VILLANOVA CASSOLNOVO 

 
 

Particolare del portone di accesso all'ampio cortile interno. Ai lati dell'ingresso si notano due caratteristiche statue in pietra.

Villanova, successione di grandi nomi.

Villanova, insieme alle altre frazioni dell'attuale Cassolnovo, doveva certamente far parte di un territorio molto attivo fin oltre al tardo rinascimento.

A Cassolo Vecchio, l'attuale frazione Villa Reale, esisteva un castello ancora più grande e magnifico di quello superstite di Villanova ma fu distrutto con l'intero borgo dalle truppe di Galeazzo II° Visconti, nel 1359, per paura di perdere il dominio di Novara. Si dice che alcune delle colonne che adornavano il castello siano state riutilizzate più tardi da Ludovico il Moro per la Piazza Ducale di Vigevano.

Gli Sforza, successivamente ai Visconti, dominarono sulle terre cassolesi attraverso i propri feudatari e contribuirono notevolmente al prestigio del territorio. Villanova, in particolare fu prediletta dai duchi, al punto che la trattarono sempre come loro esclusiva proprietà.

E' documentato che presso la Tenuta Sforzesca di Villanova avvennero, a partire dal 1470 circa, su iniziativa del duca Galeazzo Maria , le prime coltivazioni di riso. 
 

Personaggi influenti della corte sforzesca furono via via insigniti del feudo, tra questi ricordiamo Agostino Tornielli, Gian Giacomo Trivulzio, Roberto Sanseverino.

Una tradizione in paese, parla di un sotterraneo, che doveva mettere in comunicazione Cassolvecchio (poi Villa Reale) con Villanova.

Più tardi I Gonzaga di Mantova, governatori del monferrato, divennero anche feudatari di Villanova ed il figlio di Ferrante, S.Luigi Gonzaga, soggiornò più volte nel castello di Villanova.

Oggi il castello è in parte adibito ad azienda agricola ed in parte è in fase di restauro.
Portato in dote dalla madre di S. Luigi Gonzaga in occasione delle proprie nozze con Ferrante Gonzaga, marchese di Castiglione delle Stiviere.

Particolare del lato posteriore del castello.

Il castello, il cui nucleo originario potrebbe risalire addirittura a prima dell'anno mille, appare ancora oggi come una costruzione quadrilatera a pianta regolare, con quattro basse torri angolari e un rivellino al centro in corrispondenza dell'ingresso principale al cortile interno.

Sul fronte dell'ingresso sono posizionati due grossi busti marmorei rovinati dal tempo, di epoca imperiale romana.

Il cortile, insolito per la zona e per l'epoca, é caratterizzato da due ordini di ballatoi in legno su mensole. Su tutte le facciate della villa vi sono finestre semplici ad arco ribassato, su due ordini, ad intervalli quasi regolari e si distingue ancora discretamente una campitura geometrica a losanghe, alternativamente rosse e bianche, tipica del periodo Visconteo-Sforzesco.
 

Il contemporaneo possesso di Villa Reale e di Villa Nova in mano agli Sforza e la grande boscaglia che si estendeva tra queste due località, aveva fatto sorgere in paese la tradizione di un "camminamento sotterraneo" che congiungeva le due località.

Persone di Villa Reale e anche di Villanova affermarono l'esistenza di detto camminamento testimoniando chel'entrata e l'uscita esistono ancora a Villanova presso il Castello (in un locale ora adibito ad autorimessa) ed a Villa Reale, nell'attuale giardino dei Conti Barbavara.

Queste persone attestarono di essere entrati per alcuni metri: esso avrebbe il soffitto a volta e sarebbe alto 2.30 e largo 1.70. Ora sicuramente ben poco rimarrà di tale sotterraneo, ma sarebbe auspicabile che, con i mezzi moderni, si dovesse fare finalmente luce intorno a queste due entrate sotterranee, per determinare bene se la locale tradizione, molto discussa, sia veramente e storicamente fondata.

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