In ritardo/Late on the Event-Scene



Nell'universo senza memoria dell'accelerazione mediatica,
arrivare in ritardo sull'attualità è
l'ultimo modo per ricordare


 

2. L'argomento statistico e altri numeri
(T.T.Waring, 1 Settembre 2000)


In occasione di qualche fatto di cronaca, o delitto più o meno orrendo, di fronte alla visione dei familiari affranti c'è sempre qualche figura di esperto o delle istituzioni che interviene con l'argomento statistico.

L'esperto segnala con infastidito sussiego che, statisticamente, la frequenza di quella tipologia delittuosa è in realtà diminuita di un tanto per cento rispetto agli anni passati, o è inferiore di un altro tanto per cento alla media europea o di qualche altro paese. Si insinua così che l'afflizione personale dei congiunti e quella sociale dei concittadini sono ingiustificate e prive di senso istituzionale.

Si sa che la statistica spersonalizza. Quindi non ha efficacia consolatoria per chi ha subito un trauma per la perdita della bambina stuprata e uccisa, o della nonna scippata e caduta con conseguenze fatali. Non si vuole negare che la scienza statistica abbia la sua utilità, ma non è opportuno ricorrervi in occasioni del genere. Gli statisti farebbero bene quindi a riservare questo tipo di osservazioni quando discutono tra loro, cioè tra competenti che sanno che valore attribuire al trattamento dei dati.

I cittadini, infatti, hanno tutti il diritto ad essere protetti dalle istituzioni sociali e non in percentuale. Se anche un'unica vittima, personificazione di un'infinitesima percentuale della comunità, fosse ferita e offesa, avrebbe ugualmente il diritto di pretendere che il fatto che l'ha colpita non avrebbe dovuto verificarsi. La commiserazione, la pietà ed il dolore non sono meno importanti e lesivi perché ne è vittima una percentuale ritenuta irrilevante da chi ricorre all'argomento statistico. Di istituzioni che usano l'argomento statistico non sappiamo che farcene.

Un uso diverso, ma egualmente inopportuno della quantificazione dei fatti, sebbene con finalità opposte, per delineare con apparenze concrete l'astrattezza di una tesi ideologica, sociologica, politologica o di qualsiasi altra logica, è messo in atto da chi recentemente, in veste di esperto e ovviamente in televisione, indicava come da non seguire l'esempio di sviluppo della società americana.

A sostegno di ciò enumerava, questa volta significativamente in numeri di milioni di persone invece che in percentuali, la quantità di poveri e la quantità di delinquenti imprigionati negli Stati Uniti, a suo dire molto maggiore di quella del nostro paese. Anche in questo caso la quantificazione, se non incontrollabile, era presentata capziosamente come significativa. Si potrebbe infatti osservare che, se nelle prigioni degli Stati Uniti ci sono uno o due milioni o quant'altri delinquenti prigionieri, mentre in Italia ve ne è un numero decisamente inferiore, è perché negli Stati Uniti i delinquenti vengono presi ed arrestati, mentre in Italia forse un numero uguale o maggiore, almeno in percentuale, o non viene individuato o resta comunque a piede libero.

Quanto ai poveri, se in Europa o in altri continenti non risultano essere altrettanto numerosi, è forse per la semplice ragione che coloro che vengono considerati poveri negli Stati Uniti non vengono considerati tali, a parità di reddito e condizioni di vita, in Europa o in Asia o in Africa. Il che non è necessariamente sbagliato, come è del resto del tutto lecito non voler diventare, se ci si riesce, come gli americani. Ma questo scopo non deve essere perseguito col mal-trattamento dei dati.

 

 

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