

TRACKLIST: CD1 - NM156 / Walk in the Shadows / Roads to Madness / The Lady Wore Black / Take Hold of the Flame / Queen of Rÿche / London / Screaming in Digital / I Remember Now / Revolution Calling / Spreading the Disease / Requiem / Spreading the Disease (reprise) / The Mission / Suite Sister Mary / I Don't Believe in Love / Empty Room / Eyes of a Stranger - CD2 - I Am I / Damaged / Empire / Silent Lucidity / Another Rainy Night / Jet City Woman / Liquid Sky / Sacred Ground / Falling Down / Hit the Black / Breakdown / The Right Side of My Mind

Da quanto tempo aspettavamo un live dei Queensrÿche, che rappresentasse anche la loro controversa produzione degli anni novanta e portasse dal vivo le canzoni di “Empire” e “Promised Land”? Dieci anni. Un periodo lungo, in cui la band si è messa in gioco fino a perdere una grossa parte dei propri fan e che ha visto la dipartita dello storico chitarrista Chris DeGarmo. Adesso le cose sembrano essere giunte ad una svolta grazie al nuovo contratto con la Metal-Is, che vede ora la band di Seattle in una posizione sicuramente predestinata a sonorità più metalliche del solito (è improbabile che una label simile sia interessata a materiale sulla scia di “Hear in the New Frontier”, non credete?), opinione rafforzata da questo live e dall’imminente ristampa di “Operation: Livecrime”. Mettendo da parte le speranze per il futuro, soffermiamoci quindi un momento su questo “Live Evolution”. Il doppio CD in questione può essere visto come una sorta di “best of” dal vivo, piuttosto che un vero e proprio live e – lo si intuisce dal titolo – vede rappresentata un po’ tutta la produzione discografia della band, qui divisa in quattro suite ordinate cronologicamente. Nella prima parte troviamo gli estratti dall’EP “Queen of the Reich” e dai due album “The Warning” e “Rage for Order”, tra cui spiccano senza dubbio le esecuzioni di “NM156”, “Walk in the Shadows”, “Screaming in Digital”, “Take Hold of the Flame” e “Queen of the Reich”: stupende a dir poco! La seconda metà del primo CD è invece legata al loro capolavoro assoluto “Operation: Mindcrime” (vera e propria pietra miliare dell’heavy metal), che viene riproposto quasi per intero e che offre fantastici momenti su “Spreading the Disease”, “The Mission”, “Suite Sister Mary”, “I Don’t Believe in Love” ed “Eyes of a Stranger”. Il suono è ottimo, anzi a tratti appare fin troppo pulito e definito, mentre l’esecuzione della band è a dir poco impeccabile... soprattutto, è una goduria ascoltare i pezzi vecchi con un suono finalmente corposo e ben bilanciato (anche se la voce di Tate non è più quella di un tempo). Ciò che non ho ben capito è invece la presenza altalenante della folla, a tratti ben udibile ed a tratti del tutto assente... in ogni caso, il primo caso appare sempre preferibile al secondo. Passiamo comunque all’altro CD, che inevitabilmente si apre con la suite legata ai discreti “Empire” e “Promised Land”, album da cui vengono estratte solamente due canzoni e che avrebbe meritato molto più spazio (dove sono “Lady Jane” o “Someone Else”?): da sottolineare però la performance su “Damaged”, “Empire” ed “Another Rainy Night”. Il tutto si conclude con l’ultimo pacchetto di tracce, che vede in pratica presente solo lo stentato “Q2K”... per fortuna, dell’orrendo “Hear in the New Frontier” troviamo solamente una canzone a fare da ambasciatore, ma ben cinque estratti da “Q2K” mi sembrano sinceramente troppi anche se – rispetto alla versione in studio – tali pezzi risultano di gran lunga migliori. Per quanto riguarda la mia opinione personale il live si conclude già col primo CD, visto che l’altra metà è composta solo da album che non mi hanno mai fatto impazzire: in questo senso non potrei mai consigliare “Live Evolution” a scatola chiusa, ma se state leggendo questa recensione è evidente che siete interessati ai Queensrÿche nella loro integrità sicuramente più di me... nel vostro caso, l’acquisto di questo doppio CD è caldamente consigliato. Se invece guardate al passato della band con nostalgia, allora aspettate la ristampa di “Operation: Livecrime”... meglio la gallina domani, che l’uovo oggi! Per chi volesse invece iniziare a conoscere ora la band, forse è il caso di orientarsi direttamente verso “Operation: Mindcrime” e la raccolta “Sign of the Times”.

Alessio Oriani


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