NOTIZIE STORICO - GEOGRAFICHE - ECONOMICHE

Frigento sorge sullo spartiacque tra le valli dell'Ufita e del Fredane, in Irpinia , a 911 metri sul livello del mare.

Dista da Avellino circa 45 Km. ed è raggiungibile dal capoluogo seguendo l'autostrada Napoli-Bari, con uscita al casello di Grottaminarda, oppure percorrendo la statale 91 (delle Puglie), fino al Passo di Mirabella, e successivamnete la statale 303.

Incerte sono le sue origini.

Ad un probabile insediamento dell'antico popolo degli Irpini seguì la presenza romana, testimoniata da un vasto complesso di cisterne esistenti all'interno del centro storico e da significativi reperti (iscrizioni, colonne, capitelli, patere, ecc.) conservati presso il museo della locale chiesa di S.Maria Assunta e presso il museo provinciale di Avellino.

Figento fu poi utilizzata come roccaforte dai Longobardi. Nel capitolare redatto da re Ludovico II tra la fine dell'848 e gli inizi dell'849, con il quale divideva il Principato Longobardo di Benevento tra Radelchi e Siconolfo, viene indicata col nome di "Frequentum" e nelle sue vicinanze viene individuato un luogo (Sant'Angelo a Pesco?) equidistante tra Benevento e Conza (limite estremo del principato salernitano).

Incerte risultano anche le notizie riguardanti l'istituzione, in Frigento, della sede vescovile, che pare risalga al V secolo d.C.. Di sicuro un vescovo frigentino (Engellinus) esisteva nel 1082, ma la diocesi nel 1529, dopo alterne vicende, fu unita "aeque principaliter" a quella di Avellino.

Nella seconda metà del XVI sec. e per tutto il XVII, per le conseguenze della guerra tra Angioini e Aragonesi e i terribili terremoti che la sconvolsero, per la carestia del 1622 e la peste del 1656 che ne dicimarono la popolazione, Frigento fu ridotta a poco più di un villaggio.

Il secolo XVIII segnò la sua ripresa economica, accompagnata dalla ricostruzione di chiese e palazzi in sontuoso stile barocco.

Agli inizi dell'800 però, due avvenimenti vennero a frenare lo sviluppo di Frigento: la perdita delle popolazioni dei Casali, che ottennero di raggrupparsi sotto il Casale di Sturno (1810), e l'abolizione definitiva della sede vescovile, con la conseguente aggregazione del centro irpino alla Diocesi di Avellino.

Da quel momento è cominciato per il paese un periodo di lenta decadenza, perdurata a lungo anche dopo l'unificazione d'Italia. In questa fase Frigento ha conosciuto i drammi dell'emarginazione, della disoccupazione, dell'emigrazione, dello spopolamento, peraltro comuni agli altri paesi dell'Irpinia.

Ha avuto una certa ripresa negli anni '60 e '70 per una diversificazione delle forme di attività prescelte dalla popolazione, che all'agricoltura ha incominciato a preferire l'industria (allevamento, edilizia,ecc.) ed il settore terziario (impiego, insegnamento...).

Dopo l'ultimo terremoto, quello del 1980, i suoi monumenti sono stati restaurati e restituiti all'antico splendore grazie all'intervento della B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino, il patrimonio edilizio ricostruito nel rispetto delle norme antisimiche, il centro abitato arricchito di moderne strutture e di servizi funzionali.

Frigento, pertanto, oggi si propone come interessante meta turistica.

Oltre alla visita di importanti monumenti (Chiesa di S.Maria Assunta-Ex Cattedrale, Chiesa del Purgatorio, cisterne romane, palazzi e portali settecenteschi...) e nella splendida passeggiata di Via Limiti, il paese offre ai forestieri la mitezza del clima estivo, la salubrità dell'aria, la quiete della villa comunale, la dolcezza della campagna circostante, la frescura dei sentieri del bosco.

A tutti consente di fermarsi a riflettere e ritrovare la pace interiore presso il Santuario del Buon Consiglio, in località del Piano della Croce, meta di frequenti pellegrinaggi da tutta Italia.

Infine, grazie alla natirale cordialità dei suoi abitanti ed alle strutture esistenti nel territorio comunale (un albergo e cinque ristoranti) Frigento consente a tutti i visitatori un indimenticabile e piacevole soggiorno.

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