SEZIONE STUDI UFOLOGICI

Dott. Carlo Sabadin

 

Viaggio all’interno del contattismo

1)

Da decenni centinaia di persone sostengono di aver instaurato un rapporto personale con i visitatori alieni : come affrontare, in modo logico e coerente il problema ?

 

La definizione più immediata del termine “ufologo” dovrebbe, ragionevolmente, essere “colui che studia gli ufo”. In realtà, nessuno di noi ha mai potuto esaminare, analizzare o semplicemente vedere da vicino un oggetto volante non identificato. Ci limitiamo, quindi, a raccogliere testimonianze e documenti o, al limite, ad analizzare foto e filmati per poi poter elaborare teorie ed ipotesi convincenti. Peraltro, il 90% degli ufologi crede negli extraterrestri ed una percentuale variabile tra il 60 e l’80% pensa che gli ufo provengano da altri pianeti[1]. Perché, allora, guardare con elevato scetticismo alle esperienze e ai racconti di chi afferma di avere vissuto situazioni e rapporti riconosciuti, almeno statisticamente, come possibili da un numero rilevante di ricercatori ?

Prima di rispondere a questa domanda è però opportuno tracciare una breve storia del contattismo.

Deserto dell’Arizona, 20 novembre del 1952, l’immigrato polacco 61enne George Adamsky incontra un uomo proveniente da Venere. Alto, biondo, bellissimo comunica telepaticamente. Da allora gli incontri con i fratelli dello spazio si sono moltiplicati e lo stesso Adamasky ha avuto più volte modo di volare a bordo dei loro ricognitori[2]. Nasce il contattismo e gli emuli di Adamsky non si fanno attendere[3]. Orfeo Angelucci, Daniel Fry, Truman Bethurum, Howard Menger e molti altri salgono in breve tempo agli onori della cronaca e fanno proseliti un po’ dovunque. Si sviluppano anche diverse tecniche di contatto. Dagli incontri “fisici” alla Adamsky si passa alle comunicazioni radio di George Williamson[4] a quelle medianico-telepatiche del tedesco Speer diffuse nel nostro paese dal Gruppo Alaya[5]. Parallelamente nascono veri e propri culti incentrati           sugli    extraterrestri. In particolare, un giovane giornalista francese Claude Vorillhon , che afferma di essere stato contattato da una razza aliena, gli Elohim creatori in laboratorio degli esseri umani, fonda il Movimento Raeliano, forse l’unico culto contattista, materialista ed ateo. Ma è negli anni settanta che esplode il caso più importante. Quello di Eduard “Billy” Meier, lo svizzero autore di più di 1000 bellissime e controverse foto di ufo ed alieni. Il fenomeno sembra attenuarsi negli ultimi anni, forse per effetto dell’imponente casistica dei cosiddetti rapimenti alieni[6] e la maggior parte dei gruppi ufologici si dimostra tuttora ostile verso il contattismo[7].

Ciò che colpisce maggiormente nelle descrizioni dei vari Adamsky, Meier, ecc. è la totale diversità dei dati forniti. I racconti sono sì simili tra loro, ma il luogo di provenienza degli alieni cambia continuamente. Dai pianeti del nostro sistema solare si passa gradualmente a pianeti extrasolari sempre più lontani. A complicare ulteriormente la situazione una semplice constatazione : ogni contattato sembra essere visitato da tipi diversi di alieni, provenienti da pianeti diversi e che, soprattutto, si ignorano tra di loro. Una vera e propria “fiera dell’assurdo”[8] .Inoltre i contattisti, con un linguaggio decisamente ermetico[9], non hanno mai fornito prove decisive circa la realtà delle loro esperienze ma, al contrario, hanno danneggiato seriamente la corretta ricerca ufologica. I messaggi degli extraterrestri, descritti come “fratelli maggiori” dello spazio, catalizzatori di pace ed amore e, in taluni casi, creatori dell’uomo, diventano un mezzo, potentissimo, di divulgazione ufologica in chiave messianica e millenaristica[10]. Un mezzo utilizzato senza scrupoli, soprattutto nelle apparizioni televisive, e che crea confusione tra il pubblico e grandi difficoltà a chi, invece, vuole trasmettere una corretta informazione sul problema ufo. Peraltro, l’atteggiamento della comunità ufologica sembra cambiare gradualmente. Alcune esperienze “storiche” come quella dello stesso Adamsky vengono rilette in maniera più possibilista. Qualcuno ipotizza che l’esperienza ufologica, descritta dal contattista americano, sia genuina e che solo in un momento successivo sia stata approntata quella cornice “fantastica”, piena di contraddizioni ed assurdità scientifiche, che ben conosciamo[11]. In modo analogo, ma con maggior convinzione viene rivisto il caso Meier. Si individuano, inoltre, importanti analogie che, in un primo momento, non erano state rilevate. La presenza, ad esempio, di riferimenti chiari e precisi a presunte razze o “entità” di natura negativa o malvagia. E ciò è facilmente rintracciabile nei resoconti radiotelegrafici di Williamson, nelle comunicazioni medianiche della contattista torinese Germana Grosso o nei colloqui tra Billy Meier e Semjase[12]. Esperienze che sembrano anticipare il fenomeno delle “aductions” molti anni prima della sua esplosione a livello mondiale. I ricercatori tentano poi nuove ipotesi ed evidenziano strane coincidenze. I soggetti rapiti “sistematicamente” cominciano a mostrare una graduale accettazione della situazione ed evidenziano caratteristiche comportamentali (come la progressiva convinzione che l’operato degli alieni sia teso al nostro miglioramento ambientale[13]) sempre più simili a quelle dei contattisti. Inoltre, viene individuata una nuova categoria di contattisti : “i piccoli contattisti” che non fondano movimenti, non appaiono in televisione, vivono, invece, molto serenamente in una dimensione molto “new age” e intrecciano rapporti molto proficui con importanti centri di ricerca. Rientrano pienamente in quella “tattica puntiforme” che l’ufologo argentino Dante Minazzoli aveva prospettato come nuova ed affascinante ipotesi di lavoro : una strategia messa in atto dagli alieni per risvegliare le coscienze  in modo progressivo e non traumatico[14].

Questo mi sembra l’unico approccio serio e costruttivo al problema contattistico. Non scartarlo a priori, ridicolizzando per evitare di essere ridicolizzati ma, bensì, affrontarlo, con tutti i mezzi che la seria ricerca scientifica mette a disposizione. Analizzare il fenomeno, portarlo in “laboratorio”, acquisire tutti i dati possibili, in maniera tale da poter passare alla costruzione di ipotesi di studio[15]. L’ufologo americano Greer del CSETI  sta combattendo una battaglia fondamentale, a favore di tutta l’ufologia, per il rilascio di informazioni fondamentali e decisive[16] ma, lo stesso Dottor Greer, è l’autore di una nuova tecnica di contatto che utilizza metodologie che ricordano moltissimo alcune situazioni tipiche della “fenomenologia contattista”. Forse dovremmo imitarlo. Meier, Adamsky e tutti gli altri sostengono di conoscere ogni segreto dell’universo. Non possiamo solo per questo respingere le loro esperienze. Sicuramente la loro non è la sola ed  unica verità. Ma , con lo studio e l’analisi potremmo, forse, agguantarne un pezzetto. E sarebbe un enorme passo avanti.                                         

                                    Dott. Carlo Sabadin

“Fondazione Sentinel”

 

Viaggio all’interno del contattismo

2)

Il caso Meier tra realtà e assurdità rappresenta il più eclatante fenomeno di conttatismo di questo secolo. Proviamo a tentare un’analisi.

In una cupa giornata invernale di fine gennaio 1975, un contadino, ex marinaio, ex mercenario, ex corridore automobilistico, che aveva viaggiato per mezzo mondo, perdendo anche un braccio in un incidente in Medio Oriente, conobbe una stupenda ragazza, di circa 400 anni, proveniente da Erra, un pianeta della costellazione delle Pleiadi. E’ semplicemente l’inizio del più documentato caso di contattismo nella storia dell’ufologia. Da allora Billy Meier venne regolarmente contattato dai Pleiadiani per verificare se fosse in grado di adempiere un compito importantissimo : trasmettere all’umanità un messaggio di pace e amore. Ma cosa differenzia l’esperienza di questo contadino svizzero, con precedenti penali ed una vita più che avventurosa, dai racconti che tanti altri, prima e dopo di lui, hanno riferito al pubblico appassionato a queste tematiche. La risposta è molto semplice : un incredibile numero di fotografie e filmati, materiali tratti dai veicoli alieni, registrazioni audio. In breve, quel materiale “probatorio” tanto caro ai ricercatori e che costituisce l’aspetto  hard della moderna ufologia. Quando entra in scena il colonnello Wendelle Stevens1, nell’ottobre del 1977, personaggio profondamente convinto della realtà del fenomeno ufo e proprietario del più grande archivio ufologico del mondo, la notorietà del caso Meier esplode a livello mondiale. Si scoprono anche i primi testimoni (che si trovano sempre ad una certa distanza dagli oggetti) tra cui il direttore di scuola Guido Moosbrugger2 che superano brillantemente, insieme a Meier, il test al lie-detector3 . Iniziano le prime serie analisi sul materiale fotografico. Su posizioni decisamente negative troviamo Bill Spaulding del Graund Saucer Watch4 ma, in generale, le opinioni dei più grandi esperti in analisi fotografiche, tra i quali Jim Dilettoso e Michael Manin, propendono per l’autenticità dei reperti5. Grande scetticismo viene espresso anche da uno dei padri dell’ufologia moderna : Jacques Vallè6. L’ipotesi del modellino, avanzata dal ricercatore e fortemente combattuta da Dilettoso,  potrebbe, forse, giustificare la creazione di una fotografia come la foto 1 (che riproduce una cosiddetta variante 6 di ricognitore pleiadiano). Attraverso un’elaborazione appropriata (effettuata da un mio valente collaboratore di nome Drago) è,  infatti,  possibile  evidenziare

 

 

 

foto1

 

un evidente anomalia cromatica che rende, difficilmente, credibile il reperto (vedi analisi fotografica 1).

 

 

 

Analisi fotografica 1

 

 

 

Una simile conclusione è, però, difficilmente raggiungibile con altre immagini. Proviamo ad effettuare un’elaborazione analoga su di una foto che ritrae ricognitori di variante precedente e, quindi, una tra le prime  consegnate da Meier a Stevens (foto2).

 

 

Foto2

 

Come potete vedere, l’analisi effettuata da Drago (vedi analisi fotografica 2) non raggiunge i risultati precedenti ma, bensì, considera genuina la fotografia con un altissima probabilità.

 

Analisi fotografica 2

 

Per quale motivo, l’autore di fotografie così perfette, dove è impossibile trovare il minimo accenno a trucchi e a mistificazione, deve ricorrere ad espedienti così banali, quali un probabile supporto evidenziato nell’analisi fotografica 1 ? In altri casi la palese falsità è ancora più evidente7 : il fantomatico tunnel dimensionale fotografato su di un disco (un banale progetto pubblicato da una rivista) o le foto della bella Asket (in realtà una semplice modella). Ma le contraddizioni proseguono : la decantata austerità del povero contadino svizzero (peraltro già messa in discussione da Vallè8 ) subisce un duro colpo grazie all’infiltrazione,  tra i seguaci di Meier, dell’ufologo Karl Korff9 che descrive dettagliatamente procedure e cerimoniali tipiche di una setta. La “piccola” fortuna costruita dallo svizzero e la fabbricazione di falsi preconfezionati sembrano così confermate. Ma altre analisi, questa volta effettuate su altri tipi di “prova”10 vanno in tutt’altra direzione. Il ronzio della nave a raggio, registrato da Meier su di un nastro, ed analizzato da esperti del calibro di Robin Shellman e Steve Ambrose lascia stupefatti. Per riprodurlo artificialmente (e il risultato non è completamente identico all’originale !) occorre un’attrezzatura “fantascientifica” per l’epoca, un’attrezzatura difficilmente utilizzabile e reperibile per il contattista svizzero. Analogamente, i frammenti metallici consegnati a Marcel Vogel, denotano una natura perlomeno anomala ed un procedimento di lavorazione decisamente non tradizionale.

La situazione si complica. Ulteriori analisi sono assolutamente necessarie. In particolare si dovrebbero controllare le strane “voci” che circolano nell’ambiente ufologico circa presunti frammenti consegnati da Meier ad “un’importante” azienda che avrebbe, di li a poco, annunciato l’immissione sul mercato di nuovi, rivoluzionari, materiali superconduttori.  Ci ritroviamo con le perplessità espresse all’inizio della nostra ricerca. Da una parte riscontri oggettivi, indiscutibili. Dall’altra falsi rivelati, alcuni estremamente banali. Ipotizzare un’azione di “debunking”, un’operazione finalizzata alla distruzione del caso Meier, ad una sua ridicolizzazione, è fin troppo facile. Forse bisognerebbe cambiare, o meglio, variare il bersaglio. Indagare su fotografie e filmati, su registrazioni “aliene” e su strani reperti non basta più. Forse dovremmo riprendere ad indagare sull’unico e solo protagonista : lo stesso Eduard “Billy” Meier. Non accontentiamoci più di “collaboratori” e “portavoce”. Prima chiediamo, ma poi esigiamo, pretendiamo la sua presenza come pregiudiziale irrinunciabile. Solo così potremo sapere realmente cosa pensa, cosa ha da riferire il contattista svizzero. Soprattutto sapremo se veramente è lui l’autore degli ultimi e tanto discussi reperti. Se sono sue le “strambe” opinioni che abbiamo ascoltato, se lui stesso è artefice oppure vittima di inganni o manipolazioni.

Già, forse dovremmo fare proprio così. Ma Meier non si vede. Meier non parla. Rimane nascosto nella stupenda campagna svizzera lontano da occhi indiscreti.

Noi non abbiamo fretta e aspettiamo.

Dott.  Carlo   Sabadin

“Fondazione Sentinel”

Perché non credergli ? ? ?

Avviciniamoci al caso Meier con una visione molto coerente e, con intuito logico, cerchiamo di capire se nelle rivelazioni avute dalla presunta Pleiadiana Semjase non ci sia realmente un fondamento di verità.

Partiamo dalla luna : molti scienziati ancora oggi stanno studiando la sua genesi perché si presume sia più vecchia della terra ; fra le tante teorie possibili c’è anche quella della cattura (come l’aliena spiega a Meier), ove si ipotizza che la luna sia un oggetto ,condensatosi in un’altra parte della nebulosa protoplanetaria, e catturata dal campo gravitazionale terrestre nel corso di un passaggio ravvicinato, diventando così il nostro satellite. Ricordiamoci che siamo nel 1973 e che testi e riviste specializzate non avevano una  così grande diffusione.

Un’altra rivelazione riportata da Semjase riguarda la natura della fascia di asteroidi che orbita tra Marte e Giove : la donna afferma che, molto tempo fa, gli asteroidi formavano un pianeta civilizzato e  tecnologicamente avanzato che si sarebbe autodistrutto in seguito ad un conflitto globale.

Anche qui gli scienziati divergono nelle loro ipotesi come in qualsiasi altro campo della ricerca. L’ipotesi più probabile è che gli asteroidi potrebbero essere i resti di un pianeta esploso non in seguito ad un conflitto , ma bensì a causa di un impatto con una cometa.

Riflettiamo molto bene : la terra ha un potenziale bellico non solo in grado di estinguere ogni forma vivente sul pianeta ma molto probabilmente anche di distruggerlo interamente. Possiamo così dire, nostro malgrado, di essere potenzialmente un’altra fascia di asteroidi tra Marte e Venere.

Semjase,  nei dialoghi con Meier, è   molto      preoccupa del progressivo assottigliamento del nostro strato di ozono (teniamo costantemente presente che siamo nel 1975) e non mi pare che questo grandissimo problema ambientale fosse allora attuale. E se lo era non era trattato in modo così allarmistico come ai giorni nostri. Difficile intravedere spunti d’ispirazione in proposito.

Il caso Meier si può paragonare a un bambino che cresce ; la spontaneità, la genuinità, la purezza di un bambino lo rendono sincero e leale ma, man mano che il bambino avanza negli anni, pur non volendolo viene contaminato dall’esterno modificando la sua buona fede e rendendolo non più sincero.

Drago

“Fondazione Sentinel”

 

Viaggio all’interno del contattismo

3)

All’ombra di Rael : incontro-dibattito con uno dei  gruppi dischisti più organizzati e discussi del nostro tempo.

Un movimento diffuso in ogni angolo del pianeta con migliaia adepti, undici miliardi già stanziati per la creazione di un’Ambasciata ufficiale presso Gerusalemme, una rivista trimestrale internazionale letta in tutto il mondo1, due testi “fondamentali” tradotti in 30 lingue diverse2, una “religione” di matrice contattista e, contemporaneamente, materialista e atea, uomini e donne di tutte le razze e di tutte le origini culturali/sociali, un rifiuto deciso per il concetto di democrazia ed un’esaltazione fortissima per quello (di chiara origine platonica) di “geniocrazia”, una fiducia “assoluta” nell’ingegneria genetica e in generale nel potere della scienza. Questo e molto altro è il Movimento Raeliano Internazionale fondato da Claude Vorilhon, ribattezzato Rael dagli Elohim (scienziati extraterrestri che avrebbero creato l’uomo in laboratorio), ex giornalista sportivo francese contattato, nel 1973,  da alieni alti circa un metro e venti, con pelle olivastra ed occhi di tipo orientale, per trasmettergli un messaggio rivelatore sulle origini della razza umana.

A livello di ricerca privata esistono oggi diverse categorie di possibili ipotesi circa natura, origine e significato del fenomeno ufo. Tra queste  quelle definite pseudo-religiose3 comprendono il cosiddetto “cultismo”, ovvero la venerazione di un qualche personaggio carismatico latore di messaggi di entità aliene. Tali ipotesi non si basano, logicamente,   sullo studio ed analisi della casistica ma, bensì - come riconosce lo stesso Marco Franceschini, responsabile per il Nord Italia del Movimento Raeliano- su di un atto di fede. E, in effetti, il Raelismo si autodefinisce “religione”, più precisamente, religione atea dell’anno 2000, che unifica tutte le grandi confessioni e riconosce Gesù, Mosè, Buddha e Maometto come emissari degli Elohim.

Il primo contatto, avuto da chi scrive, con i rappresentanti e i simpatizzanti di questo Movimento si può tranquillamente definire come estremamente cordiale. Mi ha colpito, in particolare, la grande competenza in materia ufologica dimostrata da alcuni di loro. La conoscenza approfondita di tematiche apparentemente molto distanti da chi dovrebbe, in realtà, sapere già tutto. Di fatto, la maggior parte è, o è stata in passato, appassionata a tematiche ufologiche, in particolare per ciò che attiene la clipeologia4. E, proprio in questa branca dell’ufologia, hanno trovato molteplici riferimenti (in particolare sui testi biblici) che concordavano, in modo logico e coerente, con il “messaggio” riferito da Vorilhon. Importanti apprezzamenti sono, poi, giunti anche da uno dei maggiori divulgatori in materia di paleoastronautica : lo scrittore Erich Von Daeniken. Quest’ultimo avrebbe incontrato personalmente Rael e avrebbe, di fatto, accettato le sue tesi5 dopo esserne stato il “probabile “ispiratore. Un’ulteriore conferma, per chi intraprendeva il cammino della conversione all’interno del Movimento, è poi venuta dalle recenti scoperte e sperimentazioni nell’ambito della ricerca genetica. Si assisteva alla graduale realizzazione di “piccoli” miracoli dovuti non al caso ma, bensì, ad una creazione  deliberata, frutto di una tecnologia che avanzava sempre più velocemente. Tutte cose che si conciliavano, e si conciliano, perfettamente con gli insegnamenti di Rael. Lo stesso evoluzionismo, così come concepito, subiva fortissime battute d’arresto per effetto di nuove scoperte, soprattutto di carattere archeologico/antropologico6 , che rendevano sempre meno credibile la “linea” classica cara agli evoluzionisti ortodossi.

In Francia contro questo gruppo, accanto ad un fortissimo movimento d’opinione, si è scagliato il teologo Jean-Bruno Renard, autore di un documentatissimo libro inchiesta sulle sette di matrice ufologica7. Coadiuvato da molti giornali parigini, Renard ha duramente criticato scopi e metodi del Raelismo. In particolare, l’attacco si è concentrato sui riti collettivi, sulla pratica del libero amore e, soprattutto sulla gestione delle proficue donazioni elargite dagli adepti8. Per ciò che attiene la mia personale esperienza, con le persone che ho potuto incontrare durante la preparazione di questo articolo, posso affermare di non essere d’accordo con Renard.

L’attacco, così come strutturato, ricorda l’atteggiamento utilizzato da una parte della chiesa Cattolica, la più integralista, nei confronti delle nuove mode e correnti di pensiero di fine millennio, in particolare la New Age. In realtà, i presunti riti nudisti sono una pura invenzione : all’interno degli incontri collettivi in cui Rael “battezza” i propri discepoli, vi sono sicuramente gruppi “naturisti” (che peraltro possiamo ritrovare in moltissimi club e associazioni un po’ in tutto il mondo) ma ciò non costituisce certamente un obbligo per tutti gli altri. E’ facile intuire, però, quali fotografie verranno pubblicate dai quotidiani per stimolare le “pruderie” dei propri lettori. Il rispetto per le diversità sessuali (omosessualità, bisessualismo, ecc.), il diritto all’aborto, all’eutanasia, alla contraccezione rappresentano punti cardine in qualsiasi programma politico di stampo “progressista”. In quanto al “libero amore” ho constatato personalmente come, all’interno del Movimento, esistano diverse coppie monogame mentre le accuse di “favoreggiamento ed induzione “ alla prostituzione, avanzate da qualche giornale d’oltralpe, ricordano troppo da vicino le vicende della setta fondata da David Berg9. Per ciò che riguarda la struttura di governo10, auspicata dai raeliani, l’esigenza di federalismo non appare così distante dalle richieste fatte in questo senso da movimenti politici, anche molto vicini a noi,  e gli impegni di tipo economici necessari per poter accedere al Movimento sono molto simili a quelli previsti dalla maggior parte dei nostri partiti politici. Insieme ad una quota associativa obbligatoria sussiste un impegno di carattere “morale” a donare una quota minima del proprio reddito (che raggiunge il 10% per coloro che appartengono alla struttura direttiva). Infine, a farmi ricredere circa la presunta appartenenza dei realiani al vasto universo delle sette, è la mancanza, all’interno di questo gruppo, di quel carattere di “esclusività” da me riscontrato in molti altri movimenti11.Esistono infatti diversi membri che hanno relazioni, alcune assolutamente “legali” e riconosciute (intendo matrimoni pienamente validi, anche di tipo cattolico), con persone che non appartengono al Movimento. E ciò non preclude la loro attività o, peggio, gli obbliga a fare del proselitismo in ambito familiare12.

Ma ritornando all’oggetto della nostra ricerca, un viaggio serio e senza pregiudizi nel variegato mondo del contattismo, non posso certamente, come ufologo, legittimare le conclusioni e le verità “rivelate” dal messaggio di Rael. In quest’ottica, se ci avviciniamo alla fenomenologia ufologica, l’interpretazione data dai raeliani è abbastanza semplice. La spiegazione del fenomeno ufo è chiaramente (e non potrebbe essere altrimenti!) di tipo extraterrestre. Nelle profondità dello spazio esistono moltissime civiltà aliene, tutte create dagli Elohim e tutte “positive”. Tra coloro che visitano il nostro pianeta ci potrebbero essere dei nostri “cugini” (i Pleiadiani di Meier ?), provenienti da un sistema solare abbastanza vicino, più avanzati di noi da un punto di vista strettamente tecnologico, ma non legati agli Elohim da rapporti “privilegiati” così come, invece, dovremmo essere noi terrestri. L’amore dei nostri creatori-scienziati alieni sarebbe testimoniato dai riferimenti biblici ad “incroci” avvenuti in passato e ai testi mitologici che parlano di strane creature (ad esempio i Giganti) frutto di queste unioni. La presenza, nei racconti di chi ha avuto esperienze di Incontro Ravvicinato del 3° Tipo (IR 3), di alieni non umani, profondamente differenti dalla descrizione degli Elohim dataci da Rael13 , può essere spiegata ricorrendo all’ipotesi di robot biologici (macchine di tipo androide e prive di coscienza) al loro servizio. Quindi, in conclusione, gli ufo che migliaia di persone  avvistano ogni anno sono (con la sola eccezione dei “cugini” Pleiadiani a cui ho accennato prima) espressione di una sola ed unica razza aliena assolutamente positiva in virtù dell’equazione : evoluzione tecnologica uguale, necessariamente, ad evoluzione etico-morale. Come conciliare allora l’imponente - per numero di casi riscontrati e per le perizie professionali altamente qualificate ottenute - fenomeno delle abduction ? Come inquadrare gli alieni descritti da Rael nelle categorie universalmente riconosciute  e accettate? Come credere ad un’ipotesi, che per quanto coerente e logica, non è suffragata da alcun riscontro tangibile ? Semplicemente con un atto di fede. Ma l’ufologia moderna non è come il Raelismo una confessione religiosa, non riconosce gli ufo come una sorta di deus ex  machina, non si occupa di diffondere messaggi e profezie. Il fine dell’ufologia è soltanto la ricerca scientifica. Con serietà e passione, con pazienza certosina e senso critico, catalogando casi e seguendo specifici criteri di indagine14. E, se nel fare questo, si ci imbatterà in racconti assurdi, in personaggi forse discutibili, in scenari apocalittici, allora, l’ufologo dovrà ascoltare, registrare, analizzare e, infine, formulare delle ipotesi. Come in qualsiasi altro caso. L’aspetto che maggiormente mi colpisce nel messaggio di Rael è sicuramente la descrizione degli Elohim. Gli alieni sono, a tutti gli effetti, umani, solo un po’ più piccoli. Nella classificazione dell’americano Brad Steiger troveremmo alcune somiglianze con i cosiddetti Beta-2 che peraltro sono descritti come decisamente ostili (gli uomini in nero !)15. Più simile la tipologia dei Tecnici (classe T) appartenenti al Gruppo C (umani nati sulla terra alterati geneticamente) nella classificazione di Richard Butler16. In quest’ultimo caso si tratterebbe di meri esecutori di ordini. Ipotizzando che l’esperienza di Rael sia comunque genuina questa è l’unica possibilità per un lavoro costruttivo, vista la totale assenza di altri indizi probatori.

I raeliani affermano che entro il 2020 “Loro” arriveranno. Nell’attesa forse è meglio tornare ad occuparsi di Meier.  

Dott. Carlo Sabadin

“Fondazione Sentinel”



[1] Cfr. D.Tacchino, “L’enigma degli oggetti volanti”, pag. 69, Edizioni MEB, 1997.

[2] Cfr. G.Adamsky, “I dischi volanti sono atterrati”, “A bordo dei dischi volanti”, “I dischi volanti torneranno”, Edizioni Mediterranee.

[3] Cfr. M.Fornari e A.Lissoni, “Contatti con alieni”, The X FILES n.3.

[4] Collaboratore di Adamsky e coautore del libro “The Saucers Speak !”ed ispiratore del nostro Eugenio Siracusa (Cfr. R.Negrini, “Magonia e finestre d’interferenza”, Dossier Alieni n.6).

[5] “The X FILES” cit.

[6] Ricordiamo a puro titolo informativo il caso del messicano Carlos Diaz e quello, più nostrano e controverso, di Giorgio Bongiovanni.

[7] D.Tacchino, “L’enigma ...”cit. pag. 70.

[8] Cfr. P.Toselli, “UFO-DAY”, Incontro-dibattito sugli ufo, Casanova Staffora (PV), 8 novembre 1997.

[9]  D.Tacchino, ult. cit.

[10] R.Negrini, “Magonia e ...”, cit.

[11] Per tutti si consiglia la lettura della prefazione, a mio giudizio eccessivamente “possibilista”, fatta da Roberto Pinotti in “A bordo dei dischi volanti” già cit.

[12] Cfr. R.Negrini, “Mitiche Ricezioni”, Dossier Alieni n.7.

[13] In tal senso lo psichiatra J. Mack ma anche il “moderato” B. Hopkins sembra considerare una tale eventualità. V Simposio internazionale di San Marino.

[14] Cfr. “Contattisti, pro e contro”, Oltre la conoscenza n.18.

[15] Cfr. D.Tacchino, “L ‘Enigma ...”, cit. pag.  69.

[16] Cfr. “NEXSUS NEW TIMES”, luglio-agosto 1996, pag. 55

1 Cfr. M.Hesemann, “L’uomo dai mille volti”, Dossier Alieni n.6.

2 L’attuale braccio destro e “unico” portavoce di Meier, recentemente intervistato da Candida Mammoliti del Centro Ufologico della Svizzera Italiana.

3  M.Hesemann, ult. cit.

4 Cfr. P.Toselli, “Le foto degli ufo”, THE X FILES n. 18.

5 Cfr. M.Hesemann, “Meier nel codice galattico”, Dossier Alieni n.7.

6 Cfr. J.Vallè, “Revelations”.

7 M.Hesemann, ult. cit.

8  J.Vallè, cit.

9  P.Tose