GIOSUE'  RITROVATO
 

LE SORPRESE: ALL'INSAPUTA DI TUTTI
GIOSUE' IN INTERNET
www.siol.net
informazioni culturali di Sicilia on line!!

Bonfanti, Giosue
Approdi letterari: 1945-1998. - Lecce: P.
Manni, 2000.
446 p.; 21 cm.
Articoli e lezioni. - Contiene riferimenti
bibl.

DDC: 809
LC: PN
Materia: Lett.italiana
Isbn/Issn: 88-8176-145-9

Scheda Casalini N.: 00956201
 
 

 

ALL'INSAPUTA DI TUTTI
GIOSUE' ANCORA IN EVIDENZA IN LIBRERIA:


 
 


 
 da  IL POPOLO, giovedì 21 giugno 2001


ED ECCO IL PRIMO FRUTTO DELL'EREDITA' IMPORTANTE LASCIATO SENZA
ALCUN PREAVVISO ALLA MOGLIE BIANCA, BEN NASCOSTO NEI SUOI GELOSISSIMI CASSETTI:
 


 
 
 

L'eredità importante - approfondimenti

Nell'appassionata ricostruzione del lascito intellettuale e morale del marito, Bianca Bonfanti trova rari documenti già pubblicati, di cui autorizza l'estensione in Internet, perchè questo particolare momento dell'Italia rende preziosa la memoria del nostro passato, di quegli anni in cui la speranza sembrava scomparsa e in cui ognuno si trovava a vivere ai limiti del sopportabile, neanche sicuro di voler sopravvivere. Si abbatte infatti sulla realtà del giovane professo-
re il vortice della seconda guerra mondiale.

Nell'amarezza della prigionia tuttavia scrivere si può.....


 


 

UNA PACE SENZA ESULTANZA, NEL SOSPETTO CHE TANTA SOFFERENZA
VERRA' SFRUTTATA SOLO PER STABILIRE NUOVE EGEMONIE SENZA RIMUOVERE
LE CAUSE PRIME DEI CONFLITTI E SENZA RISPETTARE L'ESSENZA DELLA
CIVILTA' D'EUROPA, CIOE' IL PRIMATO DELLA COSCIENZA INDIVIDUALE.
Vedremo la morte d'Europa nel  REGNO CONFUSO DEL NUMERO e del MERCATO?
O dai coraggiosi NO della Resistenza nascerà la la nuova Europa, capace di equilibrare ed umanizzare il futuro?

IL DOPOGUERRA CONCEPITO COME UN TEMPO DI CRISI D'IDENTITA' CHE ANCORA OGGI APPARE NEL DISORIENTAMENTO NON SOLO GIOVANILE,  NELLO SCOLLAMENTO DEI MODELLI ESISTENZIALI, DATO IL CONTRASTO FRA LA NATURALE CREATIVITA' DELLA GIOVENTU' PERENNE DELLO SPIRITO E LO STATO DI DECADENZA DA FINE DELL'IMPERO ROMANO CHE CARATTERIZZA LA REALTA' DELLE NOSTRE SOCIETA' APPARENTEMENTE DOMINANTI.

Come ha potuto il giovane Professore camminare per i sentieri bui della violenza senza mai allontanarsi dalla sua innata probità?

GIOSUE' SILENZIOSO OBIETTORE DI COSCIENZA DENTRO L'OBBEDIENZA MILITARE, incaricato dell'approvvigionamento in terre di povertà estrema SINO ALL'8 SETTEMBRE 1943 E DENTRO L'EPOPEA DELLA BRIGATA GARIBALDI in cui confluiscono i superstiti del "Venezia" del tutto tagliati fuori dai rifornimenti e da qualunque
appoggio logistico da parte dell'Esercito e DALL'8 SETTEMBRE sino alla cattura da parte dei nazisti mentre il gruppo era decimato dalla malaria,  ALLA LUNGA PRIGIONIA  SINO AL SOLITARIO RIMPATRIO NEL 1945.

Monumento alla Divisione Garibaldi
inaugurato a Plievlia - Montenegro-
luogo di fondazione nel dicembre.1943
della DIVISIONE PARTIGIANA ITALIANA GARIBALDI in Jugoslavia
per la comune battaglia contro i nazisti
inaugurazione avvenuta
il 21 settembre 1983 da parte del Presidente Pertini
e del Presidente Spiljak
 
 


 
 

TERRA MARTORIATA E SENZA PACE, terra dagli aspri sentieri dove si è difesa la nostra liberta'



LE PEREGRINAZIONI DI GIOSUE' BONFANTI DAL MOMENTO DELLA CATTURA DA PARTE DEI NAZISTI

COMBATTIMENTI E POI CATTURA, A ZENICA

DA ZENICA SEMPRE PIU' A NORD TRASCINATI NELLA RITIRATA
DEI TEDESCHI

OLTRE BERLINO
SEMPRE PIU' A NORD, OLTRE HAMBURG E BREMEN
IN TREMENDE MARCE FORZATE
SINO A SANDBOSTEL

POI DI NUOVO VERSO SUD, DIREZIONE WEIMAR,
UNICA CONSOLAZIONE L'INCONTRO CON
SPIRITI AFFINI DESTINATI A RESTARE AMICI
PER SEMPRE E LA COMPAGNIA DEI SUOI LIBRI
BAGAGLIO MAI ABBANDONATO.

E Bianca Bonfanti  continua a trovare una ragione di vita nella consegna alle future generazioni della lezione di vita di Giosuè.Ha  anche ricostruito con pazienza certosina tutti gli altri appunti-testimonianza del periodo di guerra mai pubblicati, dell'adesione alla Brigata Garibaldi l'8 settembre, della prigionia e sino al ritorno in Patria nel 1945. Ha rintracciato il direttore responsabile della pubblicazione Camicia Rossa che della Garibaldi riunisce le memorie - e contattato con esito apparentemente positivo l'editore Mursia, superqualificato per l'edizione di Diari importanti, poi altri, sino ad affidarsi ad una casa editrice giovane, ma entusiasta, che si è subito tuffata nella stampa.

ED ECCO IL RISULTATO DI INNUMEREVOLI ORE TRASCORSE A RADUNARE
RENDERE LEGGIBILI E CONSEGUENTI CRONOLOGICAMENTE APPUNTI SPARSI, NOTE, FOGLIETTI SILENZIOSAMENTE CONSERVATI


 
 
 

da  IL POPOLO/CULTURA





 

UN'EPOPEA MISCONOSCIUTA



 

Mentre Giosuè fra ogni genere di stenti ritorna a marce forzate verso il confine italiano
Roma è città aperta

e a Milano liberata sfilano capi partigiani e ideologi della Resistenza


Milano liberata
A sinistra il comandante "Iso"


componenti del Comando Generale del Corpo Volontari
 della Libertà alla sfilata a Milano il 5 maggio 1945:
 - Mario Argenton
 - Giovanni Battista Stucchi
 - Ferruccio Parri
 - Raffaele Cadorna
 - Luigi Longo
 - Enrico Mattei
 - Fermo Solari

Ferruccio Parri
 "Noi abbiamo e dobbiamo avere una sola legge: quella
 della verità e della giustizia"

E Giosuè cammina, cammina, cammina.......
TORNA A CASA IRRICONOSCIBILE PERSINO DA SUA MADRE, TALE E' LA MAGREZZA... ma mai nelle
sue annotazioni si trova la parola "fame".

Nel settembre 1946 la Patria è riuscita a riordinare nomi e numeri  degli scampati alla guerra,
quali le loro destinazioni e quali le loro imprese.
Già all'inizio del conflitto Giosuè, figlio unico, era orfano di padre. Era tornato da
circa un anno. Con cosa avrebbe potuto ricominciar a vivere, come avrebbe potuto
aiutare sua madre, rimasta sola a Milano nei terribili anni 1941-1945?
Con quali mezzi avrebbe potuto sostenere la propria famiglia?
Può subito insegnare, per fortuna, perchè la Patria non poteva certo permettersi
di largheggiare nel sostegno dei suoi valorosi.

E per avere una documentazione precisa della propria partecipazione alla Resistenza
bisogna aspettare addirittura sino al febbraio del 1948.

Quanto alle formazioni Partigiane vicine agli ideali di Giustizia e Libertà riunite nella
FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI PARTIGIANE
....dovettero attendere.......altri 15 anni per una sistematizzazione organica.

Alla FIAP fu riconosciuta infatti personalità giuridica con Decreto del
Presidente della Repubblica datato 20 novembre 1963. Vi aderirono
partigiani delle formazioni:
Giustizia e libertà-Partito d'Azione
Matteotti - Partito Socialista e Socialdemocratico
Mazzini - Partito Liberale e Repubblicano
Ed anche partigiani delle formazioni Garibaldi

     Ma Giosuè non se ne farà nulla, non cercherà nessun tipo di onore o vantaggio o almeno di una qualche visibilità. Da subito, appena reduce, tuffato a capofitto nell'insegnamento e con il confronto intellettuale con i cari amici della Milano letteraria sopravvissuti alla guerra, studia, insegna, scrive, studia....

sempre pronto a divulgare, a condividere, ad essere d'aiuto.


 
 


sempre sostenuto dalla sua cara Bianca, lievito e conforto, anche attraverso la scoperta della musica, sino all'appassionata partecipazione al benemerito gruppo scaligero degli Amici del Loggione.

SOLO DOPO LA SUA MORTE E DOPO I COLLEGAMENTI RISTABILITI DA BIANCA LA STESSA ASSOCIAZIONE NAZIONALE VOLONTARI E REDUCI GARIBALDINI SCOPRIRA' LA SUA TESTIMONIANZA:

     Ente morale - D.P.R. 29-03-1952 n. 1060

 
         "CAMICIA ROSSA" febbraio-aprile 2001
www.garibaldini.it
Giosue BONFANTI, La "Garibaldi" in Jugoslavia
[Articolo del noto critico letterario ed uomo di cultura recentemente scomparso, che costituisce una testimonianza diretta delle vicende della divisione "Garibaldi" in Jugoslavia]

 si segnalano le recenti pubblicazioni di: Giosue Bonfanti "Se si sciolgono i  gridi. Diario di guerra e di prigionia"
e di Leo Taddia "Uno che non si arrese.  Dal Kosovo alla Bosnia 1943-1945"

MA I PRIMI AD ONORARE IL SUO LAVORO SONO STATI I COLLEGHI
E GLI EX-ALUNNI DEL VERRI, ISTITUTO CHE NEI "QUADERNI"
HA RACCOLTO  LEZIONI E RELAZIONI DI GIOSUE'
DI CUI SOLO IL TEMPO DIRA' TUTTA L'IMPORTANZA.

Oltre all'emozione dell'incontro con gli ex-allievi del Prof. Bonfanti e con i suoi colleghi,
Bianca, che si è mossa con energia e con prudenza, registra  la contentezza di aver potuto riordinare ben 840 pagine di scritti vari,
raccolti in tre faldoni, dapprima recapitate per un consiglio editoriale ad altissimo livello, brillantemente ottenuto prima della pubblicazione presso l'editore Manni e presso l'editore Campanotto, con le prestigiose collaborazioni e prefazioni per ciascun volume di cui si è dato conto.
                                                Corriere della Sera/Cultura

                                                   La valutazione del Prof. Giovanni Raboni:





 


Bianca riceve riscontri importanti, proposte per organizzare una giornata di studio su Giosuè che raduni le testimonianze vive degli amici intellettuali che ne conobbero il troppo  schivo valore, ritrova tracce di corrispondenze preziose...
105 lettere della corrispondenza con Vittorio Sereni,
blindate nel Museo Sereni a Luino...
l'instancabile silenzioso supporto dato agli amici di Corrente, sino ad esser trascinato agli interventi diretti...
Fondazione Corrente e Museo Treccani
via Carlo Porta 5 - 20121 Milano Italy
telefono e fax 02 6572627
Ciclo di conferenze
"La cultura degli anni Trenta"
26 settembre - Lalla Romano: Torino
18 dicembre - Giosué Bonfanti: Milano
Ciclo di conferenze
Gli eroi tra leggenda e poesia
13 gennaio 1987 - Lalla Romano: Don Chisciotte
3 febbraio 1987 - Giosuè Bonfanti: Don Giovanni
5 maggio 1987 - Tomaso Kemeny: Amleto
19 maggio 1987 - Mario Vegetti: Edipo
9 giugno 1987 - Fulvio Papi: La memoria di Ulisse
13/16 gennaio 1987
Mostra: Personaggi del Don Chisciotte
Litografie a colori di Ernesto Treccani
20 febbraio 1992
Il tema del Graal nella cultura europea
Conferenza di Giosue Bonfanti
1 dicembre 1995
La fondazione Corrente per Vittorio Sereni
Intervengono: Giosue Bonfanti, Dante Isella, Fulvio Papi, Cesare Segre

Davvero un gran lavoro. E non sono ancora emersi dal chiuso dei cassetti gli scritti su Milano/cultura  Ma che dico?
Mi correggo: siamo ormai alla fine dell'estate 2002,
Giosue l'ha lasciata da due anni ormai, ma cercando forza dal pellegrinaggio frequente al cimiterino di
Lambrate dov'è sepolto all'ombra di due amatissmi
cipressetti, Bianca ha raccolto, riordinato e fatto fissare
al computer appunti e scritti, sino a quando  hanno visto la luce non solo
SE SI SCIOLGONO I GRIDI - Diario di guerra e di prigionia - con la prestigiosa prefazione di  Giovanni Raboni


ma anche
ITINERARI MILANESI
pubblicato a tempo di record
per la presentazione ad una importante esposizione libraria settembrina... e con l'eccellente prefazione di Giovanni Acerboni

appassionante per la varietà degli spunti e delle riflessioni




E sia "Corrente" che la fondazione Centro Studi Nazionale Alessandro Manzoni - Casa di Manzoni
si contendono la priorità nell'organizzare un Memorial
Giosue Bonfanti....

Casa di Manzoni

Nell'aprile del 1813 Alessandro Manzoni acquista dalla famiglia viennese De Felber l'edificio, di fondazione quattrocentesca, allora in contrada del Morone 1117. All'inizio dell'anno successivo vi si trasferisce con l'amata moglie Enrichetta Blondel. Probabilmente incidono sulla scelta la posizione centrale ma tranquilla, il grande giardino, oggi di proprietà della Banca Commerciale, e l'affaccio sulla piazza Belgioioso, con l'omonimo palazzo costruito da Giuseppe Piermarini, l'architetto del Teatro alla Scala.

INGANNI - LA SCALA NEL 1852
Proprio la sistemazione della piazza Belgioioso dà luogo tra il 1861 e il 1864 ai lavori di rifacimento delle due facciate della casa di don Alessandro su progetto dell'architetto Andrea Boni con decorazioni in cotto.
Dopo la morte del Manzoni, il palazzo cambia diversi proprietari: si disperdono così numerosi cimeli e arredi e anche l'aspetto dell'edificio viene alterato.
Nel 1937 la casa viene acquistata dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde e donata al Comune di Milano perché sia ceduta in uso perpetuo al Centro Nazionale Studi Manzoniani istituito nello stesso anno.
I restauri tra il 1961 e il 1965 hanno ripristinato la struttura e la maggior parte degli arredi dell'appartamento padronale, sede del Museo, com'era al tempo di Manzoni, comprese le decorazioni in cotto della facciata, ritrovate in un giardino in campagna.


Lecco

Alessandro Manzoni
Nato a Milano nel 1785 da Giulia Beccaria, figlia del celebre autore del trattato "Dei delitti e delle pene", e sposata con Pietro Manzoni, ma amante di Giovanni Verri, Alessandro trascorre infanzia e gioventù in collegi di Padri Somaschi e Barnabiti.
Nel 1805, morto Carlo Imbonati, col quale la madre viveva dopo la separazione dal marito, Alessandro la raggiunge a Parigi. Nel 1808 di passaggio a Milano incontra la ginevrina Enrichetta Blondel, e l'anno successivo la sposa con rito calvinista. Nel 1810 avviene la conversione al Cattolicesimo, dopo il terribile spavento causato dalla scomparsa della moglie travolta dalla folla alle nozze di Napoleone e ritrovata appena uscito dalla chiesa di Saint Roch.
La famiglia si trasferisce definitivamente a Milano e, tra crisi di nervi e crisi religiose, attacchi di agorafobia e l'imperversare della polemica tra classicisti e romanticismo, Manzoni compone gli Inni Sacri, Marzo 1821 e Il cinque maggio, e tra il 1820 e il 1822 stampa le tragedie Carmagnola e Adelchi, molto apprezzate da Goethe.
Nel 1823 termina la stesura di Fermo e Lucia, prima versione dei Promessi Sposi, pubblicati una prima volta nel 1827 e nella forma definitiva dopo una lunga "risciacquatura in Arno" soltanto nel 1842.
Intanto Enrichetta dopo aver dato alla luce altri 9 figli, muore nel 1833. Don Alessandro si risposa nel 1837 con Teresa Borri e la sua lunga vita è costellata da questo momento in poi da lutti per i figli o per gli amici, da inquietudini religiose e creative, da una produzione prevalentemente saggistica e da riconoscimenti pubblici, fino alla morte avvenuta il 22 maggio 1873.


Le Grigne al tramonto

  l'Abate Antonio Stoppani


Bergamo, panorama   (fotografia di Massimo)


Indro Montanelli dice di Carlo Cattaneo, nel sito a lui dedicato, alcune cose che spiegano
la simpatia e forse l'affinità che legavano Giosue a Cattaneo:
Caro Schmidt,(curatore del sito)
Sul piano umano, Cattaneo è forse la più bella figura del suo tempo: la più rettilinea, la più coraggiosa, la più coerente, la più impervia a compromessi, a interessi personali e a smanie di potere. Un uomo insomma di carattere, il che vuol dire, tradotto in pratica, di difficile carattere. E questo è uno dei due maggiori motivi che gli hanno impedito di diventare una figura «popolare», quale d’altronde a lui non importava minimamente di essere. L’altro motivo è che i nostri storici questa figura l’hanno sempre più o meno falsata per poterla accogliere e catalogare nella Galleria dei Padri della Patria, quale Cattaneo
non fu.
Questo lo si vide sin dal momento in cui il suo nome venne alla ribalta della notorietà, spintovi dai drammatici avvenimenti delle famose «Cinque giornate» di Milano. Lo scoppio della rivolta lo lasciò indifferente, anzi diffidente. A un amico che lo invitava a parteciparvi, rispose: «Quando la ragazzaglia scende per strada, le persone serie restano a casa».
Poi altri amici - Terzaghi, Cernuschi, Dandolo, Manara - lo persuasero a partecipare al «Consiglio di guerra» che si era appena costituito, e di cui divenne l’anima, ma un’anima in pieno contrasto con quella del podestà Casati che, già d’accordo con Carlo Alberto, ne invocava l’aiuto, di cui Cattaneo invece non voleva sapere.
Egli detestava il Piemonte monarchico e statalista molto più di quanto detestasse l’Austria, cui muoveva un solo rimprovero: quello di esitare a trasformarsi in un Commonwealth - come lei giustamente dice - dei vari popoli (ungheresi, polacchi, cechi, sloveni, croati) che componevano il grande Impero asburgico dando ad essi per collante i migliori servizi pubblici, la migliore burocrazia e la migliore Giustizia d’Europa.
Il sogno di Cattaneo era che Vienna ripudiasse il suo centralismo per dare piena autonomia a tutte queste etnie, e che anche il Lombardo-Veneto diventasse una di esse con uno statuto - come tutte le altre - da Land o Cantone svizzero. Tant’è vero che quando il Comitato decise di pubblicare un giornaletto per gl’insorti, Cattaneo propose di chiamarlo non L’Italiano come volevano Casati e gli altri piemontesardi, ma il Cisalpino . Non perché lui detestasse l’Italia, ma perché l’idea di Nazione gli era del tutto estranea. Per questo suo atteggiamento, Casati lo qualificò «una canaglia», mentre Cattaneo qualificava Casati «un ciambellano pronto a farsi in due per servire contemporaneamente la Corte di Vienna e quella di Torino». Avevano torto entrambi. Ma il loro conflitto era inevitabile.
Dopo le Cinque Giornate, Cattaneo si ritirò nel Canton Ticino a dirigervi la Tipografia di Capolago, che fu l’unica casa editrice veramente libera in lingua italiana. Ma di politica non volle più sapere. Tentò Mazzini di ricondurvelo, ma Cattaneo scrisse di lui a Cernuschi: «Mazzini ha sempre saputo mettersi sull’altare. Ha il merito della probità, della perseveranza, e del sapersi sedere sulla prima scranna. Ma non sa variare. È una predica continua».
Non si riconciliò mai con l’Italia monarchica e unitaria nata dal Risorgimento, nemmeno quando, nel ’67, lo elessero deputato. Non partecipò mai ai lavori della Camera, anzi credo che non ci abbia mai messo piede. Anche se non un padre della patria, era un uomo, Cattaneo.

Ce ne fossero - non importa se di Destra o di Sinistra - nell’Italia di oggi.
 

e naturalmente Giosue si occupa, per esempio,  del celebratissimo Manzoni iniziando così:
PER QUALE MOTIVO UN NON-MANZONISTA E NON-MANZONIANO
COME ME COLLABORA ALLA RIPROPOSIZIONE DI UN LIBRICINO SUL MANZONI?

 INSOMMA BIANCA CI STA CONSEGNANDO
UNO STRAORDINARIO AMICO PER SEMPRE.
Malè - affresco - San Giorgio e il drago
            e commemorazione della guerra Italo-Etiopica e della guerra
Italo-Austriaca
 

LE CENTINAIA DI CONFLITTI CHE INSANGUINANO IL MONDO
 INSEGNANO PURTROPPO
CHE STENDERE VELI QUALUNQUISTI NON SERVE A GARANTIRE
ALCUNA PACE.

Date le tremende E MAI FINO IN FONDO ACCERTATE responsabilità per i morti ancora senza numero e senza nome,
prevale l'atteggiamento del compianto generalizzato
verso chiunque abbia perso la vita
per la ferocia dell'avversario, ciò che è umanamente giusto.

  compianto alle Foibe e a San Sabba
 



RESTA PERO' SCOPERTO IL RISCHIO DI CONFONDERE SUL PIANO POLITICO e prima ancora educativo RAGIONI E TORTI,
VITTIME E CARNEFICI,
IDEALI UMANI E
IDEOLOGIE DISUMANE,
PROPAGANDA E TESTIMONIANZA,
CONFUSIONE CHE POTRA' PORTARE NUOVI LUTTI
SE LA TESTIMONIANZA DELLA RETTITUDINE

NON VIENE RACCOLTA E TESAURIZZATA PER UN MIGLIORE FUTURO

 

 BISOGNA ATTINGERE A VALORI CAPACI DI FAR AFFRONTARE E RISOLVERE  CON EQUITA' ED EQUILIBRIO LE CAUSE DELLE PROFONDE SPACCATURE CHE CONTINUANO AD INSANGUINARE L'EUROPA E IL MONDO,  TRAENDO FORZA E ISPIRAZIONE ANCHE DA QUELLO CHE POTREMMO CHIAMARE
'LO ZAINO DI GIOSUE' BONFANTI',

FILOSOFO DELLA CULTURA, INNAMORATO DELLA SUA CITTA' E DELLA SUA TERRA,  AMORI CAPACI DI FAR SUSSISTERE E RESISTERE NELLA PROBITA' LE RAGIONI E LO STILE DI VITA DEI GIUSTI ANCHE QUANDO LA MORTE TI RASENTA OGNI GIORNO E L'ESEMPIO DATO SEMBRA SCIVOLARE VIA FRA SGUARDI DISTRATTI.
                                                                      
Malè - Piazzetta
 
 













 

























 



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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