In ritardo/Late on the Event-Scene



Nell'universo senza memoria dell'accelerazione mediatica,
arrivare in ritardo sull'attualità è
l'ultimo modo per ricordare

 

 

3. Ilona intronata. Quadri da un talk-show sulla pornografia
(
Leonardo Terzo
, 6 Settembre 2000)


I

Al centro del palcoscenico di un talk show televisivo Ilona Staller troneggia come un papa. Il costume di scena di merletto bianco esalta la papessa della pornografia. A figura intera, nel candore dei pizzi e del pallore, la grande bocca rossa ancora incanta i contemporanei che, volenti o nolenti, nell'era dello spettacolo impudico e dilagante, vi hanno visto e goduto il sacro inevitabile di perpetue fellatio, desiati cunnilingus. Tabernacolo, dunque, che ostenta l'onnipotenza di una sessualità iperurania, la bianca fantasima è pura, e purifica nel successo tutti gli sguardi, usciti dall'ombra del pudore. Cicciolina ha fatto la storia, e ora, quando la camera la inquadra da vicino, possiamo osservare le conseguenze di quella fatica; la vediamo un po' sfatta; appare leggermente enorme: la papessa sta diventando orchessa.

Ma noi le vogliamo bene, è stata una prostituta di coraggio, che ha preso su di sé, sebbene con ottimi profitti, materiali e culturali, l'immoralità diffusa su ogni esibita o intravista coscia di valletta. Ha abitato così le nostre fantasie e ci ha costretti a pensare suo malgrado. Malgrado le ideologie d'accatto, che il tempo falsifica e conferma col lustro del passato. In questa sua fine, nel tempio del perbenismo supremo, Ilona incarna un destino comune: la mamma che, tra un pannolino e l'altro, pronuncia al telefono erotico improbabili volgarità, alternando carezze al neonato e sconcezze al parlato, sdoppiata nella schizofrenia di ogni epoca freudiana, senza sapere se le due personae della prostituta sacra e dell'angelo del focolare si siano veramente avvicinate di un passo. Come la perpetuazione dell'estro, prodotta dall'uscita dalla ferinità, anche la civilizzazione della pornografia è una pericolosa uscita dal buio della clandestinità e dell'inconscio, e chi come noi contribuisce a questa razionalizzazione si scusa, come il medico che avverte il paziente: "ora devo farle un po' male."


II


Il vecchio omosessuale cadente e latente, mai capace di uscire allo scoperto, incarna ora un sadico pacato, che tormenta l'anziana casalinga, obbligandola a sostenere ipotesi di filmini porno, con marito o senza. La dolce signora cerca di distogliere lo sguardo, ma non può distogliere l'orecchio, e balbetta un disgusto che non osa ammettere di fronte all'infame aguzzino.


III


Le belle giovani dello spettacolo, impiegate all'industria della prostituzione lieve, attenuata e resa rispettabile, di fronte alla pornografia forse capiscono di essere inserite in un processo unitario, solo un po' prima della pornografia, anche se ancora lontane dalla prostituzione etichettata (1). Per questo forse, pur disinvolte, a volte si distraggono. Si può sperare che intravedano qualcosa. Qualcuna ne uscirà sposandosi presto. Un'altra è già stata scelta da un noto finanziere, che forse la sposerà, ma per ora la esibisce a Cannobio. Inquiete dunque e divertite, ammettono di sapere ciò che tutti sappiamo, e quindi non si capisce il filo d'imbarazzo che le lega. Ciò che le imbarazza, credo, è l'atmosfera non lucida, che non sa ancora cosa sia in realtà quella pornografia di cui lasciano traccia, come di una cicca impiastricciata sotto la suola.

 


(1) Una recente sentenza della Cassazione, escludendo dal favoreggiamento e dall'induzione al mercimonio l'invito a usare profferte del proprio corpo a fini di avanzamenti di carriera, mentre sposta i limiti del lecito in comportamenti fino ad ora considerati nella sfera prostitutiva, manifesta una limitrofia di ambiti che allude a una implicita continuità.

 

 

 

 

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