-At Action Park- All Music Guide (www.allmusic.com)

Shellac's first three singles (especially Uranus) suggested that Steve Albini was moving into more subtle and dynamic territory after the musical and lyrical brutality of Big Black and Rapeman, but the group's first full-length album, At Action Park, proved that the misanthropic noisemaker responsible for Atomizer and Songs About Fucking was still very much present. "My Black Ass," "Dog and Pony Show," and "Il Porno Star" revealed Albini was still obsessed with sex, violence, and anti-social behavior, and the hard, metallic guitar figures of "Pull the Cup" and "Song of the Minerals" were as uncompromisingly abrasive as ever, with Albini's trademark engineering (dry, stark, and crystal clear) making the rough edges all the more punishing. But At Action Park does reveal a band more musically intelligent and imaginative than Big Black, and while it hits a good bit harder than the 7"ers that preceded it, Shellac is still significantly more concerned with the space between the notes than any of Albini's earlier projects. Just as importantly, in drummer Todd Trainer and bassist Bob Weston, Albini had found a human rhythm section that lived up to his exacting specifications, with Weston adding both melody and force with his thick, meaty tone and Trainer displaying both precision and an expressive abstraction behind the kit. And while Shellac's idea of a good time would still make most folks uncomfortable, there's a dark but genuine humor to a few of the cuts (especially "Il Porno Star), and "Songs of the Minerals" suggests Albini may actually feel compassion for one of his protagonists. At Action Park made it clear that Steve Albini was slowly but surely maturing, while stubbornly refusing to compromise in the process. — Mark Deming

Rating: * * * * *

- At Action Park- All Music Guide (Italiano)

I primi tre singoli degli Shellac (specialmente Uranus) mostrarono che Albini stava muovendosi su un territorio più sottile e dinamico dopo la brutalità musicale e dei testi delle precedenti esperienze con Big Black e Rapeman, ma il primo album sulla lunga distanza del gruppo, At Action Park, ha invece provato che il misantropo e chiassoso autore di Atomizer e Song About Fucking è ancora più che mai presente. "My Black Ass", "Dog And Pony Show" e "Il Porno Star" rivelano ancora una volta l'ossessione di Albini per il sesso, la violenza e la condotta anti-sociale;  il suono fragoroso e metallico della sua chitarra in "Pull The Cup" e "Song Of The Minerals" è come non mai abrasivo e senza compromessi. La produzione pungente, secca, chiara e cristallina, ormai vero e proprio marchio di fabbrica di Albini, rende i passaggi ruvidi ancora, se possibile, più cattivi. Tuttavia At Action Park rivela una band più intelligente e creativa dei Big Black, e sebbene l'album colpisca più duramente rispetto ai precedenti singoli su vinile, mostra come gli Shellac siano più significativamente concentrati sullo spazio fra le note (stop and go) rispetto ad ogni altra vecchia produzione di Albini. Il controverso chitarrista ha trovato inoltre nel batterista Todd Trainer e nel bassista Bob Weston una sezione ritmica che si adatta perfettamente alle sue caratteristiche,  con Weston ad aggiungere contemporaneamente melodia e potenza attraverso pesanti e sostanziose tonalità, e Trainer ad arricchire il tutto con precisione ed espressiva astrazione in egual misura. Sebbene la concezione di divertimento degli Shellac potrebbe mettere ancora a disagio alcuni, da notare la presenza di uno humour nero ma genuino (specialmente in "Il Porno Star"). Infine "Song Of The Minerals" dimostra che Albini potrebbe attualmente provare della compassione per uno dei protagonisti dei suoi brani... Dall'ascolto di At Action Park risulta evidente che la lenta ma incisiva maturazione di Steve Albini procede accompagnandosi al rifiuto ostinato di ogni genere di compromesso con il sistema. — Mark Deming

Voto: * * * * *