Le Navi Medievali

 

La Nave Lunga

 

La Nave Tonda

La Galea

 

La Caracca

 

 

La Nave Lunga

La nave lunga era azionata sia dal vento sia dai remi, ed era maneggevole sia nelle manovre portuali che nelle battaglie. Lo sviluppo dell’artiglieria ha segnato il suo declino, mentre la nave tonda, attrezzata con batterie di cannoni divenne strumento di guerra e di conquista più efficace e sicuro.

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La Nave Tonda

 

La nave tonda era mossa esclusivamente dal vento, aveva due timoni fatti con due grossi remi, situati uno per lato. I timoni erano azionati da due timonieri i quali dovevano agire in sintonia perciò erano costretti a manovrare lentamente. Le vele latine triangolari assicuravano grande manovrabilità perché potevano ruotare attorno all’albero sfruttano anche il vento che soffiava in direzione obliqua alla rotta

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La Galea

Le galee avevano due ordini di remi oppure tre. Ogni remo era azionato da alcuni rematori i quali dovevano essere disposti in modo tale che i più alti e robusti fossero seduti verso l’interno. I remi erano usati solo nelle manovre in battaglia e il ritmo della vogata era scandito con mazze e tamburi.

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La Caracca

Le caracche erano navi da carico a tre alberi costruite dai genovesi con una velatura molto diversificata che utilizzavano sia la vela quadrata sia la vela latina. Gli alberi potevano raggiungere i 45 metri di altezza. I castelli si alzavano fino a 6 metri sul livello del mare. Questo consentiva una buona posizione di difesa contro i pirati. Queste navi da carico potevano raggiungere una stazza di mille tonnellate. Molto robuste e molto sicure potevano resistere sia agli attacchi dei nemici sia alle tempeste. Inoltre, potevano affrontare anche in inverno le rotte oceaniche. Queste navi genovesi tra il 1277 e il 1278 inaugurarono nuove rotte tra l’Italia, le Fiandre e l’Inghilterra. Queste rotte varcavano lo stretto di Gibilterra e passavano per Lisbona

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                                                                                                                                                      © S.Lannino 2001

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