"Canone inverso" (idem) - regia di Ricky Tognazzi, tratto dal romanzo omonimo di Paolo Maurensig, soggetto cinematografico e sceneggiatura di Simona Izzo, con gabriel Byrne, Domiziana Giordano, Andy Luotto, Hans Matheson, Adriano Pappalardo, Ricky Tognazzi, Peter Vaughan- Italia 1999.

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Trama

Una giovane donna ed un uomo d'età si contendono, nel corso di un'asta, un violino, certamente antico, ma di fattura non particolarmente pregevole. E' evidente che per i due ha un forte significato simbolico. E' il punto di partenza per un viaggio a ritroso nel passato, fra le vie di Praga, prima nel '68, poi al tempo dell'invasione nazista, per scoprire la passione di un giovane violinista per la musica e per una deliziosa pianista. Per scoprire che fare musica è come fare l'amore.

 

Pregi

E' sicuramente un prodotto che può vantare un'ottima confezione. L'intento di Tognazzi, che voleva realizzare un "film europeo", si è perfettamente concretizzato sullo schermo. Buoni gli attori, coinvolgente ed intrigante la colonna sonora (grandi classici, affrescati qua e là dalle musiche di Moricone. Bellissima!). Stupenda l'ambientazione (del resto, un film girato a Praga, non può non approfittare della meravigliosa e suggestiva città ceca). La regia nel complesso merita un plauso, visto che non era per niente semplice rendere la complessa struttura a scatole cinesi che si trova nelle pagine del libro. Tutto sommato, Tognazzi ci riesce bene e la vicenda fila. Ho adorato tutte le inquadrature sui musicisti, la scena dell'audizione e quella del concerto!

 

Difetti

Alcuni buchi di sceneggiatura, qualche errore in fase di riprese, che non si poteva correggere nemmeno in postproduzione (personaggi che non invecchiano anche se passa il tempo...), vanno ad intaccare un buon film. In più, per tutto il primo tempo, la storia si trascina, stanca... non succede quasi niente; gli spettatori che avevano letto il libro pregavano di veder il protagonista varcare finalmente la soglia del Conservatorio! Poi, il secondo tempo si riprende, anche se i rapporti fra alcuni personaggi restano abbozzati ed il tutto è permeato da un buonismo fin troppo rassicurante. Tognazzi, forse, si poteva risparmiare il cammeo ad ogni costo. In ogni caso, un film da vedere, se non altro per sostenere la rinascita dell'industria cinematografica italiana!

Alberto Puliafito

 

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