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20.11.2004

Cronaca di una tragedia

 

Sono circa le tredici e Roberto Farneti esce col suo surf appena acquistato dalla spiaggia davanti al Windsurfing Club Cagliari. La giornata è bruttina, soprattutto per il Ponente che durante tutta la mattinata ha soffiato irregolarmente alternando momenti fortissimi ad altri molto più deboli. Roberto vuole a tutti i costi andare in mare e provare la nuova tavola. Tra le altre persone incontra anche Piero Gessa, istruttore del Windsurfing Club.  Piero è normalmente un allegrone e lancia al ragazzo la frase "Ma dove vai oggi con questo vento?" Roberto avrà pensato "Sempre il solito.. quel Piero!" Una volta in mare Roberto, che di esperienza col surf non ne aveva tantissima, vede che il vento non è  sufficiente a far planare la sua tavola di appena 90 liti di volume. Per intenderci è una di quelle tavole definite in termini tecnici semi-sinker, cioè che non galleggiano bene da ferme e per uscire fuori dall'acqua hanno bisogno di planare. Allora Roberto prova ad allontanarsi dalla Sella del Diavolo e si porta un pò più in fuori nella davanti all'ospedale marino.Qui il vento è più forte, e forse inizia a divertirsi. Ma il vento rinforza. E' sempre più difficile surfare. Anche i surfisti con grande esperienza sono in difficoltà. Il nostro amico prova e riprova e non riesce a concludere niente. Il vento inizia a essere tosto. Siamo vicino ai trenta nodi. Angelo Delogu è fuori in surf con una vela da 6mq. Angelo ha all'attivo tanti anni di regata in windsurf, e ora è anche consigliere del WCC. Vede il surfista in difficoltà e cerca di avvicinarsi. "Mi sono avvicinato il più possibile egli ho urlato di aspettare che avrei chiamato un gommone per fargli il recupero. Purtroppo non so quanto mi abbia capito perchè ero anch'io in difficoltà per il forte e vento e non riuscivo ad avvicinarmi più di tanto". Finalmente qualcuno riesce a muoversi col plasticone del club. E' proprio l'amico di Roberto, Filippo Diaz che con un'altro amico portano il mezzo fuori da Marina Piccola. Ma il vento sfiora i quaranta nodi e il plasticone imbarca acqua. Rientrano. Piero Gessa, dal club,  vede col binocolo il surfista in mezzo al mare. Vedendo il plasticone rientrare con un'amico va fuori col gommone ma il mare troppo confuso non permette di vedere niente. Intanto la notizia è stata già diffusa. In tanti, soprattutto surfisti, sono fuori in mare con gommoni e barche a motore. La Capitaneria accorsa velocemente avvista la tavola di Roberto, ma a causa del forte vento preferisce non caricarla a bordo ma dedicarsi alla ricerca del surfista. Arriva la notte. In mare ci sono veramente tante barche. Il vento è fortissimo. Nei primi cinquanta centimetri sopra la superficie c'è uno strato di acqua polverizzata dal vento che riduce la visibilità. Il rombo del vento è assordante. Tanti, come dicevamo prima, i surfisti mobilitati per la ricerca. "Poco dopo Mezzanotte il vento è calato completamente per circa un'ora e la superficie del mare è diventata una lucida tavola in cui vedevamo perfettamente. Se nessuno l'ha visto in quel momento di tregua......." E' Cico Natale a parlare. Anche lui è stato della partita. E' grazie ad una sua geniale intuizione che un surfista in pericolo qualche anno fa è stato recuperato salvo all'una del mattino. Ma questa volta non gira bene. I mezzi della Capitaneria, Vigili del Fuoco, Carabinieri, e Polizia non si danno pace. Arriva la mattina. Sui giornali la notizia è nelle prime pagine. I mezzi di soccorso sono ancora in mare. Non mollano. Non si fermano un'attimo. Sono in mare dalle 16.30 di ieri sera. Verso le undici di mattina i "privati" sono quasi tutti a terra. Ormai nessuno ne parla apertamente ma, si cerca un corpo.