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06.05.2005

Alberto Fantini raccontato dal suo “primo maestro”

Se in Italia pensi ad un prodiere non puoi non pensare a Alberto Fantini. Grazie all'esperienza sul Moro di Venezia, Alberto è diventato il prodiere n° 1 in Italia. Prodiere con la P maiuscola. Il nostro Viviano Buonazia ha avuto l'onore di iniziare Alberto alla vela. Ora ci racconta alcuni episodi che ci aiutano a conoscere il personaggio.

 

 

 

 

E pensare che ora lo chiamano  “il grande vecchio”…Invece io, tutte le volte che vedo Alberto Fantini, in barca o alla televisione, lo rivedo quando quindicenne lo portai a fare una regata di Vaurien  a Colico,e stavo un po’ in apprensione all’idea di scuffiare in quelle acque scure, così diverse da quelle di Antignano; mi sentivo responsabile, con i miei trent’anni, di quel ragazzino. Molto probabilmente, se ci fossimo rovesciati, avrebbe raddrizzato la barca, sarebbe salito a bordo e poi mi avrebbe tirato su prendendomi per la collottola.  Alberto ora ha 45 anni, ed  ha iniziato con il Vaurien nel ’75 vincendo subito il campionato italiano Juniores,  poi è passato alle tavole a vela dove vinse un italiano (vittoria contestata) davanti a Paolo Brianda. Da allora è stato su tutti i tipi di barche IOR, fino a quando Cino Ricci lo chiamò per Azzurra nell’87 a Fremantle. In seguito ha vinto all’incirca 8 campionati del mondo e 6 europei. Ieri, mentre ero con lui a fargli compagnia durante il trasferimento del Farr 40 da La Spezia a Livorno, ci siamo divertiti a ricordare alcuni episodi di questi ultimi trenta anni. Nell’89 era alle Isole Vergini con il maxi Longobarda di Varasi e mentre erano tutti insieme a passeggiare in una specie di giardino botanico c’erano naturalmente i nativi di Saint Thomas che chiedevano un dollaro per far vedere la loro arrampicata fino in cima alla palma. Quando il ragazzo chiese il dollaro ad Alberto, lui si levò le ciabatte infradito e come una scheggia si arrampicò fino in vetta. Dopodiché discese e chiese il dollaro all’isolano allibito.

Nel  92 a San Diego  prima di una regata decisiva tra il Moro di Venezia e Ville de Paris, i “tecnici” gli dissero di togliere la hook (peso 500g.) ed attaccare direttamente la penna della randa alla testa dell’albero. Il nuovo assetto durò circa 10 minuti, dopodiché la randa scese in coperta. Albi a quel punto andò in testa d’albero e vi rimase per 45 minuti a fissare in qualche modo la vela a riva, mentre gli elicotteri delle televisioni americane gli ronzavano sulla testa impedendogli di comunicare (a voce) con il pozzetto. Quando scese non era capace di stare in piedi perché le cinghie del bansigo gli avevano bloccato la circolazione del sangue. Negli stessi giorni una scheggia di carbonio gli era entrata nell’alluce di un piede che gli medicava sua moglie Cristina (senza che lo sapesse il medico del team) per non essere sbarcato e salutare la Coppa America.

Nel 99 era a Punta Ala con l’X 412 Bonifati (timoniere Enrico Chieffi) e mentre in poppa con 20 Nodi di scirocco, sotto spi, era in testa d’albero a lavorare alle drizze, pensarono bene di fare una strapuggiata e mettere l’albero in mare. Alberto mi ha raccontato che non è il massimo del godimento.

Nel 2000 a Palma per la coppa del re era imbarcato su Marrakesh Express (il 1° Wind) un Ceccarelli 38, mentre era a lavorare alla 2° crocetta gli si ruppe il bansigo e piombò in coperta.

Resosi conto di non essersi fatto male si rialzò e, come mi disse: “ho fatto come i motociclisti, mi sono rialzato e mi sono arrampicato sull’albero a recuperare il bansigo sgarruppato”.

Eh sì, lui le fa tutte semplici’ perché è vero, ora Alberto ha quarantacinque anni, ma ne ha ancora quindici, quando si muove come un gatto a prua o gioca con sua figlia Margherita, con le ginocchia e le mani piene di calli, i capelli “strinati” dal sole di sopra e sotto l’Equatore, il sorriso disarmante, segno di una disponibilità  ed un entusiasmo illimitati.

 
 

Con l'equipaggio del Moro di Venezia dopo la vittoria della Louis Vuitton Cup. A Sinistra notiamo il nostro Andrea Mura

 

Si festeggia ancora la Louis Vuitton Cup. Albert è il primo a destra. Tra gli altri si scorgono Andrea e Cino Ricci