Valentino
tenace difensore della fede
(Dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze)
Valentino fu un prete venerabile. Accadde che l'imperatore Claudio
lo fece chiamare e gli chiese:
-
Che cosa succede, Valentino? Perchè non ti giovi della nostra amicizia e
adori i nostri dei, scacciando le tue sciocche credenze?
Gli rispose Valentino:
-
Se tu conoscessi la grazia di Dio, non diresti queste cose, ma
allontaneresti la tua anima dagli idoli e adoreresti il Dio che è nei
cieli.
Allora un tale che stava davanti a Claudio disse:
- Che cosa vuoi dire, Valentino, sulla santità dei nostri dei?
-
Io non dico nulla, -rispose Valentino, - se non che furono degli uomini
miseri e pieni di ogni impurità.
Gli chiese Claudio:
-
Se Cristo è vero Dio, perchè non mi dici in cosa sta la verità?
-
Vero è che Cristo solo è Dio, -gli rispose Valentino, - e se crederai in
lui la tua anima si salverà, lo stato si rafforzerà e ti sarà concessa
vittoria su tutti i tuoi nemici.
Claudio in risposta disse ai presenti:
-
Cittadini di Roma, ascoltate con quanta sapienza e saggezza parla
quest'uomo.
Ma il prefetto:
-
L'imperatore è stato ingannato: come potremo abbandonare ciò che abbiamo
fin dall'infanzia?
A
queste parole il cuore di Claudio mutò, e Valentino fu dato in custodia a
un tale. Essendo stato condotto a casa di quello, disse:
-
O Signore Gesù Cristo, vera luce, illumina questa casa affinchè ti
riconoscano come vero Dio.
Il prefetto allora disse:
-
Mi stupisco che tu dica che Cristo è luce: ma certo se tu ridarai la
vista a mia figlia che da molto tempo è cieca, farò qualunque cosa tu mi
chiederai.
Valentino
allora si mise a pregare e rese la vista alla figlia del prefetto; poi
convertì tutti quelli della casa. L'imperatore lo fece decapitare. Questo
accadde verso il 280.
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San
Valentino protegge Abriola dalla carestia
(Dalla tradizione popolare
abriolana)
Sull'incontro tra S. Valentino e gli Abriolani non si hanno notizie
certe. Furono probabilmente i pellegrini della via Erculea che diffusero
le notizie e la venerazione per il martire romano.
Si narra che in un periodo di carestia un uomo si sia recato in un
paese marino per commissionare a nome di Valentino il romano, due carri di
grano per Abriola e che costui, non avendo denaro abbia lasciato come
pegno un prezioso anello. Pare che dopo qualche giorno i carri di grani siano giunti ad
Abriola e i carrettieri siano andati invano alla ricerca del committente,
Valentino il romano, perchè nessuno lo conosceva.
Costoro prima di lasciare Abriola, pensarono di visitare la chiesa
madre e con grande stupore riconobbero nel volto raffigurato della statua
lignea di S. Valentino il committente del grano. Lo stupore fu tale che essendosi resi conto di aver
trattato con un santo restituirono l'anello che avevano preso come pegno e
lasciarono il grano senza nulla pretendere in cambio.
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