SELEZIONE SQUADRA NAZIONALE DI LONG CASTING

Vicarello (Li) 4 e 5 dicembre ’99


Il postino suona e nella buca della posta scende una corpulenta busta, con i cinque cerchi del C.O.N.I. e l’intestazione della F.I.P.S.A.S.-

E’ la convocazione per la selezione della Nazionale che parteciperà ai prossimi Campionati del Mondo di Long Casting. L’emozione e la soddisfazione sono sempre intensi (la Patria che chiama!), anche se, alla lettura dei nominativi dei convocati, ci si accorge che manca qualcuno che potrebbe dire la sua in fatto di metri.

L’appuntamento è per la mattina di sabato 4 dicembre ’99, alle 8.30, sul campo di Vicarello, ma gli atleti che arrivano da fuori regione sono in zona già dalla sera prima. L’ottima struttura dell’Albergo LE TORRI, a Tirrenia, è meta ideale per rilassarsi prima e dopo la gara.

Le previsioni del tempo non sono le migliori, in quanto i meteorologi annunciano forti venti da sud-ovest e piogge sparse, ma al dunque si sono viste due sole gocce d’acqua e vento che, dopo aver fatto ben sperare, tradisce le aspettative disponendosi da destra a sinistra, calando del tutto o concedendosi solo per brevi attimi, viziando non poco le distanze finali.

In ogni caso si inizia con i 125 gr., e chi riesce a sfruttare in tempo una leggera brezza sul cono, infila subito misurette poco oltre i 200 mt., ma non appena Eolo si "diagonalizza" da destra a sinistra, vi è una pietosa processione sul campo coltivato adiacente la pedana, con tanto di "salto del fosso", a raccogliere le "pance" di filo.

Dopo il pasto in una vicina trattoria, subito sul campo con i 150 gr.- Qui bisogna fare un appunto al C.T. ALBERO Alberto: cambiare classe di piombo richiede almeno un lancio di prova, quantomeno per saggiare la diversa pressione della zavorra sulla canna e sulle braccia. Benché richiesto, il direttore di gara negava la prova adducendo motivazioni legate alle scarse ore di luce; nulla da eccepire su questo, ma sarebbe stato opportuno, allora, non indugiare davanti alla bottiglia di "rosso novello" nella pausa pranzo. La sensazione diffusa è che, tranne improvvisi capovolgimenti di classifica, si abbia un’idea già precisa di chi "andrà", e chi resterà a casa, alla finale mondiale.

Fortunatamente nel pomeriggio il vento si allinea, anche se per poco tempo, in maniera soddisfacente alla linea di tiro, e le distanze sembrano risentirne positivamente, tanto da vedere un tiro a 240.47 mt.-

Al termine della prima giornata si stila una graduatoria provvisoria, e si rimanda il verdetto finale alla mattina successiva; chi nella propria casa, chi in albergo, ristorati da una doccia calda ed una cena succulenta, tutti comunque a ripensare alla gara del giorno ed a pianificare la prova dell’indomani. Sono annunciati venti settentrionali e forti piogge, per cui si rivedono le lubrificazioni e si preparano gli ombrelloni.

Invece, con le prime luci dell’alba, si capisce che i venti sono di ponente e le nubi si sono diradate. Partono i 175 gr., gioia e delizia di molti lanciatori, e da subito si intravede qualche interessante misura, tenuto conto del vento che soffia intorno ai 4-5 nodi sulla linea centrale. Ma la soddisfazione dura ben poco: al quarto turno Eolo, sempre lui, se la svigna lasciando una cappa d’aria densa e umida che blocca letteralmente i piombi in volo. Più di qualcuno rinuncia a tirare il quinto turno, ma visto che il vento non accenna a tornare, bisogna fare buon viso a cattiva sorte imbracciando di nuovo gli attrezzi.

Al dunque, la classifica finale vede il seguente ordine:

  1. TERRAGLIA Pietro con mt. 205.67 + 235.31 + 224.44 = mt. 665.42
  2. FANNELLI Daniele con mt. 208.01 + 230.95 + 222.06 = mt. 661.02
  3. BECHINI Walter con mt. 204.93 + 225.67 + 223.11 = mt. 653.71
  4. DEL NERO F. con mt. 191.16 + 228.35 + 233.77 = mt. 653.28
  5. SCRUFARI Antonio con mt. 205.15 + 227.32 + 218.17 = mt. 650.64
  6. AMATO Vincenzo con mt. 206.68 + 216.64 + 215.72 = mt. 639.04
  7. PAOLICCHI Paolo con mt. 206.12 + 223.14 + 206.50 = mt. 635.76
  8. GABRIELI Carlo con mt. 195.32 + 223.70 + 215.71 = mt. 634.73
  9. FILIDEI Mario con mt. 000.00 + 240.47 + 217.50 = mt. 457.97
  10. GALIETI Elvio con mt. 197.52 + 217.00 + 000.00 = mt. 414.52

Volendo fare un’analisi della prova, del contesto e dei partecipanti, emergono dati interessanti, discutibili, inquietanti, curiosi.

Cominciando dall’epoca della selezione (primi di dicembre del 1999), ci si chiede quale "mente eccelsa" abbia partorito una simile decisione. La finale Mondiale avrà luogo nel settembre del 2000, tra dieci mesi (sic!), e si sa bene come lo stato di forma di un atleta possa variare in un lasso tempo così lungo; chi adesso non ha difficoltà nella distanza potrebbe entrare in crisi, così come chi ora fa "fuoco e fiamme" con la canna in mano, potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia. Poiché il C.T. ALBERO afferma di aver ricevuto disposizioni dai vertici Federali (quali sono questi vertici?), e che il destino della Nazionale sembra esulare dalla sua sfera, nasce il sospetto che la guida della Nazionale non possa, o non sia in grado di gestire la Squadra a lui affidata.

Sarebbe assurdo pensare che Dino ZOFF, al momento di preparare la Nazionale di calcio, subisse ingerenze da chicchessia. Così come è assurdo che un C.T. pretenda di formare una squadra vincente nel condominio di casa. Esistono realtà di lancio nella Penisola importanti ma trascurate. Ci sono colonne storiche del long casting in grado di produrre metri con costanza ed affidabilità, purtroppo ignorate perché non parlano il dialetto di Dante. Durante questa selezione si sono visti atleti che, pur mancando otto volte su otto una delle categorie di piombo, e azzeccando a malapena le altre, avevano un bel sorriso compiaciuto e tranquillo stampato in faccia… questo fa pensare che forse più di qualcuno ha fatto dei chilometri (tanti) inutilmente.

Nella convocazione federale si legge che ad ogni Atleta verrà corrisposta la somma massima di lire 200.000 (lire duecentomila), sulla base della documentazione presentata, come rimborso spese sostenute per la trasferta: orbene, sarebbe interessante capire come un partecipante possa rientrare nella somma stabilita, provenendo da una località diversa da quella della selezione (Vicarello, Livorno). Tenendo conto dell’orario del raduno (08.30 di sabato 4 dicembre ’99), è assurdo pensare che una persona proveniente, ad esempio, dalla Capitale possa partire alle 04.00 della mattina, affrontare un viaggio di 400 km., imbracciare la canna e sparare sedici lanci al meglio della forma; è indispensabile pernottare in loco già dalla sera prima. Vi è poi la notte tra il sabato e la domenica, nonché il vitto, la benzina e l’autostrada da pagare, tutto con £ 200.000. E chi arriva dalla Sicilia? A meno che non faccia l’autostop, spenderà la cifra preventivata solo per il treno (poltrona, non cuccetta!), a cui vanno aggiunti il vitto e l’alloggio.

I fortunati che invece abitano nella zona, magari ad un solo chilometro, non hanno questo tipo di problemi: dormiranno nel proprio letto e mangeranno alla propria tavola. Il fatto è che queste fortunate persone, riceveranno lo stesso il rimborso federale.

La Federazione deve assolutamente rivedere il proprio statuto, in quanto è inaccettabile che un Ente facente parte del C.O.N.I., massimo organo sportivo italiano, convochi degli Atleti per formare una Rappresentativa Nazionale, e poi sobbarchi questi delle spese per la loro presenza.

Un appunto anche al campo che ha ospitato questa prova, una struttura, a dire dei più, non idonea ad ospitare una gara importante poiché, a fronte di una lunghezza di circa trecento metri, vi è una larghezza appena superiore ai centodieci metri. Questo, oltre a determinare una scarsa apertura del cono ed una "diagonalità" che altera le proporzioni, costringe quei lanciatori che superano i 230 mt., sul semi cono sinistro, a dover saltare un fosso di scolo delle acque per accedere al campo adiacente, con feroce disappunto del contadino che lo coltiva. Nella sua superficie, vi sono altri due fossi da saltare che tagliano perpendicolarmente tutta la lunghezza del terreno; il fondo di questo, anche dopo una breve pioggia, risulta impraticabile dai mezzi, costringendo i partecipanti ad una sgambata di quasi un chilometro fino ad un parcheggio sulla statale. Inutile rimarcare che il fango va ad inzaccherare tutto. Il grottesco è che questo "campo", perché non si può parlare di pedana, viene indicato come quello che ospiterà i prossimi Mondiali di lancio!!! Possibile che non esista in tutta Italia una struttura adeguata ad ospitare in maniera decorosa una manifestazione internazionale?

Lasciando da parte per un momento questo penoso argomento, è giusto spendere qualche parola sui partecipanti alla selezione.

Il primo classificato, Pietrino TERRAGLIA, ha senz’altro meritato la sua posizione: costanza e precisione sono la sua miglior dote.

Un plauso va anche al secondo Daniele FANNELLI: ha saputo sfruttare la sua stazza.

Il terzo, Walter BECHINI, sembra essere sulla buona strada per il recupero del suo stato di forma, anche se, a parte le numerose rotture dello schock-leader sulla chiusura, avrebbe potuto fare di meglio.

Al quarto posto Francesco DEL NERO, potente ma discontinuo.

Quinto Antonio SCRUFARI, spesso in conflitto con la ostica AWT Daiwa.

Il siculo Vincenzo AMATO ha pagato lo scotto della fatica, avendo viaggiato in treno dalla Sicilia, piazzandosi al sesto posto, posizione in ogni caso a lui stretta.

Settimo Paolo PAOLICCHI, distratto forse dagli impegni con l’altra Nazionale, quella di Surf Casting.

Ottavo il romano Carlo GABRIELI. Reduce da un recente intervento chirurgico, non è riuscito a ritrovare, in breve tempo, il suo ottimo lancio.

Soltanto nono Mario FILIDEI; non è riuscito a mettere neanche un tiro dei 125 gr. sul cono di lancio. Sulle altre classi di piombo appoggiava in extremis un ottimo acuto (il solo) di 240.47 mt. Con il 150 gr., e 217.50 con i 175 gr., non sufficienti a garantirsi la partecipazione al Mondiale (stando al regolamento), salvo qualche miracolo all’italiana.

Ultimo, come misure e prestazioni, il fiorentino Elvio GALIETI, falloso su tutte le classi. Abbandonava la gara a metà della prova dei 175 gr.: tutti i suoi lanci finivano, tranne pochi, sul campo di patate a sinistra del cono.

Il compito del Commissario Tecnico ALBERO si fa arduo ed impegnativo; come dallo stesso più volte pronunciato durante la prova, "c’è da mettersi le mani nei capelli" al pensiero di organizzare una selezione valida e performante, capace di opporsi alle rappresentative estere. Un consiglio che viene spontaneo da dare al C.T. è quello di guardarsi intorno, di fare qualche chilometro in auto o treno, e farsi un’idea di ciò che accade al di fuori della provincia… Potrebbe rimanere sorpreso, in positivo!

Il Guru (Walter Bechini)