I CROCIATI E LE CROCIATE

 
 
I Crociati e le Crociate
La I Crociata
Gerusalemme
La II crociata
La III crociata
La IV crociata
La V crociata
La VI crociata
La VII crociata
L'VIII crociata
Le ultime crociate

 
Le crociate

Le crociate sono state le guerre combattute dai cristiani contro gli "infedeli" allo scopo di liberare il sepolcro di Cristo dagli eretici e di conquistare la Terra Santa (Islam).
Il termine nasce a metà del XIII secolo e deriva da “crucesignati” (croisés), ovvero combattenti sotto l'insegna della croce.
Gli infedeli in questione erano i musulmani ed i crociati nascono come uomini motivati da un forte spirito religioso, che si organizzarono per dei pellegrinaggi armati.
 Ben presto, alla fine del XI secolo la motivazione diventa decisamente più profana, il desiderio di acquisire nuove terre  per ovviare a problemi di eccedenza demografica e la possibilità di fare fortuna da parte di mercanti e di cavalieri sostituiscono fini più nobili.
C'è da dire che fino al VII secolo la conquista araba non aveva in alcun modo ostacolato i pellegrinaggi in terra santa.
Tuttavia ci pensò il califfo al-Hakim nel 1009 a far distruggere il Santo Sepolcro, suscitando notevole "disappunto" da parte dei cristiani, in attesa del millenario della Crocefissione.
Questa manovra politicamente poco astuta portò ad un'intensificazione dei pellegrinaggi ed ad inasprimento della controffensiva cristiana che era in corso su tutte le frontiere (marittime e terrestri).
L'esercito cristiano poteva contare sulla Spagna libera, le Repubbliche marinare i Normanni d'Italia e Bisanzio, i musulmani invece, verso la fine del X secolo furono governati dai Turchi Selgiuchidi, molto più bellicosi e fanatici degli Arabi.
Infatti i Turchi conquistarono in poche decine d'anni la Persia, la Mesopotamia, l'Egitto, la Siria e Gerusalemme.
Nel 1071  l'imperatore di Bisanzio Romano IV Diogene dopo alcuni scontri in Armenia ed in Asia Minore, fu fatto prigioniero in combattimento.
A complicare tutto quanto vi fu la separazione della Chiesa Romana dalla Chiesa Bizantina.
L'imperatore d'Oriente Michele VII si rivolse a papa Gregorio VII per richiedere sotegno ed aiuto ma quest'ultimo non  prese iniziative.
L'imperatore Alessio I Comneno (1081-1118) ottene da papa Urbano II l'aiuto che Gregorio VII aveva rifiutato a Michele VII d'Oriente.

L’inizio della prima crociata

 La richiesta di aiuto per sostenere questa guerra fu rivolta alla nobltà fancese del sud della Loira ma si aggunse la quasi totaltà del paese e ben presto anche i Normanni d'Italia, esponenti di famiglie nobili, cavalieri, cadetti, ma anche una gran massa di popolani, mercanti e pezzenti.
 Accadde così che la spedizione dei nobili fu preceduta da quella detta dei pezzenti, in quanto il popolo, esaltato dalle  predicazioni di Pietro d'Amiens, denominato l'Eremita, non attese la data prevista (15 Agosto 1096) ma, non avendo nulla da perdere ma tutto da guadagnare, si lanciò in allo sbaraglio.
Giunsero già decimati a Costantinopoli ed i più fortunati superarono a fatica il Bosforo per essere annientati ad Ottobre dai Turchi. Pietro l'Eremita fu salvato dai Bizzantini e si ripresentò poi con la crociata dei signori.
Pare che all'inizio del 1097 a Costantinopoli si fossero radunati 300.000 uomini mettendo in difficoltà l'imperatore Alessio  I Comneno che non si attendeva altro che un discreto contingente di mercenari.
Trovò così una milizia indisciplinata, violenta e decisa a conquistare tutto e subito. La preoccupazione dell'imperatore fu quella di vedersi strappare dai crociati, dopo i Turchi, le terre dell'Impero.
Decise quindi che in cambio del trasporto oltre il Bosforo, aiuto e vettovaglie loro giurassero di rendere le terre conquistate. Dopo complicate trattative e molta riluttanza, i crociati accettarono.
Giunti in Asia, nel Maggio 1097 assediarono Nicea, soccorsa invano dal sultano di Rum, Kilidj-Arslan.
L’avanzata dei crociati vide l’occupazione di Dorileo ed il raggiungimento della Siria dopo aver sofferto fame, sete e gravi perdite dopo il varco del Tauro. Fu quindi Antiochia ad essere assediata mentre Baldovino, che nel 1100 sarebbe diventato Baldovino I di Gerusalemme, diveniva signore di Edessa, trasformata in contea. L’importanza che ebbe Edessa sta nel fatto che fu il primo stato fondato dai crociati; avvene nel 1098.
Nel giugno del 1098 spiccò il valore e l’abilità di Boemondo d’Altavilla al quale va il merito della riuscita conquista di Antiochia, resa difficoltosa dai soccorsi che ricevette e dell’abbandono del campo delle truppe bizantine.
Boemondo si nominò signore della città, dichiarando di non sottostare all’imperatore bizantino. Alla morte di Ademaro di Monteil, vescovo di Le Puy si rischio il disgregarsi dei crociati. Furono le azioni di Raimondo di Tolosa prima e di Goffredo di Buglione in seguito a mantenere organicità nell’esercito.
Betlemme venne conquistata il 7 giugno 1099 e di seguito fu assediata Gerusalemme, caduta in mano ai Fatimiti d’Egitto.
Il 15 luglio, dopo essere stati riforniti dai Genovesi e purificati tramite digiuni e preghiere, i crociati assediarono la città santa.
La conquista avvenne contemporaneamente a feroci atti di violenza. Ad Ascalona Goffredo di Buglione sconfisse ancora in Agosto un esercito  arrivato dall’Egitto per difendere Gerusalemme. Fu riconosciuto come il capo militare della crociata.

Gerusalemme

In seguito alla prima crociata vennero introdotte alcune istituzioni feudali. La parte occidentale dell’Asia Minore tornò ad essere bizantina, mentre la Siria e la Palestina divennero territorio dei crociati. I Turchi si trovarono così con diversi territori in meno. La Palestina e la Fenicia costituirono uno stato che prese il nome di “Regno di Gerusalemme”, governato da Goffredo di Buglione, il quale aveva adottao il titolo di Advocatus Sancti Sepulchri, ovvero Difensore del Santo Sepolcro.
La notizia dell’avvenuta conquista di Gerusalemme portò il formarsi di altre quattro spedizioni all’inizio del XII secolo. Quella dell’arcivescovo di Milano Anselmo IV, di Guglielmo II di Nevers, di Guglielmo IX d’Aquitania e di Welf (Guelfo) IV di Baviera. Tutte e quattro queste spedizioni si conclusero disastrosamente.
Furono invece le Repubbliche marinare a riscuotere enormi successi, alimentando di uomini e di mezzi la crociata iniziata male.
Nel 1102 il vescovo di Pisa, Daimbero, dopo aver guidato 120 navi si fece nominare patriarca di Gerusalemme, avendo anche giurisdizione sul principato di Antiochia.
Guglielmo Embriaco guidò una flotta per Genova mentre Venezia aveva ottenuto notevoli privilegi mercantili da Goffredo di Buglione dopo aver espugnato Smirne.
Alla morte di Goffredo, gli succedette il fratello Baldovino I che fu il primo re di Gerusalemme, nel Natale del 1100.
Sotto al suo regno e poi ancora sotto a quello del suo successore Baldovino II (1118-1131) furono allargati i confini del regno fino al litorale grazie alle flotte di Genova e di Venezia.
Sotto al regno di Folco D’Angiò (1131-1143) e di Baldovino III (1143-1162) il regno si consolidò molto grazie al codice che raccoglieva le disposizioni legislative emanate da Goffredo. Questo codice prese il nome di Assise di Gerusalemme.

La seconda crociata

La palese debolezza del regno si fece sentire ancora più forte alla prima reazione offensiva dei musulmani che, nel 1144 riconquistarono Edessa. Autore di questa controffensiva fu Mossul Zengi che venne proclamato “difensore della fede”.
La richiesta di aiuti spinse il re di Francia Luigi VII, nel 1145, a sollecitare papa Eugenio III a bandire la nuova corcata.
L’ottima predicazione di S. Bernardo di Clairvaux ebbe un successo tale a convincere re Luigi VII e l’imperatore Corrado III a diventare loro stessi crociati, capitanando 70.000 uomini.
Attraversarono così i Balcani e, provenienti da due direzioni differenti, puntarono Costantinopoli.
Nacquero però degli attriti con l’imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno, contrasti dei quali approfittò il re di Sicilia Ruggero II per conquistare Corfù e Cefalonia.
Corrado III venne sconfitto a Dorileo in seguito l’alleanza di Manuele I con il sultano di Rum. Questo costrinse Luigi VII ad abbandonare alcune delle sue truppe per imbarcarsi verso Antiochia con la cavalleria.
Il più grande problema che pregiudicò in partenza l’impresa fu la diffidenza e la scarsa collaborazione tra crociati.
Riunitisi a Gerusalemme nel giugno del 1148 i due sovrani decisero di appoggiare re Baldovino III in una missione contro Damasco.
L’abbandono del campo avvenne all’avvicinarsi alla testa di un esercito del figlio di Zengi, Nur-ad-Din e la seconda crociata prese così le sembianze di un mesto pellegrinaggio.
Dopo che la corona del regno passò a Guido di Lusignano, Salah-ad-Din, meglio conosciuto come il Saladino, successore di Nur-ad-Din, lo sconfisse ad Hattin, presso il lago di Tiberiade nel 5 luglio 1187.  Il 2 ottobre il Saladino riconquistò Gerusalemme.
Difesa da Corrado del Monferrato, Tiro riuscì a resistergli. Voci delle continue vittorie di Salah-ad-Din giunsero a Roma ed il papa Clemente III decise di organizzare la III crociata.

La terza crociata

Così Clemente III organizzò la terza crociata che fu predicata dal legato Enrico d’Albano e dall’arcivescovo di Tiro.
Accorsero in aiuto il re di Sicilia Guglielmo II, Federico Barbarossa, il re di Francia Filippo II Augusto ed di Inghilterra Riccardo Cuor di Leone.
Fu però il Barbarossa il primo a partire, con 100.000 uomini e 20.000 cavalieri. Conquistò Adrianopoli e impose all’imperatore bizantino Isacco Angelo (il quale aveva ostacolato i crociati) a trasportare le sue truppe in Asia.
Nel Maggio del 1190 vinse gloriosamente a Iconio ma purtroppo, varcato il Tauro, Federico I Barbarossa morì annegato nel fiume Salef in Cilicia.
Nel frattempo, dalla Sicilia i re Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone navigavano verso la Palestina. Costretto ad uno sbarco a Cipro nel 1190 Riccardo Cuor di Leone prese il possesso dell’isola, appertenuta prima all’Impero Bizantino e nel 1192 ne divenne re.
Il 12 luglio del 1191 i due re conquistarono Acri ma poco dopo, a causa di forti attriti tra i due, Filippo Augusto tornò in Francia lasciando Riccardo come unico capo della crociata.
Sebbene nel settembre del 1191 ad Arsuf e nell’agosto del 1192 Riccardo sconfisse Salah-ad-Din, il re d’Inghilterra non riuscì a liberare Gerusalemme, ma concluse una tregua di tre anni la quale prevedeva buone garanzia per i pellegrini.
Fu così che nel 1192 si concluse la terza crociata, che impedì la caduta della Siria Franca e portò la nascita del II regno di Gerusalemme (ridotto alla sola Acri) e destinato a Corrado del Monferrato.

La quarta crociata

Dopo che Salah-ad-Din riconquistò Gerusalemme le crociate persero totalmente ogni carattere di natura religiosa e divennero operazioni esclusivamente belliche con mire politiche ed economiche, nascoste sotto al falso segno della Croce.
Un ottimo esempio ne fu la quarta, progettata da Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa. Lo scopo non era solamente la liberazione dei luoghi santi, ma comprendeva vendicare l’imperatore Isacco Angelo, deposto da Alessio III (1195-1203). La sua improvvisa morte, avvenuta nel 1197 ne comportò l’annullamento.
Fu poi papa Innocenzo III a bandire una crociata, nominando suo legato Pietro Capuano ed affidandone la predicazione a Folco di Neully-sur-Marne.
In quest’occasione risposero molti signori francesi ed italiani, ma nessun re. Gli accorsi si unirono agli ordini di Baldovino IX di Fiandra, Teobaldo di Champagne e Bonifacio I del Monferrato.
La politica entra in gioco già dal momento in cui Enrico Dandolo, doge di Venezia, accetta di trasportare i crociati, non aventi denaro per il viaggio, a patto che questi riconquistino Zara, ribellatasi a Venezia.
Questo gesto portò il papa a scomunicare i Veneziani, ma intanto la conquista di Zara avvenne nel 1202, dove, nell’inverno si presentò Alessio IV Angelo proponendo ai crociati di deviare a Costantinopoli per ristabilire sul trono Isacco II, suo padre. Promise loro larghe concessioni e la riunione delle due Chiese.
Il “favore” avvenne l’estate successiva ma, non essendo poi stati mantenuti i patti ed essendoci stata anche una sommossa contro Isacco ed i crociati (che comportò la sua deposizione, a favore di Alessio Marzuflo suo avversario), il 13 aprile del 1204 i crociati diedero inizio a furiose stragi e saccheggi, rovesciando l’imperatore bizantino e ponendo al trono Baldovino di Fiandra facendo così nascere l’Impero latino di Costantinopoli (1204-1261).
L’ex Impero bizantino fu diviso in feudi e Venezia occupò le posizioni costiere più importanti dal punto di vista economico.
Il doge prese di titolo di “Signore di una quarta parte e mezzo dell’impero greco”, Pisa e Genova divennero le prime avversarie delle Repubblica di Venezia. I Greci riconobbero come loro imperatore Teodoro Lascaris, il quale aveva preso il titolo a Nicea.
Il 25 luglio del 1261 Michele VIII Paleologo, aiutato dai Genovesi,  rovesciò l’impero latino d’Oriente indebolito da molte rivalità feudali e troppo isolato dall’Occidente.
Soltanto il Ducato di Atente, il Principato di Acaia e le signorie di Corinto e di Tebe sopravvissero dall’Impero latino.
Innocenzo III bandì nel 1213 un’altra crociata, visto che la precedente era stata deviata ma la sua morte avvenuta nel 1216 non gli permise di vederla realizzarsi.

La quinta crociata

Nel 1217 incominciò la quinta crociata, terminata nel 1221. A questa missione parteciparono pochi francesi, occupati nella crociata contro gli Albigesi (1209-1229) guidati da Simone di Monrfort ed indetta dallo stesso Innocenzo III.
L’esercito inizialmente guidato da Andrea II d'Ungheria, Leopoldo VI d'Austria e, unitosi in seguito, Giovanni di  Brienne, re titolare di Gerusalemme, attaccò la fortezza del Tabor ma senza riuscire ad espugnarla.
Dopo questo fiasco una parte dei crociati si ritirarono mentre quelli comandati da Giovanni di Brienne passarono in Egitto e conquistarono Damietta nel 1219, avanzarono lungo la valle del Nilo puntando Il Cairo attendendo rinforzi condotti dall’imperatore Federico II che non sarebbero mai arrivati. Per questo motivo furono sconfitti e persero Damietta nel 1221.

La sesta crociata

Ebbe inizio nel 1228 per terminare l’anno successivo.
Federico II, già costretto nel 1215 da papa Gregorio IX a partecipare ad una crociata, nel 1227 ripartì verso la Siria ma fece ritorno poco dopo con la scusa di una malattia.
Venne così scomunicato e costretto a ripartire l’anno successivo. L’opera dell’imperatore fu comunque molto importante. Si trattava di un vero e proprio viaggio diplomatico. Si accordò infatti con il sultano d’Egitto al-Kamil ottenendo Gerusalemme, Betlemme e Nazareth, più alcune località costiere fra S.Giovanni d’Acri e Giaffa e poi ancora, tra Giaffa e Gerusalemme. Insieme ai 10 anni di tregua pattuiti, questa operazione prese il nome di Trattato di Giaffa ed avvenne nel 1229.
Inoltre, Federico II, in qualità di marito di Iolanda di Brienne, si cinse della corona di Gerusalemme. Da ricordare che il patriarca si rifiutò di incoronarlo in quanto scomunicato...
Così come non riconobbe la IV crociata, la Chiesa non riconobbe nemmeno la VI.

La settima crociata

Iniziò nel 1248 e terminò nel 1254. Tutto ebbe inizio quando, nel 1244 i musulmani riconquistarono Gerusalemme. Ma i cristiani, occupati da pesanti lotte interne, non reagirono.
Nel 1245, durante il Concilio di Lione, papa Innocenzo IV bandì una nuova crociata che trovò il proprio capo nel re di Francia Luigi IX.
Egli organizzò la spedizione con le sole forze presenti nel suo regno e le sue truppe sbarcarono in Egitto il 16 Giugno del 1249, occupando Damietta e rifiutando di trattare con il sultano, rinunciarono alla sua offerta di avere Gerusalemme, Ascalona e la Galilea orientale.
Puntarono così verso Il Cairo ma furono sconfitti a El-Mansura dove re Luigi IX fu impriginoato il 6 aprile 1250.
Il riscatto del re e dei suoi crociati avvenne in cambio di Damietta e di una grande somma di denaro.
Raggiunta poi la Terra Santa re Luigi IX si fermò quattro anni per rafforzare le piazzeforti francesi. Tornò poi in patria alla notizia della morte della madre avvenuta nel 1254.

L'ottava crociata

Sempre guidata da Luigi IX allo scopo di porgere aiuto ai pochi domini cristiani rimasti in Siria, minacciati anche dall’arrivo dei Mongoli.
I crociati puntarono direttamente Tunisi dove però incontrarono la peste che decimò le truppe e stroncò il re nel 1270. I pochi sopravvissuti tornarono in patria dove sarà Carlo d’Angiò re di Sicilia, fratello di Luigi, a trattare la pace col bey di Tunisi.
Fu poi Edoardo I d’Inghilterra che portò avanti la crociata, nelle terre della Siria, ma senza ottenere buoni risultati.

Le altre imitazioni di crociate

Da quando il sultano d’Egitto al-Asraf Khalil’ sconfisse sia i Templari che i contingenti francesi ed inglesi (18-28 maggio 1291) e riconquistò Acri, ci furono alcune piccole crociate, del tutto differenti dalle prime, sia per le energie impiegate sia per le meno nobili motivazioni.
Una di queste fu la conquista di Rodi da parte dei Cavalieri Ospitalieri (1308) e quella di Smirne, ad opera degli stessi Cavalieri Ospitalieri aiutati dai Veneziani, dai Genovesi e dai Ciprioti, avvenuta nel 1344.
Quando poi nella seconda metà del XIV secolo i Turchi Ottomani iniziarono la loro incursione verso il centro dell’Europa tornò l’idea della crociata, questa volta intesa come difesa dell’Occidente dall’islamismo.
Anche Amedeo VI di Savoia capitanò una crociata, quella di Gallipoli nel 1366 in seguito ad un appello di papa Urbano V.
Molto più importante fu la crociata di Sigismondo d'Ungheria, alla quale parteciparono francesi e tedeschi. L’obiettivo era quello di ridurre la pressione Ottomana sul Danubio e di tentare di liberare la Penisola Balcanica.
Ma fu il 12 settembre del 1396 quando a Nicopoli furono sconfitti dal sultano Bayazid I 
Quindi fu nuovamente la volta degli Ungheresi, guidati da Giovanni Unyadi su appello dell’imperatore bizantino Giovanni VIII ed incoraggiati da Papa Eugenio IV che si scontrarono contro i Turchi. A fornirgli appoggio furono alcuni alleati polacchi, serbi e valacci. L’inizio fu positivo, vinsero alcuni scontri ma il 10 novembre del 1444 furono sconfitti a Varna da Murad II, in quanto il soccorso dei veneziani arrivò in ritardo.
Ci fu addirittura un tentativo di rivincita, soppresso disastrosamente nel Kossovo nel 1448.

Quando cadde Costantinopoli, nel 1453 e Maometto II fece crollare totalmente l’Impero bizantino, Papa Pio II bandì una nuova crociata. Questo richiamo fu ignorato totalmente da tutti e nessuno vi partecipò. Restando in attesa di virgulti crociati, Poi II morì ad Ancona nel 1464.
E’ da considerarsi una crociata anche quella patrocinata da Papa Pio V alla quale parteciparono solo spagnoli, veneziani ed alcuni piccoli rappresentanti dei genovesi, dei toscani e qualche sabaudo, oltre ai Cavalieri di Malta, guidati da Don Giovanni d’Austria. 
Seppur sterile, l’esito dello scontro fu vittorioso, i Turchi furono sconfitti nelle acque di Lepanto il 7 ottobre del 1571.

Nonostante il successo della prima crociata, tutto ciò che i cristiani riuscirono a conquistare nel mondo musulmano venne gradualmente perso. Acri cadde nel 1291, gli Ottomani si insediarono in Europa nel 1354, conquistarono l’Impero bizantino poco dopo la caduta di Costantinopoli, raggiunsero il Danubio ed ebbero addirittura il dominio del mare.

Lo spirito religioso iniziò a scomparire nel XIII secolo e nel XIV non esisteva già più. Oltre che per essere ricordate nella storia, le crociate servirono solamente a rallentare l’avanzata musulmana in Europa invece che a liberare i Luoghi Santi dagli infedeli. A trarre beneficio da questo ritardo nell’invasione furono gli stati centro occidentatli.
Importanti furono per la borghesia, i commercianti ed i cavalieri, che trovarono nuove occasioni di arricchimento senza precedenti. Tra queste furono le Repubbliche marinare italiane a beneficiarne maggiormente, con basi commerciali, privilegi, monopoli e fondachi.
Pur sempre rivali si spartirono i territori di commercio, così Genova dominò le coste della Piccola Armenia ed il Mar Nero in Siria, Venezia influenzò Cipro e Creta, fino a quando Genova sconfisse nel 1284.
Derivanti da questi commerci furono gli scambi culturali e l’allargamento delle conoscenze, geografiche e culturali, grazie anche a codici di classici greci e testi arabi che in Europa erano sconosciuti.
Religiosamente conoscere ideali e fedi diverse contribuì ad allargare le vedute ed a migliorare la tolleranza reciproca. 

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