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eco(collage).jpg (26360 byte) Il Pakistan, raggiunta  nel 1947, avviò un processo di sviluppo economico basato innanzitutto sul potenziamento dell'attività agricola, sulla creazione del settore industriale, fino ad allora praticamente inesistente in PaKistan e sulla ripresa del commercio, mediante il rafforzamento e la creazione ex novo di strutture per il trasporto (rete ferroviaria, collegamenti marittimi e aerei). Se si considera il livello di partenza, la crescita industriale del Pakistan ha del miracoloso: fin dagli inizi degli anni '80, il Paese ha registrato una delle percentuali più alte di crescita economica nell'Asia Meridionale (più del 6%), anche se per più della metà è stata assorbita dalla crescita demografica, che si mantiene tra le più alte dell'Asia (2,9-3%).
Una delle risorse economiche è costituita dalle rimesse dei numerosi emigrati pakistani, presenti soprattutto in Gran Bretagna e nel Golfo Persico.

Tuttavia la distribuzione della ricchezza è cambiata ben poco: il divario tra ricchi e poveri è sempre enorme, ancora debole la presenza del ceto medio.


L'economia è in mano a poche famiglie

Tale situazione si spiega senz'altro considerando che i tre settori dell'economia presentano un grado di concentrazione estremamente elevato che si manifesta nell'accentramento dell'intero assetto produttivo nelle mani di pochi gruppi.  L'investimento di capitali era controllato da 22 grandi famiglie quattordici delle quali originarie della regione di Bombay, rifugiatesi in Pakistan all'indomani della divisione), dalla ricchezza e dal potere sconfinati, eredi dell'antico regime feudale e sopravvissute intatte alla dominazione inglese, che hanno potuto stabilirvi un rigido controllo.Oggi i Saigol possiedono le officine tessili e chimiche, gli Habib e i Dawood le banche, gli Haron la stampa ecc., realizzando l'eccezionale concentrazione industriale e finanziaria tipica dell'economia pakistana.

Inoltre lo sviluppo è soffocato anche perché una parte rilevante del bilancio federale va all'esercito, che assorbe il 7% del PIL per spese militari.

Il settore trainante dell'economia resta tuttora l'agricoltura ( che insieme all'allevamento e, in misura minore alla pesca) impiega direttamente più della metà della forza lavoro e fornisce un quarto del prodotto interno lordo (PIL)e il 70% dell'esportazione.

L'industria continua a crescere velocemente (malgrado la scarsità delle risorse energetiche e minerarie).. Tuttavia, nonostante gli evidenti segni di crescita economica, molti pakistani esprimono in generale un senso di disillusione: la prosperità è limitata nella maggior parte di settori a gruppi ristretti di famiglie, mentre tra la gente comune è in aumento la disoccupazione e il reddito annuale pro capite rimane inferiore a 400$. Inoltre i ministri sembrano più interessati ai giochi di potere che alla giustizia sociale.

A ciò bisogna aggiungere una serie di circostanze sfavorevoli:

L'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq ha distrutto le riserve di petrolio di questo paese che era il principale fornitore del Pakistan e ha provocato di conseguenza un aumento del prezzo del petrolio. Nel 1992 inoltre c'è stata la sospensione degli aiuti al Pakistan da parte degli Stati Uniti a causa del piano di armamento nucleare avviato "presumibilmente" dal paese asiatico.

Sempre nello stesso anno si sono verificate vicende climatiche sfavorevoli e alluvioni disastrose (causate dai monsoni )che si alternarono a siccità non meno dannose.

 

GRAFICI

 

Popolazione attiva

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Prodotto Interno Lordo 

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debito estero

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Destinatari degli aiuti

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Crescita della produzione industriale

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Produzione del cotone

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Spese militari

 

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Import Export

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Grafici

Popolazione attiva

Crescita industriale

PIL

Debito estero

Aiuti

Spese militari

Produzione del cotone

Import-Export