L'INDIPENDENZA GRECA

 

L'insurrezione dei greci contro il dominio turco, cominciata nel 1821 e protrattasi per quasi un decennio, fu l'unica tra le rivoluzioni degli anni '20 a concludersi con un sostanziale successo. Fu anche la sola che, pur essendo nata dall'iniziativa delle società segrete, finì con l'assumere il carattere di una guerra di popolo, nazionale e religiosa ancor prima che politica.

Il successo della lotta per l'indipendenza greca si dovette soprattutto a fattori di carattere internazionale.     

L'impero turco, era uno stato non europeo e non cristiano e non rientrava nell'area d'intervento della Santa alleanza. Se alcune potenze, soprattutto l'Austria e la Gran Bretagna, lo consideravano ancora un prezioso elemento di equilibrio, altre, come la Russia e la Francia, erano attratte dalle possibilità di espansione che il suo indebolimento avrebbe aperto nell'area mediterranea e nei Balcani.

I centri principali della lotta per l'indipendenza del popolo greco contro il dominio turco

In realtà l'antico Impero ottomano aveva sempre più difficoltà a tenere uniti i suoi vasti possedimenti: problematico per il governo turco era soprattutto il controllo dei popoli balcanici (greci, serbi, macedoni, albanesi, bulgari e romeni); con questi paesi mancava il legame religioso, dal momento che la maggior parte della popolazione era formata da cristiani ortodossi.

I centri principali della lotta per l'indipendenza del popolo greco contro il dominio turco. Essa fu sostenuta dallo Zar Alessandro I° di Russia, da Luigi XVIII di Francia e da Papa Pio VII, che la associavano alle crociate e all'unità del mondo cristiano.

Nei confronti di questi ultimi l'Impero aveva sempre praticato una politica tollerante sul piano religioso ma discriminatoria su quello politico e sociale: in tutta la penisola balcanica i cristiani si trovavano nella condizione del popolo soggetto: non potendo accedere alla proprietà terriera, detenuta a titolo feudale da signori turchi, erano nella grande maggioranza servi della gleba, contadini poveri, pastori nomadi dediti non di rado al brigantaggio; ma formavano anche, con i loro strati superiori, il grosso del ceto mercantile e una parte importante della burocrazia imperiale.

Nel 1815 già i serbi erano riusciti a conquistare un'ampia autonomia.

Nel 1821 insorsero i greci che svolgevano un ruolo chiave nella vita economica dell'Impero ottomano, grazie a una forte borghesia mercantile che si era sviluppata nelle isole dell'Egeo e in alcuni centri costieri. La setta patriottica greca "Eteria" (associazione, fratellanza), che organizzò l'insurrezione, contava numerosi aderenti tra le file di questa borghesia, e trovò immediata rispondenza anche fra le masse popolari.

Per fermare la guerriglia scatenata dai greci per terra e per mare, i turchi ricorsero a una serie di crudelissime repressioni che suscitarono condanna e riprovazione in tutta Europa.

Si creò allora in favore degli insorti una forte corrente di opinione pubblica internazionale, in cui confluivano motivazioni politico- ideologiche (la solidarietà con chi combatteva per la libertà), religiose( la difesa dei cristiani), e anche culturali (i ricordi dell'antica Grecia).

Da tutta Europa accorsero volontari per unirsi alla guerra contro i turchi, fra cui il poeta inglese Byron che proprio in Grecia trovò la morte.

Fu proprio l'intervento delle potenze europee(che nel luglio del'27 distrussero a Navarino una flotta turco- egiziana) a imporre all'Impero ottomano la firma della pace di Adrianopoli(1829) con cui si riconosceva l'indipendenza greca.

La soluzione della questione greca rappresentò tuttavia un precedente di grande importanza per le lotte d'indipendenza nazionale dell'800 e un colpo durissimo per l'equilibrio conservatore europeo, in particolare per la Santa alleanza, che sulla crisi greco- turca si era irrimediabilmente spaccata.

                       

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