Appunti di un doganiere


A bocca spalancata Sotto la cascata
sento il corpo contorcersi come un'anfora.
Perché il presente si è gonfiato in densità,
il passato ha preso un senso ed un giudizio,
il futuro è una luce d'oppio intensa e amorfa
che non riesco a fissare troppo a lungo.
Esplosioni di plastico allo zucchero nelle cave di calcare
danno fitte di schianti di ghiaccio e rose termiche.
La venatura d'oro si è assorbita sotto pelle
al tronco blu d'avorio
diventando da accessorio componente.
Io, lei ed il tempo
respiriamo, anzi soffiamo
nella bolla che si ingrassa
con gli occhi un poco stretti di chi aspetta il botto
inevitabile e invisibile
ma punta intanto tutto quello che c'ha in tasca e chiede "carta".
Affluiscono flussi incontrollabili
di merci esotiche mai schedate da ogni poro di frontiera
portando sconosciute reazioni fisiologiche ed inflazione.
Il doganiere riesce solo a pigliare qualche appunto d'impressione.
Mentre la mente si arrabatta
e poi deride i propri limiti e si arrende
si scioglie, deroga a tutto quello che,
come questo, trascende la sua forza e legge fisica


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