SCUOLA MEDIA STATALE

GAVOI (NU)

RICERCA SUI GIOCHI TRADIZIONALI

realizzata dagli alunni della

Classe 3^ sez-A - T.P. a. s. 1996/97

 

 

Buttu Carlo                 Dore Giulia                 Pinna Davide

Buttu Daniela              Fais Omar                   Pira G.Marco

Casula Sandro            Lai Pamela                  Pisano Ilenia

Cillara Claudio            Maoddi Mauro            Podda Francesca

Corona Omar             Marchi Caterina           Urru Mathias

Cualbu Pietro             Mula Giuseppe

Cucciolillo Pietro        Mulas Marco

 

Provenienti da Gavoi e Lodine

 

 

Hanno coordinato il lavoro gli insegnanti Peppino Columbu, Vittorio Palumbo e Giovannino Ladu.

L'opuscolo è stato realizzato interamente all'interno della scuola (dalla stampa alla grafica, dalla fotografia all'impaginazione e alla rilegatura), durante le ore di compresenza degli insegnanti di Lettere, Scienze matematiche e Francese, con i mezzi e gli strumenti del laboratorio informatico, acquisiti grazie al progetto di sperimentazione metodologico-didattico: "L'informatica nella Scuola Media di Gavoi", finanziato con i contributi della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Gavoi.

Il laboratorio, una volta completato con i nuovi finanziamenti già previsti dalla prosecuzione del progetto di sperimentazione, permetterà di conseguire pienamente gli obiettivi didattici e culturali previsti in origine e si potranno rendere ancora più interessanti attività didattiche che gli insegnanti hanno sempre proposto, ma che, senza strumenti, possono risultare poco stimolanti e non sempre produttive.

 

I GIOCHI DEI NOSTRI NONNI

 

L’UNA MONTA

A PETZA

BROCCOLITTU

ATTACA-ATTACA

BANDIDOS E SORDADOS

BOTTIHEDDU

A SIDDARE

PARADISO

HAPRA TZECCA

SEDATZEDDU

PERDIHEDDAS

GADDAREDDAS

CAFFIOLOS

PRUGHINEDDA

MURRA

PRATILLLOS

PREMESSA

In occasione dello scambio culturale (programmato. ma non realizzato per mancanza di fondi) con una scuola francese, abbiamo effettuato una ricerca sui giochi che praticavano i nostri nonni.

L'idea è nata quando, dopo aver letto un brano dell'antologia, il professore di lettere ci propose di fare un elenco dei giochi antichi che venivano praticati dai nostri nonni e dagli altri anziani del paese.

In questo abbiamo incontrato la loro disponibilità e contentezza nello spiegarci in che cosa consistevano e come si svolgevano i giochi di una volta.

CRONISTORIA

Prima di tutto, il professore ha assegnato ad ognuno di noi diversi giochi da ricercare e da descrivere.

Dopo averli corretti, li abbiamo trascritti al computer e stampati. In seguito, li abbiamo tradotti in francese, trascritti al computer e stampati.

Terminata questa fase di lavoro siamo passati a quella successiva; cioè quella della pratica del gioco e della fotografia dei diversi momenti di ogni singolo gioco e inoltre abbiamo filmato con la videocamera alcune fasi più significative.

Tutti abbiamo partecipato alla realizzazione pratica del gioco, poi abbiamo sviluppato le foto che sono state riprodotte al computer per mezzo dello scanner.

Con la professoressa di artistica, invece, abbiamo disegnato dei cartelloni raffiguranti i giochi.

OBIETTIVI E FINALITA'

Con questa ricerca, ci siamo proposti di riscoprire i divertimenti e i giochi, semplici, che davano grandi soddisfazioni al bambini delle generazioni passate. Il confronto dei giochi antichi con quelli attuali ci dimostra come si é, pian piano, sviluppata la società e quindi anche i giochi si sono adeguati, diventando sempre più complessi.

Innanzitutto, con i giochi antichi i bambini si divertivano facendo del movimento ("1’una monta", "a petza", "broccolittu", "attaca-attaca", "bandidos e sordados", "bottilieddu", "a siddare", "paradiso", "hapra tzecca", " sedatzeddu") oppure dovevano dimostrare la loro abilità manuale e la loro inventiva ("perdiheddas", "tgaddareddas","caffiolos", "prughinedda", murra , pratilllos").

Adesso, invece, questi giochi li abbiamo sostituiti in parte con le attività sportive; altri vengono praticati solo raramente; questo succede perché non si ha più la possibilità di giocare nelle strade, come facevano i nostri nonni, e quindi é più comodo stare seduti davanti alla TV.

I giochi di abilità manuale semplice sono diventati complessi attraverso tutti i sistemi computerizzati, come i videogiochi.

Infine ci sembra utile, confrontarci con i francesi anche sotto questo aspetto e ci chiediamo se i loro giochi saranno simili al nostri o completamente diversi.

IMPRESSIONI

Questa ricerca é stata utile a tutti e ci siamo quindi impegnati molto. In uni i primo momento, abbiamo provato un po di imbarazzo a sperimentare praticamente i giochi, ma poi superato questo, ci siamo immedesimati. nei giochi e divertiti.

Questa é stata la parte più piacevole della ricerca.

Il completamento della ricerca prevede la stampa di un opuscolo e siamo orgogliosi di aver messo per iscritto le notizie raccolte dalla voce degli anziani riguardo al giochi che si praticavano prima, sperando che altri dopo di noi possano servirsene come spunto per nuove ricerche.

Giulia Dore.

 

 

DESCRIZIONE DEI GIOCHI

 

 

A PETZA

 

Si giocava nei piazzali, o per le strade durante il tempo libero, non era previsto un numero ben definito di giocatori. e non occorrevano strumenti particolari.

Si iniziava il gioco facendo la conta per decidere chi per primo iniziava ad acchiappare; il bambino sorteggiato iniziava a rincorrere gli altri che scappavano, e cercava di acchiapparli o afferrarli per il maglione. Nel momento in cui li afferrava gridava: "petza". Il primo che veniva acchiappato doveva a sua volta rincorrere gli altri e cercare di acchiapparli. Il gioco andava avanti a questo modo per lungo tempo e si concludeva quando i bambini si stancavano.

 

Bandidos e sordados

 

Chi giocava era un numero indefinito di bambini. Si sceglievano due capitani: uno il capo dei soldati e uno dei banditi.

Il gruppo si divideva in due squadre: i banditi e i soldati; si giocava all'aperto, in campagna , soprattutto in primavera perché c'era bel tempo ; il territorio si delimitava per evitare che qualcuno andasse lontano, il bambino che usciva dal "Campo" non giocava più.

I soldati contavano fino a dieci e in quel momento i banditi dovevano scappare e nascondersi. Il bandito veniva considerato prigioniero quando il soldato lo afferrava al braccio o a una qualsiasi parte del corpo. Quando i banditi venivano acchiappati, venivano portati alla prigione, che era stabilita in precedenza; e, per essere sicuri che non scappassero, veniva messo un soldato a fare la guardia.

Quando i soldati acchiappavano tutti i banditi si ricominciava da capo, però si invertivano i ruoli.

BROCOLITTU

 

A questo gioco potevano partecipare gruppi di bambini composti da tre giocatori : due erano i trasportatori e uno "su broccolittu ".

Si giocava soprattutto nelle piazze e si tracciavano due linee distanti fra loro 4 - 5 m ; una rappresentava la partenza, l'altra l'arrivo

"Sos brocolittos" dovevano posizionarsi nella linea di partenza rannicchiati, con le mani sotto le cosce, in modo da sembrare delle brocche.

I trasportatori dovevano prendere "sos brocolittos" sino alla linea dell'arrivo; se ce la facevano rincominciavano con le stesse coppie , diversamente dovevano scontare una penitenza.

Vinceva il gruppo che era riuscito ad effettuare un maggior numero di "percorsi".

 

 

CAFFIOLOS

E' un gioco che si pratica in un cortile o in qualche spazio libero e possono partecipare due o più bambini.

Per iniziare bisogna tracciare una linea sul terreno per stabilire la posizione dei giocatori, quindi si mette una moneta a circa mezzo metro da un muro e i giocatori cominciano a lanciare a turno la loro moneta contro il muro; quest'ultima, rimbalzando, deve avvicinarsi il più possibile a quella collocata per terra .Vince e si porta via tutte le monete lanciate in quella partita, il giocatore che riesce ad avvicinarsi di più, ad una distanza comunque non inferiore alla misura di un palmo della mano.

GADDAREDDAS.

Il gioco si svolgeva in dei cortili di terra battuta, si giocava quando si aveva l'età di sette-otto anni, era un gioco tipico dei maschietti .

Si giocava d'estate nel tempo libero, e si formavano gruppi di tre . Il gioco serviva a passare il tempo libero, impegnandosi e divertendosi.

Si iniziava andando in campagna in Primavera a raccogliere "sas gaddareddas" che sono delle palline di un materiale tipo il legno, che si raccolgono dalle querce . Gli strumenti che servivano per svolgere il gioco erano solo "sas gaddareddas"e un pò di bastoncini di legno per fare gli ovili, ogni ovile era a distanza l'uno dall'altro di un metro- metro e mezzo .

descrizione del gioco

In un cortile di terra battuta all'aperto, tanti bambini a gruppi di tre preparavano il proprio ovile di fango e di bastoncini .

Si preparava il ricovero per le pecore rappresentate da "sas gaddareddas" più belle e di media grandezza , il ricovero per gli agnellini( "sas gaddareddas" più piccole ) e il ricovero per i montoni ("sas gaddareddas più grandi ). Poi si andava in campagna a cercare "le pecore" fino a quando ogni gruppo di tre bambini aveva un bel gregge .

Quando si voleva aumentarlo si andava in campagna dove c'erano molti alberi di querce e si cercavano altre " pecore ", e la sfida tra i bambini era quella di raggiungere un maggior numero possibile di "pecore" e il gruppo di bambini che riusciva a raggiungere questo obiettivo, vinceva. Il gioco si concludeva quando le pecore venivano rincasate dentro l'ovile .

Chi vinceva il gioco non riceveva nessun premio , ma solo la soddisfazione di aver vinto.

SA HAPRA TZECA

Si giocava in tanti, all'aperto, perché in casa non c'era spazio.

Si giocava nel tempo libero: quando c'era la scuola, di sera; d'estate sempre. Come oggetto serviva un fazzoletto o una sciarpa per bendare gli occhi. Prima di iniziare il gioco si decideva chi doveva essere bendato, facendo una conta.

Il ragazzo bendato, doveva cercare di acchiappare i bambini che gli giravano intorno, gli tiravano i capelli o davano pacche sulle spalle (senza fargli male).

Se quello bendato acchiappava un ragazzo, quest'ultimo prendeva il suo posto. Si continuava a giocare fino a che si era stanchi e si rientrava tutti a casa.

 

L’una monta

 

A luna monta si giocava sia nel cortile di casa, sia nel piazzale della chiesa dove si radunavano tutti i bambini .

Giocavano sia i maschi che le femmine e non c'era un numero fisso; possibilmente dovevano essere in numero pari .

Non era necessario nessuno strumento o accessorio.

Prima di tutto, si formavano delle squadre costituite da 2 o più bambini, poi uno si chinava poggiando le mani o nelle caviglie o nelle ginocchia, a seconda dell'altezza di quello che doveva saltare, poi il compagno lo doveva scavalcare poggiandogli le mani sulla schiena di e divaricando le gambe, cercando di non toccare nessuna parte del corpo di quello chinato, perché se lo toccava con i piedi veniva penalizzato.

Più uno veniva penalizzato meno giocava, perché ad ogni penalizzazione perdeva un giro.

Il bambino che aveva effettuato il salto, a sua volta, distanziandosi di qualche passo, si chinava per essere saltato dagli altri giocatori, così si creava una catena per cui si saltava e si veniva saltati alternativamente.

Il gioco si concludeva quando i bambini erano stanchi o quando non ne avevano più voglia. Giocavano durante il tempo libero, ma soprattutto quando faceva bella giornata.

Mentre si giocava si ripeteva la seguente filastrocca:

L’una monta                                                   Otto primo cadavere

Due bue                                                          Nove Margherita fa le prove

Tre re                                                             Dieci ti metto la picciola

Quattro spazzini                                             Alla tornata te la prendo

Cinque granate                                               E te la prendo

Sei pugni

Sette morti

PARADISO

Questo gioco si giocava solitamente nei piazzali, e nei cortili e veniva praticato soprattutto dalle bambine, in numero non superiore alle dieci unità , di solito nella stagione autunnale .

Per giocare occorreva "SU BOTZONE" una pietra piatta irregolare che si raccoglieva per strada.

Tutti i giocatori ne possedevano una. Il campo da gioco veniva disegnato sul terreno, e aveva la forma di un grande rettangolo , diviso in sei caselle irregolari, sovrastato da un semicerchio.

 

Il gioco consisteva nel percorrere il paradiso senza sbagliare.

Dopo aver lanciato "su botzone" nella casella numero 1, veniva , compiuto il percorso saltellando su un piede e sospingendo "su botzone" da una casella all'altra , seguendo l'ordine progressivo, fino alla casella numero 5 ; a questo punto si usciva dal paradiso e si ricominciava il percorso, tenendo " su botzone" in mano.

Da questa posizione si lanciava la pietra nella casella N° 6 e si continuava il percorso, quindi si raccoglieva "su botzone" e si iniziava una nuova partita.

Chi sbagliava , lanciando la pietra fuori dal campo, o su una linea, o su una casella diversa da quella prescelta, o toccando col piede le linee , doveva cedere il posto ad un altro giocatore.

PERDIHEDDAS.

A perdiheddas si giocava nei piazzali e nelle strade , potevano giocare sia i maschi che le femmine.

Non era previsto un numero ben definito di giocatori.

Prima di tutto si faceva la conta per stabilire chi doveva iniziare il gioco.

Il giocatore prendeva 5 pietruzze e le lanciava disordinatamente per terra. Quindi prendeva una delle pietre e la lanciava in alto , nel frattempo ne raccoglieva un'altra da terra e prontamente doveva riprendere al volo quella già lanciata. La partita finiva quando tutte le pietruzze erano state raccolte, senza commettere errori.

Se si faceva cadere a terra una delle pietre, si veniva esclusi da quella partita e si cedeva il posto ad un altro giocatore.

SA PRUGHINEDDA.

 

Per lo svolgimento del gioco occorrono un qualsiasi oggetto di piccole dimensioni e della sabbia, in modo che si possano creare dei mucchietti. Il numero dei giocatori che partecipano è indefinito. Giocavano specialmente le ragazze , soprattutto d'estate, nel tempo libero.

Il gioco consiste nel fare tanti mucchietti di sabbia quanti sono i giocatori che partecipano.

Si estrae a sorte (con un metodo stabilito in precedenza) il giocatore che deve nascondere l'oggetto in uno dei mucchietti; egli, però , non dovrà partecipare alla fase successiva.

Dopo che l'oggetto è stato nascosto in un mucchietto di sabbia, si estrae il primo giocatore che deve cercare di scoprire dove è nascosto ; se indovina vince un premio, messo in palio da tutti i giocatori (non molto valoroso, ma che simboleggi la vincita), e tocca a lui nascondere l'oggetto. Se invece non indovina tocca a un altro cercare di scoprire dove è nascosto l'oggetto.

SU SEDATZEDDU

 

Si giocava in piazza o per strada, con 4 paracarri o 4 sassi piazzati a quadrilatero.

I giocatori erano 5, quattro seduti e uno in piedi . Per stabilire i turni si procedeva a una conta. Il giocatore che rimaneva in piedi chiedeva a uno di quelli seduti "su sedatzeddu" cioè il posto occupato da lui; nel frattempo gli altri giocatori cercavano di scambiarsi il posto e quello che stava in piedi doveva dimostrarsi attento,con i riflessi pronti e veloce, per cercare di occupare "su sedatzeddu" che era rimasto momentaneamente libero.

Quando un giocatore perdeva "su sedatzeddu" si cominciava un'altra partita, che aveva come conduttore quello che aveva perso il posto.

 

 

SIDDARE

 

Questo gioco veniva praticato nelle piazze e nelle strade nel paese.

Si formavano due squadre, possibilmente con numero pari; ciascuna poteva essere composta da un minimo di 3 a un massimo di 6 - 7 elementi . Era un gioco in cui era richiesta agilità , forza e resistenza fisica. Dopo aver stabilito con sorteggio chi doveva saltare per primo , si iniziava il gioco . La squadra che aveva perso il sorteggio doveva " stare sotto " sistemandosi in questo modo : un ragazzo si poggiava al muro e un altro si inchinava, appoggiando la testa al suo fianco ; gli altri giocatori , a loro volta , si chinavano appoggiandosi uno dietro l'altro , formando una catena.

I giocatori dell'altra squadra, dopo aver stabilito in quale ordine si doveva saltare , davano inizio al gioco. Essi, dovevano saltare il più avanti possibile, in modo da lasciare ai compagni uno spazio sufficiente .

Il loro compito consisteva nel sistemarsi tutti a calvalcioni sui giocatori dell'altra squadra e resistere , in questa posizione, il più a lungo possibile .

Il gioco si interrompeva quando un giocatore cadeva o, comunque poggiava un piede per terra . Oppure quando la squadra che "stava sotto" si stancava e non reggeva il peso della squadra avversaria .

Il gioco si concludeva quando i ragazzi si stancavano e vinceva chi aveva effettuato un maggior numero di salti.

 

 

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