Scuola di Alpinismo e Scialpinismo

"Alpi Apuane"

 

Fra le domande più frequenti che i neofiti fanno ai più esperti vi sono senz’altro quelle riguardanti i criteri di scelta nell’acquisto dei materiali.

E questo è anche giustificato da una serie di buone ragioni che vanno dalla semplice "non conoscenza", alla quantità di offerta del mercato, alla talvolta evidente incompetenza del commesso che ti segue durante l’acquisto.

Non su vuole qui offrire un compendio dettagliato delle caratteristiche, norme, ecc. riguardanti le attrezzature, per la qual cosa si rimanda alla letteratura specializzata (i.e. la collana dei Manuali del Club Alpino Italiano)

Cercheremo soltanto di fornire un "sunto" delle caratteristiche essenziali, con delle semplici indicazioni sulle differenze tra le varie caratteristiche tecniche, e come queste caratterizzino l’uso finale degli attrezzi in modo da avere in mano qualcosa di più del semplice riferimento economico o peggio ancora esclusivamente estetico.

La Piccozza

E’ costituita da tre parti fondamentali: testa, manico, puntale.

Nella testa possiamo individuare due parti fondamentali, la becca e la paletta (che può essere sostituita da una massa battente nei martelli-piccozza). La testa a sua volta può essere costruita in un pezzo unico, o composta da più parti intercambiabili (piccozze modulari) nel qual caso si possono costruire combinazioni fra vari tipi di becche e palette o masse battenti.

La becca, si può classificare, in funzione della sua forma come (fig. 1):

  • Becca ricurva classica, concava, adatta ad un uso tradizionale e su ascensioni di media difficoltà, pur avendo già buone capacità di ancoraggio su ghiaccio abbastanza ripido
  • Becca ricurva accentuata, concava, adatta a pendii di ghiaccio ripidi o molto ripidi, avendo migliori capacità di ancoraggio.
  • Becca a banana, convessa, cioè curvata verso l’alto, adatta alle forti difficoltà ed alle cascate di ghiaccio (piolet-traction).

La dentellatura della parte inferiore della becca ne da un’ulteriore specializzazione: la dentellatura fine è adatta al ghiaccio duro, quella grossa è adatta al ghiaccio più morbido.

L’angolo con cui termina la becca, rispetto alla verticale, è ancora una caratteristica importante: angoli positivi (becca appuntita) ne fanno un attrezzo adatto alla piolet traction, in quanto la becca penetra facilmente nel ghiaccio; angoli negativi ne fanno un attrezzo più adatto al gradinamento in quanto, nella battuta, tende a rompere più facilmente il ghiaccio (fig. 2).

Anche la lunghezza del manico deve essere scelta il funzione dell’uso: un manico corto (40-55 cm) ne fanno un attrezzo adatto alla piolet-traction, un manico lungo (60-70 cm.) ne fanno un attrezzo adatto all’impiego classico e su ghiacciaio.

L’ultimo aspetto importante è il cosiddetto angolo di impatto della piccozza, e cioè la misura dell’angolo che la becca forma con la parete all’atto dell’infissione.

Si misura appoggiando la punta della becca ed il puntale della piccozza ad una parete verticale, e misurando l’angolo che l’ultimo terzo della becca forma con la parete stessa.

Se l’angolo è maggiore di 90° si dice positivo perché il carico verso il basso sulla piccozza tenderà a produrre una componente positiva lungo l’asse della becca verso la parete, e cioè ad aumentarne la penetrazione. Attrezzi di questo tipo sono adatti alla piolet traction.

Angoli minori di 90° si dicono negativi in quanto il carico verso il basso tende a produrre una componente negativa di forza lungo l’asse della becca tale da facilitare la fuoriuscita dell’attrezzo. Attrezzi di questo tipo non sono adatti alla piolet traction ma bensì al gradinamento ed ad un uso tradizionale.

 

 

 

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