In ritardo/Late on the Event-Scene



Nell'universo senza memoria dell'accelerazione mediatica,
arrivare in ritardo sull'attualità è
l'ultimo modo per ricordare

 

7. Cretinismo e giovanilismo
(T.T.Waring, 14 novembre 2000)

1. Un'accentuata deriva di reciproca incomprensione tra figli e genitori ha recentemente allarmato questi ultimi fino a indurli a chiedersi se i loro pur amatissimi figli non fossero stati educati in modo tale da diventare dei "cretini".

2. Caratteri preminenti di questa preoccupante metamorfosi sarebbero: un'assoluta impermeabilità al senso del passato, un'indifferenza "naturale" nei confronti di ciò che è al di là del loro immediato vissuto ludico, una colpevole mancanza di interesse per le coordinate culturali entro le quali considerare il succedersi delle generazioni. Per non cadere nello stesso errore cerchiamo di delineare un quadro di riferimenti entro cui collocare la questione.

3. L’interesse per il giovanilismo come valore sociale inizia in Europa negli Anni Venti del Ventesimo Secolo. Di fronte ad un accentuato divario di mentalità fra le generazioni, creatosi col venir meno di un'intera generazione di padri e di fratelli maggiori, morti nella carneficina della Prima Guerra Mondiale, i giovani ribaltarono la gerarchia socio-anagrafica vigente, indicata proverbialmente dalla tipica espressione inglese "elders and betters".

4. Quel momento storico, i famosi "swingin' twenties", caratterizzato dall’euforia per la fine delle restrizioni della guerra, ma anche da una diffusa incertezza morale insita nella difficoltà di elaborare tanto lutto, offre un paradigma utile per interpretare il ricorrente riproporsi dell’antagonismo giovanile come coscienza generazionale, che non crede più ai valori dei "vecchi" e ovviamente non può ancora avere una visione morale e sociale ben strutturata da sostituirvi.

5. Una situazione simile si ripete infatti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma allora la prepotenza egoica delle nuove generazioni poté avvalersi del rapido risarcimento culturale, fornito su basi industriali, dalla nuova società di massa.

6. L’industria culturale, col favore del miracolo economico che beneficiava gran parte dei paesi europei, fornì alle masse, eterodirette su parametri consumistici, una vasta gamma di prodotti adeguati alle diverse fasce di età, scolarizzazione e disponibilità economica.

7. Iniziò così quello che sarebbe poi diventato, prima l’imitazione di un acritico americanismo diffuso, e poi il gruppismo di tutti i tipi, da quello propriamente politico a quello genericamente ribellistico, fino a quelli alternativi soltanto sul piano delle mode cosmetiche ed edonistiche, per proliferare infine nella contemporanea e molteplice settorialità, definita dai sociologi come "il tempo delle tribù".

8. Il giovanilismo accumula vari elementi interpretabili come sintomi di autismo sociale: avanza apertamente forti pretese di deresponsabilizzazione rispetto all’etica dei padri, utilizza l’agonismo vitalistico, proprio dell’età, nell’elaborazione di appartenenze e nella difesa di demarcazioni culturali tribali, dai luoghi geografici di raduno ai segni di riconoscimento sui luoghi del corpo con marcature quali piercing, tatuaggi ecc.

9. La conquista del potere culturale delle successive ondate giovaniliste è ora accelerata dalla facile omologazione delle mode generazionali nel sincretismo di quelli che un tempo erano i livelli di cultura, e dal cinismo interculturale contrabbandato come lotta ai razzismi, a loro volta vissuti come segni di appartenenza a indifferenziazioni di settore. Per cui spesso il giovane è a favore o contro le differenze e le discriminazioni politiche, razziali, estetiche, sportive o d’altro tipo per pura casualità o accidente, se non per conformismo di gruppo.

10. Su queste invarianti antropologico-comportamentali, si innestano le attuali innovazioni e rivoluzioni tecnologiche. Esse sembrano favorire soprattutto la capacità giovanile di avvolgere ogni cosa in una patina di repulsione ludica della serietà. La settorialità si incrementa così sulle chat-line, la trasgressività frequenta impunita gli ambienti delle comunità virtuali, l’autismo s'appaga del rapporto stimolo-risposta nei modelli di interattività telematica installati nella dimensione di un presente atemporale.

11. Può definirsi cretinismo questo? È immaturità morale o "fuzzy logics"? Incoscienza o visione giocosa? In parte inevitabilmente entrambe le cose, come sempre del resto. Ma i giovani più articolati rivendicano conoscenze e sottigliezze specifiche in campi che essi ritengono all'avanguardia e talvolta lo sono. E comunque rifiutano di essere giudicati con parametri che non condividono.

12. Certamente si tratta, come sempre, di un cambio di cultura, che essendo più rapido del solito (nemmeno i ventenni capiscono i fratelli quindicenni), trova spesso le nuove generazioni senza difese visibili agli occhi di chi non può accettare una diversità allo stesso tempo fortemente radicata e inafferrabile, perché modulata su schemi indefiniti e indefinibili, non solo per i vecchi, ma per i giovani stessi.

 

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