Pensiero

 

Terr@ la linea della vita, un titolo, un progetto, un universo, un pianeta, la terra, la nostra. E noi sulla terra,   chi da 20, chi da 30, chi da 40, chi quasi da 50 anni, con il nostro background, le nostre esperienze gioiose e tristi, le nostre speranze e tanta voglia di vivere questo tempo. Un tempo che recupera il passato, l’etnico, i rapporti tra le persone, il dialogo, l’amore ed é proiettato in un futuro a volte abominevole, a volte terrificante; la tecnologia, la paura della solitudine, seduti davanti a un televisore o a un monitor per “viaggiare” su internet senza muoversi, attaccati ai telefoni in macchina, in casa in ufficio, auricolari che ormai sono derivazioni del nostro corpo, col dubbio se la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo oppure quest’ultimo schiavo della tecnologia. Riflessioni di fine millennio e dubbi di inizio millennio, generazione a metà tra due emisferi temporali, paura di generare nuove vite incerti del loro futuro perché siamo incerti del nostro.

Eppure tanta voglia di vivere, di capire dove stiamo andando e perché: raccogliamo tutti gli amici e le persone che ci hanno lasciato, li portiamo con noi in questo nuovo viaggio alla scoperta di nuove certezze e di antichi dubbi. Occhi negli occhi, mani nelle mani, popoli e realtà “altre” che diventano “noi” lentamente, in città che non ci appartengono più, la certezza che il tempo passato non torna e che inevitabilmente siamo lanciati verso il futuro che non sempre ci piace e che a volte ci fa paura…

Con questa nuova produzione il  Teatro dell’ Ora Esatta prosegue il percorso di teatro-architettura soffermandosi su di un argomento che occupa progressivamente le riflessioni e le discussioni sull’evoluzione delle forme d’interazione sociale.

L’originale ideazione del gruppo si avvale di dialoghi liberamente tratti dai “racconti del dottor Niù” di Stefano Benni, da “e venne chiamata due cuori” di Marlo Morgan, da “ultime notizie dalla famiglia” di Daniel Pennac, da quattro reportages di un giornalista che ha viaggiato nelle aree di maggior sofferenza del pianeta, e dalla prosa di Peter Handke, Birago Diop, Whiliam H. Auden  e Leonard Cohen  intersecati da scene di movimento, mimo, effetti coreografici.

L’allestimento è previsto in un nucleo centrale, spirito e cuore del movimento, attorno al quale in forma di anfiteatro il pubblico si posizionerà per vedere, sentire e vivere Terr@ la linea della vita

E’ prevista una collaborazione con l’Assessorato alla Gioventù – Spazi Urbani  per condividere l’esperienza con giovani,  che hanno partecipato agli ultimi progetti “Murarte” (dal microcosmo dei writers ai breakers).

Regia, tecnici luci e personal computer, con videoproiezioni e collegamenti internet, saranno posizionati nel nucleo, gli attori condivideranno questa esperienza di teatro interattivo con bambini, praticanti di tai chi, arti marziali e danza moderna.

E’ uno studio assolutamente originale per sviluppare e sperimentare un nuovo modo di creare e di lavorare insieme. L’obiettivo è contribuire alla costruzione, tramite l’allestimento, di una rete di scambi di esperienze artistiche mettendo in contatto gli artisti coinvolti nel progetto.

Le situazioni, i quadri, le immagini ed i suoni verranno, volta per volta, influenzate dalle caratteristiche della struttura in cui la produzione verrà allestita.

Nello spettacolo gesti, parole e musica si alternano e sovrappongono ma risultano tutti ugualmente essenziali per la creazione artistica. Per creare uno spettacolo partiamo dal lavoro con gli artisti, svolto in una dimensione di improvvisazione in cui ognuno di loro elabora un proprio percorso. Se la fase dell’improvvisazione è fondamentale, non è meno importante l’aspetto musicale. Amiamo talmente la musica da essere severissimi nella ricerca di un particolare timbro e nella definizione della qualità del suono.

Musica, tempo, spazio , ritmo, qualità del gesto devono far apparire lo spettacolo come un “dipinto in movimento”.