Storia
della Chiesa Parrocchiale
Prima del 1600 la Chiesa di Serri, con le Unite di
Gergei ed Escolca, costituivano la Prebenda del Decanato dell'antica diocesi di
Dolia, la cui sede era nell'attuale Dolianova a San Pantaleo. Soppressa questa
diocesi dal papa Alessandro VI, con Bolla del 2-4-1508, continuò la suddetta
Prebenda a conferirsi ad ecclesiastici della diocesi di Cagliari. L'ultimo che
la possedette fu il Sac. Benedetto Simone. Morto questi, nel 1575 le tre
Prebende furono separate ed erette a Rettorie in forza della Costituzione
Apostolica di papa Pio V in data 1-10-1568. Dall'Arcivescovo Mons. Francesco
Perez fu bandito il concorso per la Rettoria di Serri.
Dal 25-8-1994 fino al 2-2-1997, le parrocchie di
Serri e di Escolca sono state guidate da un unico parroco a motivo della scarsità
del clero diocesano di Cagliari.
Elenco
parroci di Serri dal 1576 ad oggi
LA CHIESA
PARROCCHIALE
DI SAN BASILIO
La chiesa
parrocchiale, in stile romanico-pisano, intitolata a S.
Basilio Magno, si fa risalire al 1100 con evidente ricordo dell'influsso
religioso degli orientali nel lungo periodo di dominio bizantino nell'isola.
La facciata, realizzata in pietra lavorata, è
stata restaurata nel 1958; in particolare sono stati rifatti gli antichi merli
di fatture medievale.
Il portone centrale presenta tracce di una
precedente apertura a tutto sesto ed è sovrastato da un rosone che sostituisce
una finestra rettangolare. Ai lati si notano due colonne tortili in pietra; in
alto sta lo stemma vescovile che ricorda S. Basilio Magno, datato 1771. Sul lato
destro del portone c'è una porta con
stipiti in pietra finemente lavorati.
Adiacente alla chiesa, sulla destra, sta il
campanile sormontato da una croce in ferro e la cui cuspide, anticamente a vela,
è a forma piramidale con quattro archi a tutto sesto dove stanno tre campane
dell'ottocento e una sul lato nord del 1996.
Anticamente il piazzale della chiesa era chiuso a
sud e a nord da due archi merlati. Quando è stato abbassato il livello della
piazza, nel 1958, detti archi sono stati demoliti.
Internamente la
chiesa è a croce latina, ha tre navate separate da grandi archi a sesto
acuto, poggianti su basamenti quadrangolari. Il tetto, a doppio spiovente, è
ricoperto esternamente da tegole, mentre all'interno è costituito da tavole di
legno sostenute da capriate.
L'altare maggiore,
in marmo finemente intarsiato, è dedicato a S. Basilio. Detto altare e la
balaustra che chiude il presbiterio sono datati rispettivamente 1761 e 1780 e
sono opera del rettore Giovanni
Battista Cossu, che resse la parrocchia per ben 55 anni, dal 1745 al 1800.
Contemporaneamente furono costruiti dallo stesso
rettore gli altari della cappella della Vergine
del Rosario, di S. Basilio,
il
battistero, datato 1782, il lavabo in
marmo che si trova all'interno della sacrestia, datato 1754, nonché la chiesa
filiale di S. Antonio e il Monte Granatico.
È in progetto, da parte della Soprintendenza ai
Beni e alle Attività Culturali di Sassari e Nuoro, il restauro degli altari
lignei in stile barocco del seicento (S.
Basilio, Rosario e S. Vittoria) per cui ci si augura, a breve termine, di
poterli ammirare nel loro antico splendore.
Sulla destra rispetto all'altare maggiore possiamo
ammirare la cappella dedicata alla Madonna del Rosario, la cui festa viene
celebrata il 2 febbraio (festa della Candelora e della prioressa).
L'altare è in legno policromo (azzurro e oro)
sormontato da quattro colonne tortili. Al centro trova spazio la nicchia che
contiene la statua della Madonna. Sulla volta della cappella possiamo vedere una
colomba, simbolo dello Spirito Santo, che ricorda l'Annunciazione.
Il palliotto dell'altare è in marmo ornato a
intagli a foglia bianchi e neri ed al centro è scolpita l'immagine della
Madonna. Esso è datato 1782, Rettore Giovanni Battista Cossu.
Sul capitello di sinistra è riprodotto,
specularmente rispetto all'originale, lo stemma di Carroz del Ducato di Mandas,
a cui Serri apparteneva dal 1352.
Alla Madonna del Rosario è stata donata una
preziosa corona d'argento dalla signora Flaminia Medda di Gergei in data
8-10-1639 (notizia tratta dal "Libro della causa pia della parrocchia di
S. Vito M. di Gergei").
Sulla sinistra rispetto all'altare maggiore sta la
cappella dedicata a San Basilio Magno, patrono di Serri, la cui festa liturgica
cade il 2 gennaio ma che viene celebrato nel paese il 1 settembre.
L'altare è in stile barocco, in legno policromo
(azzurro e oro) con quattro colonne tortili. Al centro si trova un'ampia nicchia
che contiene il simulacro del santo.
Sul palliotto dell'altare, in marmo ornato a
intagli a foglia bianchi e neri è scolpita l'immagine del santo.
Sulla sinistra, rispetto al portone centrale, la
prima cappella è dedicata a S. Vittoria, attualmente viene chiamata cappella di
S. Giovanni Battista perché nella nicchia centrale vi è collocata la statua
del santo.
L'altare, in stile barocco, del '600 è in legno
policromo (azzurro e oro) ed ha quattro colonne tortili.
Nel 1975 tale altare è stato malamente restaurato
e la sua base ricoperta in marmo grigio.
Come le altre cappelle, anche questa è in attesa
di restauro che possa ridonare l'antico prestigio e decoro.
LA CHIESA DI SANT'ANTONIO
La chiesa di S. Antonio è situata nel centro
storico del paese ed è stata eretta nel 1770 essendo Rettore il Sac. Giovanni
Battista Cossu.
La chiesa ha una sola navata, la volta a capriate
separate da archi a tutto sesto. Recentemente la chiesa è stata restaurata ed
è stato demolito l'altare per fare posto ad un altarino mobile. Sulla facciata
della chiesa è evidente un piccolo arco per contenere la campana in bronzo,
presente fino al 1958 e che venne fusa per poter riparare la campana grande che
ora si trova nel campanile della parrocchiale.
La festa di S. Antonio abate, il 17 gennaio, col
falò e la benedizione del pane, e la festa di S. Antonio da Padova, il 13
giugno, vengono celebrate in questa chiesetta con larga partecipazione di
popolo.
LA CHIESA DI SANTA
LUCIA
La chiesa di S. Lucia si trova in campagna a circa
2 Km. dal centro abitato di Serri sulla strada che porta a Seui. Ha una sola
navata, con altare centrale e un arco a tutto sesto che delimita l'area del
presbiterio. Sulla facciata esiste ancora una campanella in bronzo per
richiamare i fedeli che accorrono numerosi da Serri e dai paesi vicini.
Due volte l'anno, la terza domenica di Maggio e la
terza domenica di settembre, si celebra la festa di S. Lucia, caratterizzata
dalla fiera del bestiame. La fiera venne inaugurata nel 1920 e per lunghi anni
fu considerata una delle manifestazioni più importanti dell'isola. Con
l'avvento della meccanizzazione i capi bovini andarono via via impoverendosi
fino a scomparire quasi del tutto. Oggigiorno conta pochi partecipanti, e solo
da pochi anni si sta cercando di ridarle un aspetto decoroso.
Attualmente convergono a S. Lucia numerosi fedeli
per partecipare alla festa religiosa e per gustare i prodotti locali e i
prelibati torroni di Tonara e di Aritzo, sempre presenti a tale manifestazione.
LA CHIESA DI SANTA
VITTORIA
Nell'ambito del santuario nuragico di S. Vittoria
si trova, posta sull'estremità sud occidentale dell'altipiano, a circa 6 Km.
dall'abitato di Serri, la chiesa omonima sorta presumibilmente su un edificio
nuragico. Ancora oggi consacrata la chiesa è oggetto di culto da parte dei
fedeli che vi si ritrovano l'11 settembre in occasione della festa della santa.
Alla chiesa si accede attraverso un arco a tutto
sesto facente parte di un portico ormai diroccato di cui rimane, oltre all'arco
sopraccitato, un basso muretto posto frontalmente alla porta d'ingresso
dell'aula rettangolare che costituisce l'attuale chiesa.
All'interno si conservano, sul lato destro,
quattro archi, murati ma ancora ben visibili, che in passato
comunicavano con la navata laterale destra; mentre di quelli che certamente
esistevano sul lato sinistro non rimane traccia evidente in quanto la facciata
del muro è stata completamente intonacata.
Il tetto, a doppio spiovente, è ricoperto
esternamente da tegole, mentre all'interno è costituito da tavole in legno
sostenute da sei capriate in legno di ginepro e di castagno. Su una di queste
travi di ginepro si trovano incise delle lettere maiuscole con un numero, 1848,
che probabilmente sta ad indicare una data.
Considerato il carattere sacro di tutto il
complesso, si suppone che vi sia stato un edificio di culto cristiano sin dai
tempi antichi, forse risalente ai primi secoli del 3° millennio d. C.
Abitualmente la chiesa è chiusa al pubblico. La
si apre in occasione della festa il 10 e l'11 settembre, ma a richiesta,
rivolgendosi alla Cooperativa S. Vittoria che custodisce l'intero complesso, è
comunque possibile visitarla.
LA CHIESA DI SAN
SEBASTIANO
Sul restringimento della "Giara",
andando verso il santuario nuragico di S. Vittoria, sulla sinistra i ruderi
dell'antica chiesetta di S. Sebastiano dominano dall'altipiano un'ampia vallata
da cui si gode un panorama incantevole. La chiesa occupa un tratto di un piccolo
abitato romano.
A pochi metri a nord ovest dell'edificio sacro, ci
sono tracce abbastanza evidenti di un pozzo per la raccolta dell'acqua piovana.
Tutto intorno alla chiesa sono visibili embrici e tegole frammentarie unitamente
a pezzi di stoviglie.
Dal Libro della Causa Pia di Gergei si
legge: "Presente a Serri come Rettore Giovanni
Basilio Guiso Carta, un certo Matta di Gergei, morto il 6-11-1663, lascia
cinque soldi per varie opere pie tra le quali per la chiesa di S. Sebastiano
fondata in territorio di Serri". Se ne deduce che la chiesa di S.
Sebastiano si può datare ad un tempo antecedente il 1663. Della chiesa se ne ha
testimonianza certa fino agli ultimi decenni del secolo scorso, ma non se ne
conosce né la data certa, né la causa per cui sia andata in rovina.