LE SORPRESE: ALL'INSAPUTA
DI TUTTI
GIOSUE' IN INTERNET
www.siol.net
informazioni culturali
di Sicilia on line!!
DDC: 809
LC: PN
Materia: Lett.italiana
Isbn/Issn: 88-8176-145-9
ALL'INSAPUTA DI TUTTI
GIOSUE' ANCORA IN EVIDENZA IN LIBRERIA:
ED ECCO IL PRIMO FRUTTO DELL'EREDITA' IMPORTANTE LASCIATO SENZA
ALCUN PREAVVISO ALLA MOGLIE BIANCA, BEN NASCOSTO NEI SUOI GELOSISSIMI
CASSETTI:
L'eredità importante - approfondimenti
Nell'amarezza della prigionia tuttavia scrivere si può.....
UNA PACE SENZA ESULTANZA, NEL SOSPETTO
CHE TANTA SOFFERENZA
VERRA' SFRUTTATA SOLO PER STABILIRE
NUOVE EGEMONIE SENZA RIMUOVERE
LE CAUSE PRIME DEI CONFLITTI E
SENZA RISPETTARE L'ESSENZA DELLA
CIVILTA' D'EUROPA, CIOE' IL PRIMATO
DELLA COSCIENZA INDIVIDUALE.
Vedremo la morte d'Europa nel
REGNO CONFUSO DEL NUMERO e del MERCATO?
O dai coraggiosi NO della Resistenza
nascerà la la nuova Europa, capace di equilibrare ed umanizzare
il futuro?
IL DOPOGUERRA CONCEPITO COME UN TEMPO DI CRISI D'IDENTITA' CHE ANCORA OGGI APPARE NEL DISORIENTAMENTO NON SOLO GIOVANILE, NELLO SCOLLAMENTO DEI MODELLI ESISTENZIALI, DATO IL CONTRASTO FRA LA NATURALE CREATIVITA' DELLA GIOVENTU' PERENNE DELLO SPIRITO E LO STATO DI DECADENZA DA FINE DELL'IMPERO ROMANO CHE CARATTERIZZA LA REALTA' DELLE NOSTRE SOCIETA' APPARENTEMENTE DOMINANTI.
Come ha potuto il giovane Professore camminare per i sentieri bui della violenza senza mai allontanarsi dalla sua innata probità?
GIOSUE' SILENZIOSO OBIETTORE DI COSCIENZA DENTRO
L'OBBEDIENZA MILITARE, incaricato dell'approvvigionamento in terre di povertà
estrema SINO ALL'8 SETTEMBRE 1943 E DENTRO L'EPOPEA DELLA BRIGATA GARIBALDI
in cui confluiscono i superstiti del "Venezia" del tutto tagliati fuori
dai rifornimenti e da qualunque
appoggio logistico da parte dell'Esercito e DALL'8
SETTEMBRE sino alla cattura da parte dei nazisti mentre il gruppo era decimato
dalla malaria, ALLA LUNGA PRIGIONIA SINO AL SOLITARIO RIMPATRIO
NEL 1945.
Monumento alla Divisione Garibaldi
inaugurato a Plievlia - Montenegro-
luogo di fondazione nel dicembre.1943
della DIVISIONE
PARTIGIANA ITALIANA GARIBALDI in Jugoslavia
per la comune
battaglia contro i nazisti
inaugurazione avvenuta
il 21 settembre 1983 da parte del Presidente
Pertini
e del Presidente Spiljak
LE PEREGRINAZIONI DI GIOSUE' BONFANTI DAL MOMENTO DELLA CATTURA DA PARTE DEI NAZISTI
COMBATTIMENTI E POI CATTURA, A ZENICA
DA ZENICA SEMPRE PIU' A NORD TRASCINATI
NELLA RITIRATA
DEI TEDESCHI
OLTRE BERLINO
SEMPRE PIU' A NORD, OLTRE HAMBURG
E BREMEN
IN TREMENDE MARCE FORZATE
SINO A SANDBOSTEL
POI DI NUOVO VERSO SUD, DIREZIONE
WEIMAR,
UNICA CONSOLAZIONE L'INCONTRO CON
SPIRITI AFFINI DESTINATI A RESTARE
AMICI
PER SEMPRE E LA COMPAGNIA DEI SUOI
LIBRI
BAGAGLIO MAI ABBANDONATO.
E Bianca Bonfanti continua a trovare una ragione di vita nella consegna alle future generazioni della lezione di vita di Giosuè.Ha anche ricostruito con pazienza certosina tutti gli altri appunti-testimonianza del periodo di guerra mai pubblicati, dell'adesione alla Brigata Garibaldi l'8 settembre, della prigionia e sino al ritorno in Patria nel 1945. Ha rintracciato il direttore responsabile della pubblicazione Camicia Rossa che della Garibaldi riunisce le memorie - e contattato con esito apparentemente positivo l'editore Mursia, superqualificato per l'edizione di Diari importanti, poi altri, sino ad affidarsi ad una casa editrice giovane, ma entusiasta, che si è subito tuffata nella stampa.
ED ECCO IL RISULTATO DI INNUMEREVOLI ORE TRASCORSE A RADUNARE
RENDERE LEGGIBILI E CONSEGUENTI CRONOLOGICAMENTE APPUNTI SPARSI, NOTE,
FOGLIETTI SILENZIOSAMENTE CONSERVATI
da IL POPOLO/CULTURA
UN'EPOPEA MISCONOSCIUTA
Mentre Giosuè fra ogni genere di stenti ritorna a marce forzate
verso il confine italiano
Roma è città aperta
e a Milano liberata sfilano capi partigiani e ideologi della Resistenza
Milano liberata
A sinistra il comandante "Iso"
componenti del Comando Generale del Corpo Volontari
della Libertà alla sfilata a Milano il 5 maggio 1945:
- Mario Argenton
- Giovanni Battista Stucchi
- Ferruccio Parri
- Raffaele Cadorna
- Luigi Longo
- Enrico Mattei
- Fermo Solari
Ferruccio Parri
"Noi abbiamo e dobbiamo avere una sola legge: quella
della verità e della giustizia"
E Giosuè cammina, cammina,
cammina.......
TORNA A CASA IRRICONOSCIBILE PERSINO
DA SUA MADRE, TALE E' LA MAGREZZA... ma mai nelle
sue annotazioni si trova la parola
"fame".
Nel settembre 1946 la Patria è riuscita a riordinare nomi e numeri
degli scampati alla guerra,
quali le loro destinazioni e quali le loro imprese.
Già all'inizio del conflitto Giosuè, figlio unico, era
orfano di padre. Era tornato da
circa un anno. Con cosa avrebbe potuto ricominciar a vivere, come avrebbe
potuto
aiutare sua madre, rimasta sola a Milano nei terribili anni 1941-1945?
Con quali mezzi avrebbe potuto sostenere la propria famiglia?
Può subito insegnare, per fortuna, perchè la Patria non
poteva certo permettersi
di largheggiare nel sostegno dei suoi valorosi.
E per avere una documentazione precisa della propria partecipazione
alla Resistenza
bisogna aspettare addirittura sino al febbraio del 1948.
Quanto alle formazioni Partigiane vicine agli ideali di Giustizia e
Libertà riunite nella
FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI PARTIGIANE
....dovettero attendere.......altri 15 anni per una sistematizzazione
organica.
Ma Giosuè non se ne farà nulla, non cercherà nessun tipo di onore o vantaggio o almeno di una qualche visibilità. Da subito, appena reduce, tuffato a capofitto nell'insegnamento e con il confronto intellettuale con i cari amici della Milano letteraria sopravvissuti alla guerra, studia, insegna, scrive, studia....
sempre sostenuto dalla sua cara Bianca, lievito e conforto, anche attraverso
la scoperta della musica, sino all'appassionata partecipazione al benemerito
gruppo scaligero degli Amici del Loggione.
SOLO DOPO LA SUA MORTE E DOPO I COLLEGAMENTI RISTABILITI DA BIANCA LA STESSA ASSOCIAZIONE NAZIONALE VOLONTARI E REDUCI GARIBALDINI SCOPRIRA' LA SUA TESTIMONIANZA:
"CAMICIA ROSSA" febbraio-aprile
2001
www.garibaldini.it
Giosue BONFANTI, La "Garibaldi" in Jugoslavia
[Articolo del noto critico letterario ed uomo di cultura recentemente
scomparso, che costituisce una testimonianza diretta delle vicende della
divisione "Garibaldi" in Jugoslavia]
si segnalano le recenti
pubblicazioni di: Giosue Bonfanti "Se si sciolgono i gridi. Diario
di guerra e di prigionia"
e di Leo Taddia "Uno che non
si arrese. Dal Kosovo alla Bosnia 1943-1945"
MA I PRIMI AD ONORARE IL SUO LAVORO SONO STATI I COLLEGHI
E GLI EX-ALUNNI DEL VERRI, ISTITUTO CHE NEI "QUADERNI"
HA RACCOLTO LEZIONI E RELAZIONI DI GIOSUE'
DI CUI SOLO IL TEMPO DIRA' TUTTA L'IMPORTANZA.
Oltre all'emozione dell'incontro
con gli ex-allievi del Prof. Bonfanti e con i suoi colleghi,
Bianca, che si è mossa con
energia e con prudenza, registra la contentezza di aver potuto riordinare
ben 840 pagine di scritti vari,
raccolti in tre faldoni, dapprima
recapitate per un consiglio editoriale ad altissimo livello, brillantemente
ottenuto prima della pubblicazione presso l'editore Manni e presso l'editore
Campanotto, con le prestigiose collaborazioni e prefazioni per ciascun
volume di cui si è dato conto.
Corriere della Sera/Cultura
Bianca riceve riscontri importanti,
proposte per organizzare una giornata di studio su Giosuè che raduni
le testimonianze vive degli amici intellettuali che ne conobbero il troppo
schivo valore, ritrova tracce di corrispondenze preziose...
105 lettere della corrispondenza
con Vittorio Sereni,
blindate nel Museo Sereni a Luino...
l'instancabile silenzioso supporto
dato agli amici di Corrente, sino ad esser trascinato agli interventi diretti...
Fondazione Corrente e Museo Treccani
via Carlo Porta 5 - 20121 Milano
Italy
telefono e fax 02 6572627
Ciclo di conferenze
"La cultura degli anni Trenta"
26 settembre - Lalla Romano: Torino
18 dicembre - Giosué
Bonfanti: Milano
Ciclo di conferenze
Gli eroi tra leggenda e poesia
13 gennaio 1987 - Lalla Romano:
Don Chisciotte
3 febbraio 1987 - Giosuè
Bonfanti: Don Giovanni
5 maggio 1987 - Tomaso Kemeny:
Amleto
19 maggio 1987 - Mario Vegetti:
Edipo
9 giugno 1987 - Fulvio Papi: La
memoria di Ulisse
13/16 gennaio 1987
Mostra: Personaggi del Don Chisciotte
Litografie a colori di Ernesto
Treccani
20 febbraio 1992
Il tema del Graal nella cultura
europea
Conferenza di Giosue Bonfanti
1 dicembre 1995
La fondazione Corrente per Vittorio
Sereni
Intervengono: Giosue Bonfanti,
Dante Isella, Fulvio Papi, Cesare Segre
Davvero un gran lavoro. E non sono
ancora emersi dal chiuso dei cassetti gli scritti su Milano/cultura
Ma che dico?
Mi correggo: siamo ormai alla fine
dell'estate 2002,
Giosue l'ha lasciata da due anni
ormai, ma cercando forza dal pellegrinaggio frequente al cimiterino di
Lambrate dov'è sepolto all'ombra
di due amatissmi
cipressetti, Bianca ha raccolto,
riordinato e fatto fissare
al computer appunti e scritti,
sino a quando hanno visto la luce non solo
SE SI SCIOLGONO I GRIDI - Diario
di guerra e di prigionia - con la prestigiosa
prefazione di Giovanni Raboni
ma anche
ITINERARI MILANESI
pubblicato a tempo di record
per la presentazione ad una importante
esposizione libraria settembrina... e con l'eccellente prefazione di Giovanni
Acerboni
appassionante per la varietà degli spunti e delle riflessioni
E sia "Corrente" che la fondazione
Centro Studi Nazionale Alessandro Manzoni - Casa di Manzoni
si contendono la priorità
nell'organizzare un Memorial
Giosue Bonfanti....
Nell'aprile del 1813 Alessandro Manzoni acquista dalla famiglia viennese De Felber l'edificio, di fondazione quattrocentesca, allora in contrada del Morone 1117. All'inizio dell'anno successivo vi si trasferisce con l'amata moglie Enrichetta Blondel. Probabilmente incidono sulla scelta la posizione centrale ma tranquilla, il grande giardino, oggi di proprietà della Banca Commerciale, e l'affaccio sulla piazza Belgioioso, con l'omonimo palazzo costruito da Giuseppe Piermarini, l'architetto del Teatro alla Scala.
INGANNI - LA SCALA NEL
1852
Proprio la sistemazione della piazza Belgioioso dà luogo tra
il 1861 e il 1864 ai lavori di rifacimento delle due facciate della casa
di don Alessandro su progetto dell'architetto Andrea Boni con decorazioni
in cotto.
Dopo la morte del Manzoni, il palazzo cambia diversi proprietari: si
disperdono così numerosi cimeli e arredi e anche l'aspetto dell'edificio
viene alterato.
Nel 1937 la casa viene acquistata dalla Cassa di Risparmio delle Province
Lombarde e donata al Comune di Milano perché sia ceduta in uso perpetuo
al Centro Nazionale Studi Manzoniani istituito nello stesso anno.
I restauri tra il 1961 e il 1965 hanno ripristinato la struttura e
la maggior parte degli arredi dell'appartamento padronale, sede del Museo,
com'era al tempo di Manzoni, comprese le decorazioni in cotto della facciata,
ritrovate in un giardino in campagna.
Lecco
Alessandro Manzoni
Nato a Milano nel 1785 da Giulia Beccaria, figlia del celebre autore
del trattato "Dei delitti e delle pene", e sposata con Pietro Manzoni,
ma amante di Giovanni Verri, Alessandro trascorre infanzia e gioventù
in collegi di Padri Somaschi e Barnabiti.
Nel 1805, morto Carlo Imbonati, col quale la madre viveva dopo la separazione
dal marito, Alessandro la raggiunge a Parigi. Nel 1808 di passaggio a Milano
incontra la ginevrina Enrichetta Blondel, e l'anno successivo la sposa
con rito calvinista. Nel 1810 avviene la conversione al Cattolicesimo,
dopo il terribile spavento causato dalla scomparsa della moglie travolta
dalla folla alle nozze di Napoleone e ritrovata appena uscito dalla chiesa
di Saint Roch.
La famiglia si trasferisce definitivamente a Milano e, tra crisi di
nervi e crisi religiose, attacchi di agorafobia e l'imperversare della
polemica tra classicisti e romanticismo, Manzoni compone gli Inni Sacri,
Marzo 1821 e Il cinque maggio, e tra il 1820 e il 1822 stampa le tragedie
Carmagnola e Adelchi, molto apprezzate da Goethe.
Nel 1823 termina la stesura di Fermo e Lucia, prima versione dei Promessi
Sposi, pubblicati una prima volta nel 1827 e nella forma definitiva dopo
una lunga "risciacquatura in Arno" soltanto nel 1842.
Intanto Enrichetta dopo aver dato alla luce altri 9 figli, muore nel
1833. Don Alessandro si risposa nel 1837 con Teresa Borri e la sua lunga
vita è costellata da questo momento in poi da lutti per i figli
o per gli amici, da inquietudini religiose e creative, da una produzione
prevalentemente saggistica e da riconoscimenti pubblici, fino alla morte
avvenuta il 22 maggio 1873.
Le Grigne al tramonto
l'Abate Antonio Stoppani
Bergamo, panorama (fotografia di Massimo)
Indro Montanelli dice di Carlo Cattaneo, nel sito a lui dedicato, alcune
cose che spiegano
la simpatia e forse l'affinità che legavano Giosue a Cattaneo:
Caro Schmidt,(curatore del sito)
Sul piano umano, Cattaneo è forse la più bella figura
del suo tempo: la più rettilinea, la più coraggiosa, la più
coerente, la più impervia a compromessi, a interessi personali e
a smanie di potere. Un uomo insomma di carattere, il che vuol dire, tradotto
in pratica, di difficile carattere. E questo è uno dei due maggiori
motivi che gli hanno impedito di diventare una figura «popolare»,
quale d’altronde a lui non importava minimamente di essere. L’altro motivo
è che i nostri storici questa figura l’hanno sempre più o
meno falsata per poterla accogliere e catalogare nella Galleria dei Padri
della Patria, quale Cattaneo
non fu.
Questo lo si vide sin dal momento in cui il suo nome venne alla ribalta
della notorietà, spintovi dai drammatici avvenimenti delle famose
«Cinque giornate» di Milano. Lo scoppio della rivolta lo lasciò
indifferente, anzi diffidente. A un amico che lo invitava a parteciparvi,
rispose: «Quando la ragazzaglia scende per strada, le persone serie
restano a casa».
Poi altri amici - Terzaghi, Cernuschi, Dandolo, Manara - lo persuasero
a partecipare al «Consiglio di guerra» che si era appena costituito,
e di cui divenne l’anima, ma un’anima in pieno contrasto con quella del
podestà Casati che, già d’accordo con Carlo Alberto, ne invocava
l’aiuto, di cui Cattaneo invece non voleva sapere.
Egli detestava il Piemonte monarchico e statalista molto più
di quanto detestasse l’Austria, cui muoveva un solo rimprovero: quello
di esitare a trasformarsi in un Commonwealth - come lei
giustamente dice - dei vari popoli (ungheresi, polacchi, cechi,
sloveni, croati) che componevano il grande Impero asburgico dando
ad essi per collante i migliori servizi pubblici, la migliore burocrazia
e la migliore Giustizia d’Europa.
Il sogno di Cattaneo era che Vienna ripudiasse il suo centralismo per
dare piena autonomia a tutte queste etnie, e che anche il Lombardo-Veneto
diventasse una di esse con uno statuto - come tutte le altre - da Land
o Cantone svizzero. Tant’è vero che quando il Comitato decise di
pubblicare un giornaletto per gl’insorti, Cattaneo propose di chiamarlo
non L’Italiano come volevano Casati e gli altri piemontesardi, ma il Cisalpino
. Non perché lui detestasse l’Italia, ma perché l’idea di
Nazione gli era del tutto estranea. Per questo suo atteggiamento, Casati
lo qualificò «una canaglia», mentre Cattaneo qualificava
Casati «un ciambellano pronto a farsi in due per servire contemporaneamente
la Corte di Vienna e quella di Torino». Avevano torto entrambi. Ma
il loro conflitto era inevitabile.
Dopo le Cinque Giornate, Cattaneo si ritirò nel Canton Ticino
a dirigervi la Tipografia di Capolago, che fu l’unica casa editrice veramente
libera in lingua italiana. Ma di politica non volle più sapere.
Tentò Mazzini di ricondurvelo, ma Cattaneo scrisse di lui a Cernuschi:
«Mazzini ha sempre saputo mettersi sull’altare. Ha il merito della
probità, della perseveranza, e del sapersi sedere sulla prima scranna.
Ma non sa variare. È una predica continua».
Non si riconciliò mai con l’Italia monarchica e unitaria nata
dal Risorgimento, nemmeno quando, nel ’67, lo elessero deputato. Non partecipò
mai ai lavori della Camera, anzi credo che non ci abbia mai messo piede.
Anche se non un padre della patria, era un uomo, Cattaneo.
Ce ne fossero - non importa se di Destra o di Sinistra - nell’Italia
di oggi.
e naturalmente Giosue si occupa, per esempio, del celebratissimo
Manzoni iniziando così:
PER QUALE MOTIVO UN NON-MANZONISTA E NON-MANZONIANO
COME ME COLLABORA ALLA RIPROPOSIZIONE DI UN LIBRICINO
SUL MANZONI?
LE CENTINAIA DI CONFLITTI CHE INSANGUINANO IL
MONDO
INSEGNANO PURTROPPO
CHE STENDERE VELI QUALUNQUISTI NON SERVE A GARANTIRE
ALCUNA PACE.
compianto alle
Foibe e a San Sabba
RESTA PERO' SCOPERTO IL RISCHIO
DI CONFONDERE SUL PIANO POLITICO e prima ancora educativo RAGIONI E TORTI,
VITTIME E CARNEFICI,
IDEALI UMANI E
IDEOLOGIE DISUMANE,
PROPAGANDA E TESTIMONIANZA,
CONFUSIONE CHE POTRA' PORTARE NUOVI
LUTTI
SE LA TESTIMONIANZA DELLA RETTITUDINE
BISOGNA ATTINGERE A VALORI CAPACI DI FAR AFFRONTARE E RISOLVERE
CON EQUITA' ED EQUILIBRIO LE CAUSE DELLE PROFONDE SPACCATURE CHE CONTINUANO
AD INSANGUINARE L'EUROPA E IL MONDO, TRAENDO FORZA E ISPIRAZIONE
ANCHE DA QUELLO CHE POTREMMO CHIAMARE
'LO ZAINO DI GIOSUE' BONFANTI',
.