10. Nuove prospettive di destra e di
sinistra. (Blore Smith, 10 ottobre 2002)
Una recensione di Samuel Brittan
(“Humanitarianism without illusions”, Financial Times,
27/09/02) al libro di Steven Pinker, The Blank Slate,
Penguin, 2002, sulla psicologia evoluzionista, ripropone alcune
considerazioni sulla violenza e sui concetti politico-culturali di
destra e sinistra.
Come si sa “destra” e “sinistra”
sono i termini di una nomenclatura nata dalla posizione presa sui
banchi dell’assemblea derivata dalla Rivoluzione Francese nel 1789.
Caratteri attribuiti alla destra sono storicamente: l’attaccamento
alla religione, alla forza militare dello stato, alla severità coi
criminali, all’abbassamento delle tasse; e contro l’allargamento delle
libertà sessuali. Brittan si chiede: cosa ha a che fare la religione
con l’abbassamento delle tasse? Cosa c’entrano le opinioni sulla
libertà sessuale con la misura della forza militare? La risposta a
queste domande può essere solo di carattere storico.
A sua volta la sinistra è più
permissiva sui comportamenti sessuali, ma non con le pratiche
relative agli affari. La destra è conservatrice, e infatti vuole
preservare le tradizioni e i legami comunitari. Tuttavia è più
favorevole al libero mercato, che è il principale fattore di
sovversione delle tradizioni e delle piccole comunità. Un
sostenitore del liberismo può perciò non essere religioso né
patriottico, il che lo metterà in conflitto con altri
conservatori.
La destra avrebbe un
atteggiamento generale verso la vita con connotati “tragici” (o
realistici) per la convinzione che la natura umana è sostanzialmente
immutabile e il male è connaturato al destino umano. La visione
della sinistra si può invece definire utopica, perché considera la
natura umana mutevole con le circostanze sociali, perciò ritiene che
le istituzioni tradizionali non abbiano un valore intrinseco e
possono essere cambiate.
Queste distinzioni potrebbero
attenuarsi, magari in favore di altre, fondate più saggiamente sul
calcolo pragmatico delle conseguenze dei comportamenti politici in
alternativa. Per esempio, poiché il liberismo economico è passato
dal patrimonio della sinistra a quello della destra, esso può
mantenere un connotato utopico anche nella nuova collocazione, e
dunque abbiamo liberisti che credono sinceramente che il mercato, di
per sé, allarghi la democrazia e il benessere generale. Invece altri
liberisti conservano l’idea che, al contrario, il mercato debba
servire proprio a stabilire le discriminazioni sociali, dividendo i
migliori dai peggiori.
Ci può essere una visione tragica
non legata alla religione, e di natura materialista, che ritiene che
gli uomini siano violenti per natura come gli altri animali (John
Gray, They F*** You Up, Bloomsbury, Granta Books). A questo
proposito il nuovo discrimine fra destra e sinistra si pone
piuttosto sui modi per imparare a non essere violenti, perché
“naturalmente” i giovani umani tendono a raggrupparsi in fazioni che
si combattono aggressivamente, e il controllo etico e politico della
violenza opera solo all’interno della propria comunità, clan, tribù
o nazione che sia. L’etica infatti non si applica a tutti, ma solo
ai propri simili.
È a questo punto che la destra
tende a discriminare lo straniero, verso il quale la violenza è
giusta, e la sinistra invece ad estendere il più possibile la
comunità, per includere e rendere “simili” tutti gli esseri umani e
poter esercitare il controllo della violenza da parte dell’autorità
democraticamente costituita. Anche la forza dello stato passa allora
in secondo piano, perché ciò che conta è il controllo democratico
della forza istituzionale.
Brittan suggerisce che, in
un’epoca dove tutto può essere geneticamente modificato, forse la
visione dell’utopia non può fondarsi solo sull’agire pedagogico.
Secondo Brittan, per attuare una comunità mondiale: “We will need
not just genetically modified foods, but genetically modified human
beings”. Ma questa modificazione genetica non sarà per caso un
processo di controllo della comunicazione globale? Come sappiamo
bene in Italia, i pericoli insiti in questo programma fanno sì che
un nuovo compito della sinistra sia allora quello di impedire che “the process
will be led by gangster politicians intent on producing robotic
slaves”.
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