coll-v01
 
POEMS &

 

 

Il poeta e altri origami
(Otto pezzi facili)

   

1.
Caro Tomaso la poesia
È ordinaria
Tariffa urbana.
La linea editoriale
Consigliata - da Famagosta
A Cascina Gobba -
Non passa sui giornali
E i letti
Diversi
Restano anche
Se non sono versi.

O restano riversi
Quando non sono detti.

Comunque abbiti noia
Se la meriti.



2.
Ci vuole
Un minimo di violenza
Per fare il poeta.
Ci vuole
Un minimo
Di beata idiozia
Per render pubblico
Il proprio isolamento,
E insistere
Come se tutti ti pregassero
E invece
Ti detestano.
Ci vuole
Un poco
Di beata mestizia.

3.
E gli altri
Il linguaggio
Se lo passano.
E tu no:
Lo fermi,
E fai finta
Di non volerlo,
Di non volerlo dare
Che ai morti.
4.
Il tuffo di Stevens nella musica
Come una partìta
Di giro
Inscatolava le sue
Melodie
Senza etichetta.
Quando l'armonium depose
Era perfetto
Finalmente il silenzio.




5.
Tra le risate
Compì dodici anni
E poi cinquanta
E poi oltre...

6.
Questo colle mi fu sempre caro,
Caro Ronaldo,
Ma mai
Seppi che farne!
7.
Montale sul crinale.
Raboni emette suoni
Scurrili.
Ungaretti
Pezzetti.
Quasimodo uova sode.
Tasso non sai
Se è alto o basso.
Pound pende pende
E mai non vien giù.
Mallarmè il n'y a pas.
Rimbaud mba!
Rilke è una marca
Di biscotti.

Pavese è l'ungherese
Mascherato.
Melville non ha tempo
Per gli amici.
Emily muore muore..
Non muore.
Muore muore,
E invece non muore.
Whitman è colla
Di coccoina.
I versi
Che meni
Tomaso non sa.

8.
Le dimanche avec le poète

Belle parole!
Belle parole!
Finalmente il poeta
Ha uno spasmo di lirica
Fugace
E si compiace.
Oh! Oh!
Oh! Oh!

 

 

Shopping e poesia: l'età dell'ansia



 

A Gayle Ridinger

Il borbottio borghese dei ritratti
L'allampanato Prufrock o la signora
Si sono patinati sino ad ora
Come tappeti appena calpestati.
Chi osa ormai mangiare qualche cosa
Senza vedersi con la pesca in bocca
Pensando: I presume, there will be time
La terra è risanata o puzza ancora?
C'è stato un '48, un '68. Nel '98
Tra Pirlo, Pirlusconi e Pirlunotti
Faccio lo shopping
E insegno l'ansia a scuola.

   

 

 


La poesia non si mangia


 
A Viesuava Scimborsca

La poesia non si mangia:
È il suo meglio e il suo peggio,
Né si rosicchia
(E neanche si abbaia)
E chi la sa mangiare
Non per questo è poeta.

La poesia non si tocca e forse
Si assapora: resiste e cede,
E chi la vuol toccare ancora
Non è poeta

Ai poeti
Non si fa la guerriglia
Criticando la noia
Ma scrivendogli
Impoesia.

La poesia non si assaggia:
È la fama il suo peggio

Parentesi quadra.
La poesia non è
Mai disordine
La poesia è un ordine
Che non ti aspetti!

Aspetti? Tu?
L'unica parola che ha senso
In questa frase è non.
Chiusa parentesi quadra.

E forse ti consola
Sapere che il suo meglio
Non è la coca-cola.

Dipende.

   
 

Ritorno ai fornelli



  La pasta assaggiata
In numero di due
Spaghetti penzolanti
Dai quattro rostri
Della forchetta non è ancora
Cotta quando al telefono
Mi dici che riassetti
Gli angoli bui di un saggio quasi
Tutto geniale sui sublimi lampi
Del titanismo che dona
Scintille ed è punito.
Io titubo. Dopo
Qualche altro
Arcano convenevole
Sulla luce
Mi lasci e torni
Al punito titano ove ti specchi.
Ad altre fiamme io ritorno
Ai fornelli.
   
   


Deadline at Dawn
(da Cornell Woolrich)

Cercavano
Entrambi di sorridersi.
Poi lei
Si ricordò di sé.
Rapidamente
Controllò il suo sorriso.

Di seguito
Morì
Quello di lui
Di solitudine.

   
 

Forbidden Partners



  La luna nuota lontana dentro il cielo
E il sole pallidamente
Invece mi frequenta, perché altrove
Già lascia il bacio e a me
Porta l'umore solo del tempo nuovo
Degli stupori. X e Y
Belle e pensose
Tutto in voi è capace
Di doppia luce.
Dal noto, materno seno
Fissa il volo la vita
Ed il distacco
Che da voi conosco
E rifiuto. Apparite l'origine.
Così coltivo
Il passo lento della pace e il mio
Ritratto a voi porto
Incestuoso.

 

   
 

La canna bianca



 

Lasciati lodare
Giacché sei bella
e il vento
Eterna l'ansa misteriosa
Della tua palma
Ove la guancia posa dorata
E ricurva.

Nell'ora
incerta
T'abbandoni
Alle poche parole
Che ricordo:
Non sai che tutto
Sono nel vitreo
Fissarmi dei tuoi pensieri.

Così nel volo attinta
osservi
Il rincuorar dei passi che ti guida
La canna bianca, il guado
Lento
Di vedente
Che rispetta il dono.

   
   


Agli angoli del mondo

Agli angoli del mondo
Starò in agguato
Nei tuoi pensieri?
O appena uscita
Dalle mie parole
Svapora
Nelle gote
Tenera l'amorosa
Voce del dio?
Soffio e luce
Al tuo giorno
Sarò consolatorio
Umore di riserva
Nell'oscuro?
E quando sola
Dolore incalza
E nulla più che nome
Sarò la notte
In fondo a un rigo
Ostinato,
Nessun'aura darai
Se non perverso uso
D'assente
All'amor mio?

   

Paesaggio con occhi

 



Non è virtù morale
L'inquietudine dei tuoi occhi.
È il passo tuo dell'essere
Che su me non si ferma.

Forse hai considerato
La voce desta
Che sogna.
O il mondo per gli immemori
S'è aperto.

   
   


Sopra un saggio di Allen Tate

Consultando queste
Pagine care,
Che per la vecchiaia
Misi da parte,
Or che vecchio sono,
Trovo le note
Che tu ponesti allato
Quando con cuore
Lieto a te
Prestai il tesoro
Della saggezza qui
Còlto da Tate,
E dono ti feci
Per tempo breve, certo,
Di un possesso felice
E veritiero.
Or che amico non sei
O fosti mai,
Queste tue note
Son ciò che di noi
Resta,
E resta Tate
Ed è il rivisto suono
Delle illusioni.

 





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