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I CONSIGLI PER CHI CORRE I MOVIMENTI DELLA GAMBA DURANTE LA
CORSA
I movimenti della gamba sono dati dai muscoli della coscia sia anteriori che
posteriori. Per chiarire meglio i compiti dell'arto in questione nella pratica
del nostro sport ricordiamo che nella corsa abbiamo: la fase di appoggio, la
fase di spinta e quella di sospensione.
Nella prima, non appena il piede tocca terra, abbiamo un leggero cedimento della
gamba, dopodiche' inizia subito la fase di spinta, che avviene grazie alla
potenza del muscolo quadricipite femorale la cui azione fa si' che la gamba si
estenda, e conseguentemente il corpo venga spostato in avanti. La potenza che
devono sviluppare questi muscoli per consentire l'avanzamento della persona
varia molto a seconda della pendenza del terreno. Infatti ci si rende
perfettamente conto di come piu' intensa deve essere l'azione di questi muscoli
sui tratti di strada in salita.
Dopo la fase di spinta inizia quella di sospensione che e' causata dall'inerzia
accumulata precedentemente, durante la quale la gamba si flette. Questa azione
e' data dai muscoli posteriori della coscia. Nella fase di spinta, invece,
avviene l'inverso: gli anteriori si accorciano ed i posteriori si allungano.
Stiamo in piedi, in equilibrio su un piede, solleviamo leggermente l'altra
gamba, flettiamola e distendiamola, mentre con la mano corrispondente ci
tocchiamo dietro la coscia. Avvertiremo i muscoli posteriori della coscia che si
accorciano quando flettiamo la gamba e che si allungano quando la distendiamo.
Seguitiamo a fare il solito lavoro toccandoci pero' la coscia anteriore: ora
sentiremo che quando la gamba e' completamente tesa il quadricipite femorale e'
molto duro (perche' contratto).
Quanto detto, serve a renderci conto di come si muovono i muscoli della nostra
coscia durante la corsa. Molto spesso il lunedi', dopo aver corso la domenica,
specialmente quando la manifestazione e' stata ricca di salite, sentiamo dire da
molti podisti che sentono dei dolori sulla parte anteriore della coscia. Questo
fenomeno e' dovuto ad un accumulo di acido lattico nel quadricipite femorale,
che, molto spesso, e' dato dallo sforzo compiuto dal muscolo nello stendere la
gamba durante una corsa intensa in salita. Questi dolori vengono pero' avvertiti
anche dopo corse del tutto pianeggianti o quasi e sono conseguenza del solito
motivo.
Per prevenirli e' necessario allenarsi con criterio, cioe' fare prima un periodo
di preparazione basato sulla corsa lunga e lentissima, dopodiche' gradatamente
eseguire delle prove a velocita' sostenuta, fino ad arrivare a quella che ci
proponiamo di tenere in gara. Con questo sistema costituiamo un graduale
adattamento dell'organismo allo sforzo per cui quando ne richiederemo di piu'
intensi, lo troveremo preparato.
Questi dolori pero' possono prendere anche se si e' ben allenati, o a causa del
freddo, o perche' dopo la corsa non abbiamo eseguito ne' il defaticamento ne'
gli esercizi di allungamento oppure ancora perche' gli ultimi allenamenti sono
stati troppo duri.
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CONOSCIAMO MEGLIO LE NOSTRE GAMBE:
I MOVIMENTI ED I MUSCOLI DELLA GAMBA
Abbiamo dunque la flessione, cioe' l'avvicinamento alla parte posteriore della
coscia e l'estensione, quando la gamba e' tutta distesa. I muscoli che
consentono la flessione della gamba sono situati quasi tutti posteriormente ed
abbiamo il bicipite femorale che nasce da due punti diversi, e precisamente dal
bacino e dalla parte superiore del femore. Questi due punti si riuniscono e
formano un unico tendine che si fissa sul perone subito sotto il ginocchio.
Il semimembranoso ed il semitendinoso, sono due muscoli che nascono dal bacino,
nello stesso punto dove nasce il capo lungo del bicipite, e scorrono lungo il
femore, il semitendinoso per fissarsi sulla tibia vicino al ginocchio ed il
semimembranoso sempre sulla tibia ma un po' piu' in basso.
Se ci mettiamo seduti con la pianta del piede in terra e ci tocchiamo la parte
posteriore delle cosce in prossimita' dell'articolazione del ginocchio,
lateralmente, possiamo sentire il tendine del bicipite femorale mentre dalla
parte opposta sono chiaramente palpabili i tendini dei muscoli semimembranoso e
semitendinoso.
Abbiamo inoltre il gastrocnemio, del quale si e' gia' parlato a proposito della
flessione plantare del piede: lo ritroviamo in quanto e' uno dei muscoli
responsabili della flessione della gamba. Il sartorio, muscolo che nasce nella
zona anteriore superiore del bacino, attraversa obliquamente la coscia e va ad
inserirsi sulla superficie interna della tibia. Il gracile, nasce dal pube e va
ad inserirsi vicinissimo al sartorio. Questi ultimi due muscoli descritti sono
gli unici che, nonostante contribuiscano alla flessione della gamba, nascono
dalla parte anteriore del bacino, mentre come si era detto in precedenza, tutti
gli altri prendono origine dalla parte posteriore del bacino e del femore.
L'estensione della gamba sulla coscia e' invece data dal quadricipite femorale
che occupa tutta la zona anteriore della coscia ed e' composto da quattro
muscoli che nascono da quattro punti diversi per riunirsi poi in un unico grosso
tendine detto tendine rotuleo, che si inserisce nella zona anteriore della
tibia. Questo tendine e' facilmente visibile dall'esterno: basta fissare lo
sguardo subito sotto il ginocchio per vedere una specie di grosso cordone che e'
appunto il tendine di cui stiamo parlando.
La rotula e' un piccolo osso che ricopre l'articolazione del ginocchio e fa si'
che il grosso tendine del quadricipite non porti disturbi o lesioni a questa
complessa articolazione. Questo osso e' di forma quasi circolare e toccandolo si
muove.
I quattro muscoli che danno origine al quadricipite femorale sono il retto
femorale che nasce dal bacino nella zona piu' alta ed anteriore ed e' situato al
centro della coscia; il vasto intermedio, prende origine dalla parte anteriore
del femore ed e' il piu' profondo dei quattro muscoli; il vasto mediale inizia
anch'esso dal femore ed occupa la parte superficiale nella zona della coscia
piu' vicina all'altra coscia. Il vasto laterale inizia dal femore ed occupa la
parte superficiale laterale. Contraendo energicamente la coscia possiamo vedere
chiaramente il vasto mediale, il laterale ed il retto femorale.
CONOSCIAMO MEGLIO I NOSTRI PIEDI
Cominciamo parlando della parte che da' origine al nome del nostro sport,
ovvero dal piede. Descriviamo dunque da quali e da quante ossa e' costituito il
suo scheletro. Il piede e' composto da ben ventisei ossa suddivise in ossa del
tarso, del metatarso e delle dita. Tutte queste ossa, come del resto tutte
quelle del corpo umano, non hanno una superficie liscia, ma presentano
protuberanze, scanalature, promontori che hanno la funzione di far alloggio ai
muscoli, o ai tendini oppure ancora costituiscono il loro punto di fissaggio
all'osso stesso. La complessa struttura del piede e' resa compatta, solida ed
elastica dai muscoli, dai tendini e dai legamenti. Il nostro scheletro ed in
particolare quello del piede consente certi movimenti alle ossa che avvengono
per mezzo dei muscoli, grazie alle articolazioni fra osso ed osso.
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I MOVIMENTI DEL PIEDE DURANTE LA CORSA
Il piede durante l'azione di corsa compie tre funzioni principali che sono la
fase d'appoggio, la fase di spinta e la fase di sospensione.
Nella prima fase il piede prende contatto col suolo prima con il bordo esterno
(le dita sono orientate leggermente verso l'esterno), poi via via con tutta la
pianta, e quando il peso del corpo gli grava tutto sopra, tocca terra per un
attimo anche il tallone.
A questo punto comincia la fase di spinta, per cui il piede inizia una flessione
che lo interessa interamente e fa si' che il corpo si sposti in avanti.
Appena il piede ha finito di spingere, cioe' e' finita anche l'azione di spinta
delle dita, inizia la terza fase, quella di sospensione che coincide con un vero
e proprio balzo in avanti che compie il piede e conseguentemente tutto il corpo
per effetto d'inerzia accumulata nella fase precedente, grazie alle contrazioni
muscolari.
Nella fase di appoggio, l'impegno muscolare non e' molto forte, anche se nel
nostro sport questo movimento riveste una grande importanza in quanto
corrisponde all'impatto con il terreno, quasi sempre durissimo. Spesso e'
proprio il ripetersi di questo impatto con il piede che non appoggia in maniera
corretta, a fare infiammare i tendini. L'errato appoggio del piede a terra puo'
essere dovuto a vizi a carico dello stesso come ad esempio il piede rivolto
troppo verso l'esterno, o troppo verso l'interno, il piede piatto.
Un'altra causa puo' essere un paio di scarpe non adatte che tendono a spostare o
troppo all'esterno o troppo all'interno il piede facendo infiammare i tendini
dei muscoli che si inseriscono su di esso. Se ci si rende conto che sono le
scarpe a farci infiammare i tendini non e' consigliabile attendere che si
"finiscano", ma sara' molto salutare metterle da una parte e cercarne
un paio adeguate al nostro piede.
Invece se l'appoggio sbagliato e' dovuto ad un vizio del piede se ne puo' render
conto solo un medico-ortopedico e solo lui puo' consigliare dei plantari in
sughero da applicare dentro le scarpe usate per correre. Tali plantari
compensano i difetti e permettono la corsa senza fastidiosi dolori anche se le
scarpe diventeranno un po' piu' pesanti.
La fase di spinta avviene grazie alla contrazione del tricipite della sura;
questo, fra tutti i muscoli che azionano il piede, e' fra quelli che compiono il
lavoro piu' intenso durante la corsa, quindi sara' bene, alla fine della
manifestazione podistica, o alla fine dell'allenamento eseguire qualche
esercizio per rilassarlo (di allungamento).
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ESERCIZI PER IL PIEDE
Un esercizio semplice per rilassare il piede consiste nell'appoggiare le mani ad
un sostegno situato all'altezza del petto, portare le gambe dietro
centoventi/centocinquanta centimetri dal sostegno ed a questo punto sollevarsi
sulle punte dei piedi per poi spingere in basso i talloni fino a cercare di
farli toccare in terra.
Durante quest'ultima fase si avvertira' la sensazione di allungamento sia del
polpaccio che del tendine d'Achille in quanto il muscolo si distende in modo che
attraverso lo stretto intreccio di fibre muscolari circola piu' sangue favorendo
lo smaltimento dei prodotti della fatica come l'acido lattico, che si erano
accumulati durante l'azione di corsa.
E' necessario tenere fermo il muscolo in allungamento per una decina di secondi
dopodiche' ci si risolleva sulle punte e si ripete sei/otto volte quando
l'allenamento e' stato leggero, dodici/quattordici quando ci siamo impegnati
molto.
Osservando il modo di correre dei podisti, specialmente di quelli che hanno
iniziato a correre in eta' non piu' giovanissima e che non hanno mai fatto sport
in precedenza, abbiamo notato che sfruttano poco l'azione di spinta del piede
avanzando a piccoli passettini quasi pesticciando e facendo un sacco di fatica.
Cio' puo' essere dovuto in genere ad una mancanza di sensibilita' nella
articolazione tibio-tarsica per cui si e' convinti che il piede spinga
interamente, mentre in realta' spinge solo in minima parte. Altre articolazioni
sono responsabili di questo modo di correre ed in particolare l'articolazione
coxo perorale.
Per dare sensibilita' all'articolazione tibio-tarsica si possono eseguire tratti
di trenta/quaranta metri saltellando a piedi uniti piegando le gambe il meno
possibile. Le mani sono ai fianchi. Si puo' iniziare con un tratto per arrivare
fino a tre/cinque. Inoltre si puo' procedere a zoppino prima con un piede poi
con un altro. Le prime volte e' consigliabile cambiare piede ogni quindici/venti
metri, poi si puo' fare trenta/quaranta metri prima sull'uno e poi sull'altro.
Potremo arrivare a compiere tre tratti per piede tranquillamente. Le mani sono
sempre ai fianchi.
Questi esercizi servono anche per rinforzare le caviglie prevenendo slogature e
distorsioni.
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ESERCIZI PER IL PIEDE (seconda parte)
Ci sono poi altri esercizi che e' bene prendere l'abitudine di fare in quanto
contribuiscono a mobilizzare ed a sensibilizzare le nostre estremita' e
conseguentemente una migliore utilizzazione dello sforzo:
1. Seduti su una sedia, su uno sgabello, su una poltrona o su qualsiasi cosa
purche' rialzata da terra, sollevare un piede e ruotarlo; prima verso l'esterno
e poi verso l'interno. Eseguirlo con entrambi i piedi facendo tre/cinque
ripetizioni per piede di un minuto (trenta secondi verso l'esterno, trenta verso
l'interno).
2. Dalla posizione di prima cercare di piegare il piede verso la noce interna e
poi verso la noce esterna. Eseguire i movimenti prima con un piede e poi con
l'altro, ripetere tre/cinque volte per piede ogni volta per trenta/quaranta
secondi.
Gli esercizi ora descritti si possono fare in casa, davanti alla televisione, in
ufficio, insomma quando si e' comodamente seduti. Non e' strettamente necessario
eseguirli dopo l'allenamento ma data l'estrema facilita' e' consigliabile
eseguirli una volta al giorno o anche piu' dal momento che lo sforzo richiesto
e' modestissimo.
Questi esercizi hanno lo scopo di mettere in tensione tutti i vari muscoli che
permettono i movimenti del piede, sono da ritenersi preparativi alla corsa e si
possono inserire nel riscaldamento prima della manifestazione podistica, e nei
primissimi minuti che precedono l'inizio dell'allenamento:
1. Eseguire quattro/sei tratti di quindici/venti metri camminando sui talloni
alternando altrettanti tratti camminando sugli avampiedi. Le mani sono ai
fianchi.
2. Eseguire tre/cinque tratti di dieci/quindici metri camminando sul bordo
esterno dei piedi alternando altrettanti tratti e cercando invece di camminare
sul bordo interno dei piedi.
Sara' bene fare questi esercizi anche prima di iniziare la corsa di
riscaldamento: devono costituire proprio il primo atto che prepara allo sforzo
piu' intenso che ci accingiamo a fare. Gli esercizi servono a fare stare in
salute i nostri piedi e le nostre gambe. Un piede mobile ed efficiente in tutti
i suoi movimenti rimane sempre elastico e sopporta meglio gli sforzi richiesti
dal nostro sport.
E' vero, a volte e' noioso mettersi a fare questi movimenti, ma ricordiamoci che
e' meglio spendere dieci-quindici minuti prima e dopo la corsa in questi
esercizi invece di essere costretti a periodi di inattivita' a causa di qualche
malanno muscolare o tendineo.
La tendinite e' un "osso duro" e non la si cura ingerendo qualche
pasticca consigliata dall'amico o facendoci fare una infiltrazione di cortisone:
molto spesso fanno passare il dolore ma non curano il male, per cui si corre il
rischio di avere una riacutizzazione dopo poco tempo. Quando il dolore persiste
andate, senza scrupoli, da un medico-ortopedico, ovvero da uno specialista in
questa materia.
LE ARTICOLAZIONI
Le articolazioni possono essere paragonate - usando un termine meccanico - a
cuscinetti. Ogni articolazione ha un nome che dipende il piu' delle volte dalle
ossa che la formano. Nel piede abbiamo dunque la tibio-tarsica che e' formata
dalla tibia e dal malleolo peroneale (parte terminale del perone, osso che forma
insieme alla tibia la gamba) e l'astragalo (osso del tarso). Questa
articolazione permette i movimenti di flessione ed estensione del piede. C'e'
poi la sotto-astragalica formata dal calcagno e navicolare e la medio-tarsale
che insieme alla sotto-astragalica permette i movimenti di rotazione e quelli di
movimento di tutto il piede con gamba ferma, sia all'interno che all'esterno.
Tale movimento viene effettuato da tutto il piede e non dalla sola punta come
sembrerebbe piu' facile fare. Le altre articolazioni del piede sono fra le ossa
metatarsali e le falangi, fra le falangi e le falangine, e fra le falangine e le
falangette.
DOVE CORRERE NEL MONDO DOMAGNANO (REPUBBLICA DI SAN MARINO)
A cura di Robert Gasperoni - Ci sono un paio di posti di campagna dove andare a
correre o a camminare, fare esercizi, con un circuito all'interno di un bosco.
Queste località sono Monte Cerreto, dietro il Monte Titano, una
"riserva" per camminatori e corridori sempre aperta, venti minuti a
piedi. L'altro posto è a Domagnano, un circuito di dieci minuti in aperta
campagna, aperto durante il giorno. Se preferite un circuito più difficile, ci
sono le strade del centro, dove potete camminare in su e in giù visitando la
parte antica della città. Ci potete andare in qualsiasi momento della giornata:
non è permesso correre durante le visite turistiche (in estate), ma potete
correre e allenarvi negli altri periodi dell'anno. È un luogo non attrezzato
per gli atleti, ma è affascinante. Le mappe di due percorsi proposti si trovano
là sul posto, quindi sarà facile scegliere il tracciato preferito. Ci sono
molti parcheggi per le auto. Vicino a Monte Cerreto c'è un ristorante, così c'è
modo di riposarsi e rifocillarsi dopo la corsa.
CURIOSITA' SPICCIOLE VINCERE SOLDI A MANCIATE
Nel dicembre del 1983 si svolse a New York una corsa podistica sponsorizzata da
una banca locale. Il primo premio consisteva nell'accaparrarsi quanto piu'
denaro fosse possibile in soli trenta secondi: la vincitrice ha raccolto dollari
per undici milioni di lire. Unica condizione: destinarli ad opere di
beneficienza.
GLI ERRORI DI CHI INIZIA A CORRERE
Possono essere di vario tipo gli errori del principiante,
elenchiamo di seguito i più ricorrenti, che possono peraltro
avere conseguenze spiacevoli.
1) Si parte a freddo, senza aver fatto il giusto riscaldamento
e lo stretching necessario, con conseguenti problemi ai muscoli.
2) Scarpe assolutamente inadatte: si devono utilizzare sin
dall'inizio scarpe tecniche, anche perché servono per evitare
infortuni.
3) E' importante iniziare su percorsi piatti, il principiante
deve evitare assolutamente le salite e le discese perché possono
causare traumi ed infortuni. Il discorso vale anche per chi
vive in montagna o in collina.
4) Distanze troppo lunghe. All'inizio e' bene evitare di percorrere
troppi chilometri, il fisico si deve adattare.
5) Tecnica assolutamente inadatta: e' bene cominciare sotto
la direzione di un esperto o comunque informarsi sulla postura
da assumere quando ci si allena, per evitare di incorrere in
difetti tipici del principiante