A averne di amici come questo cavernicolo apneista anconetano.
Prima mi fa la sorpresa di un comitato di accoglienza al mio ritorno da Itaca poi questa mail che finalmente mi regala
Un pò di soddisfazione
Caro Gioanni,
Come potrai vedere nelle foto che ho allegato, siamo, noi cavernicoli di Ancona, ormai entrati a pieno titolo nella scia che la tua vela e i tuoi consigli hanno lasciato dietro la tua "navigazione".
Abbiamo giusto giusto interpretato a modo nostro la questione dello snodo alla base della vela, che rimane identico nel principio, ma si modifica nei materiali e nella costruzione.
Infatti abbiamo utilizzato dei semplici raccordi arancioni in pvc, quelli che servono per l'acqua, che sono già quasi piegati alla bisogna dalla ditta che li costruisce; dunque è bastata una semplice scaldatina "et voilà"; piegatura perfetta in 30 secondi.
Per i distanziali al centro invece abbiamo preso dei bastoni tagliati a misura, del diametro del raccordo e forati al centro in modo tale da farci passare un elastico e la corda di fissaggio. I bastoni rotondi, consentono una superficie di appoggio molto ampia, e l'elastoco che li attraversa li tiene perfettamente uniti in ogni situazione, tanto che si può fare a meno del cavo centrale per tirare a se i raccordi quando si sfasano.
Per i pali della vela si è utilizzato delle canaline in plastica, da elettricista che come diametro sono perfetti per entrare a misura nel raccordo in pvc. Flettono forse un po' quando c'è molto vento, ma non è detto che sia un male. Infine abbiamo montato il tutto su di una tavoletta di compensato, così da rendre la vela completamente indipendente e separabile in un attimo dal kayak. Basta sganciare la cinghia del gavone di prua e il gioco è fatto.
Da quando le abbiamo montate, non c'è giorno che non rivolgiamo a te un pio pensiero di gratitudine.
Ci divertiamo come dei pazzi, e guardandoci scivolare sull'acqua reciprocamente non possiamo fare a meno di ripeterci l'un l'altro " però, sta vela....".
Senza contare poi che per noi che stamo in mare a pescare in apnea anche otto ore di seguito, avere il conforto di un ritorno in grotta a braccia conserte, è un lusso che pensavamo non poterci permettere fino ad ora.
La gente strabuzza gli occhi quando passiamo. C'è pure chi fra noi si è guadagnato un applauso.
Con il malcelato orgoglio del pescatore, ti invio anche una foto di una cattura di questa estate effettuata, ormai di regola, con il kayak.
Comunque il rispetto per il mare al primo posto.
Ma al secondo le cene che il mare ci permette tra amici vecchi e nuovi. Con quella leccia (18 Kg) ci ha mangiato il campeggio di Portonovo.
Un caro saluto e a presto. Se passi di qua fischia.
Diego Campetti (Cavernicolo)

P.S. Altre piccole soddisfazioni

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