IL CUORE DEI ROM ABRUZZESI:
INTERVISTA A SANTINO SPINELLI.
di Giusy Rizzo

Alexian Santino Spinelli è musicista, compositore, cantautore, insegnante, poeta, saggista e sempre, soprattutto orgogliosamente un Rom. È nato a Pietrasanta (Lu), trentasei anni fa, "durante uno degli spostamenti regionali che la sua famiglia effettuava regolarmente dall'Abruzzo verso il Nord Italia, vive a Lanciano anche se, in effetti e sempre in viaggio attraverso l'Italia e l'Europa per partecipare a conferenze, manifestazioni, concerti, animato dalla volontà e dal travaglio incessante di far "veramente" conoscere la cultura zingara, al di la delle immagini stereotipate e per nulla aderenti alla realtà che sono state normalmente diffuse. Le sue attività sono molteplici, ne cito solo alcune. Egli è membro del gruppo pedagogico (gruppo rom) che si occupa della scolarizzazione dei bambini zingari e viaggianti, nell'ambito del Programma Interface sostenuto dal Centro di ricerche zingare dell'Università La Sorbonne e dalla Commissione delle Comunità Europee. È vicepresidente della Romani Enciklopedia, che ha sede in Francia e a cui collaborano famosi ziganologi. E' presidente dell'associazione culturale "Thèm Romano" è membro del Centro Studi Zingari di Roma. È un mio carissimo amico ed è stato punto di riferimento e guida costante nella stesura di questa tesi, da cui scaturisce l'intervista che segue:

1) Qual e la tua attività?

--La mia attività consiste nel cercare di rivivificare, dal punto di vista musicale, ciò che e stato represso qui in Italia: la musica zingara. I Rom si sono sempre più allineati ai canoni della musica italiana. La mia è un'azione a salvaguardia di questo grande patrimonio ed ho ricollegato il romanes abruzzese, il canto romanes, la musica alla tradizione intemazionale zingara. La nostra musica diventa una variante di questa tradizione originalissima. È importante cantare in romanes, produrre musica sullo stile romano, preservare in qualche modo questa nostra tradizione, ricollegandola al patrimonio eterogeneo della musica zingara intemazionale. Questo è il significato di ciò che faccio, anche se molto spesso non ne viene capito il valore, poi se lo faccio bene o male saranno i posteri a giudicarlo. Nella mia musica c'é la freschezza che deriva dalla consapevolezza della propria identità ed essa è anche innovativa e talvolta gli stessi Rom abruzzesi non riescono a comprenderla, perché non conoscono la musica tradizionale di altre regioni. La mia musica si ricollega alla tradizione balcanico- mediterranea. Nel momento in cui i Rom abruzzesi hanno perso la cognizione della musica tradizionale si sono chiaramente appoggiati ad un'altra tradizione musicale, quella napoletana, dove hanno ritrovato i melismi, l'impianto base di tipo orientale con il vibrato, le tonalità minori, il modo di cantare a voce alta e lacerata. Queste sono caratteristiche del lirismo dell'area mediterranea, a cui gli zingari sono connessi. Per un secolo e mezzo l'Italia del Sud è stata dominata dagli spagnoli, quindi c'é stato questo ulteriore contatto. Nella tradizione partenopea c'e anche una tradizione zingara: si possono intravedere i segnali di questa nostra orientalità, nel momento in cui manca il supporto prirnario. I Rom si sono adeguati alla realtà italiana e, dovendo scegliere un genere musicale, si sono adeguati a quella napoletana e tutti gli zingari, anche i Sinti del Nord d'Italia, adorano questa musica. La scala zingara basata sulla minore armonica con la quarta aumentata, come ad esempio la canzone napoletana Dicitencelle vuie è praticamente armonizzata su questa scala ed è molto vicina a quella zmgara. Io sto cercando di collegare, con la mia produzione, la variante originale, perché cantata nella lingua dei Rom abruzzesi, alla più ampia tradizione musicale zingara balcanico-mediterranea.

2) Poiché la conoscenza reciproca è la base dell'integrazione e la scuola dovrebbe essere il punto d'incontro della cultura Rom e Gage, secondo te, come dovrebbe organizzarsi il sistema educativo per favorire al massimo il processo d'integrazione?

--La scuola dovrebbe valorizzare l'identità e la cultura d'origine, rafforzarla possibilmente fornendo allo stesso tempo ai bambini Rom, ma in genere ai hambini diversi gli strumenti per essere soggetti all'interno della società maggioritaria; in questo modo dovrebbe essere organizzato il sistema educativo italiano, in modo da valorizzare il più possibile l'identità zingara e sviluppare ai massimi vertici l'interculturalità.

3) Ritieni che anche la famiglia Rom debba in qualche modo attivarsi per preparare il bambino all'ingresso nel mondo scolastico e in che modo?

--La famiglia Rom deve organizzarsi in primo luogo mandando il bambino a scuola, poi cercando di aiutarlo, di seguirlo durante la sua forrnazione scolastica e cercando di evitare quelle pressioni che possono essere deleterie per la cultura d'origine, evitare l'assimilazione. La scuola deve fomire gli strumenti per restare se stessi, a casa il bambino deve parlare il romanes, non in presenza di altri perche sarebbe scortese, nella vita farniliare si deve sviluppare il più possibile la lingua, la mentalità e la cultura romanesa e far crescere i ragazzii in maniera assolutamente naturale, cercando di conciliare quelle che sono le esigenze di una vita modema con la tradizione romanes, cercando di non creare attrito tra queste due identità, ma cercando di sovrapporle in maniera armoniosa per completarsi e non osteggiarsi.

4) Cosa e il programma Interface?

--E' un programma del Centro di Ricerche Zingare della Commissione della Comunità Europea e ne è il direttore J. Pierre Liegeois, che è un sociologo, linguista e pedagogista. Vi sono tre gruppi di lavoro all'intemo della commissione, che si occupano rispettivamente di studi linguistici, aspetti storici e pedagogici del mondo rom. E' prevista anche l'edizione di libri, riguardanti questi tre gruppi di lavoro, con l'intento di creare una enciclopedia scientificamente valida ed aggiomata sul mondo Rom, da diversi punti di vista ed in modo particolare sulla lingua zingara, che, essendo diramata in tanti dialetti, si sta cercando di ricomporre attraverso la standardizzazione, cioe l'attualizzazione della lingua romani, un'unica lingua per tutti, un unico modo di scriverla con una elasticità di forme e di varianti linguistiche per renderla ufficiale: perche l'unità linguistica è anche unità politica e culturale.

5) Cosa intendi quando parli di Ziganopoli? Come si puo osteggiarla?

--Ziganopoli non è altro che lo sfruttamento della "questione" zingara a favore di associazioni pseudo-zingare, umanitarie. Degli pseudo-studiosi traggono benefici individuali dalla situazione deleteria di una minoranza etnica. Si puo osteggiarla con l'associazionismo rom vero, pulito, onesto, basato su ideali onesti, allacciandosi il più possibile al movimento di rivendicazione zingara, che è gia in atto a livello internazionale, ma che purtroppo, proprio perché manca un'ideologia di fondo, un'unità strutturale, spesso è strumentalizzato da diverse organizzazioni. Quindi sarebbe auspicabile un'elevazione culturale attraverso la formazione universitaria degli stessi zingari (è fondamentale), poi il ricongiungimento di queste unità culturali, intellettive zingare proprio in un organismo, che possa assumere delle posizioni ferme, decise e superare in questo modo Ziganopoli, che affonda le sue radici proprio nella divisione di diversi gruppi zingari, nella passività degli stessi, rendendoli ostaggi di queste organizzazioni pseudo-zingare. Ziganopoli l'abbiamo vista anche in questi giorni con l'esempio di diverse missioni umanitarie, che hanno uno sfondo economico con un interesse personale.

6) Qual è in breve la situazione attuale della tua popolazione in campo europeo? --E' avversata, tollerata, oppressa, integrata? Se si dove?

--Rispetto a qualche tempo fa la situazione è sicuramente migliore, ma la politica odierna, quella dell'assimilazione, si ricollega a quella del rifiuto, dell'inclusione, dell'espulsione, dello sterminio. Ancora oggi i Rom non vivono, ma sopravvivono a queste minacce esteme, a queste repressioni. Purtroppo in nessun stato al mondo i Rom sono integrati in maniera positiva, rispettati per quello che sono: una minoranza con valori culturali, umani ma anche artistici, etici, psicologici. Il diverso non viene assolutamente accettato. A livello europeo la situazione migliore per gli zingari è sicuramente quella spagnola, che è un modello, perché i gitani, o meglio i Kale, sono inseriti nel contesto sociale maggioritario, però hanno dovuto rinunciare alla propria lingua: è stato questo il prezzo, il grosso tributo che hanno dovuto pagare. Fin dal tempo dei re cattolici c'e stata una persecuzione ferocissima nei confronti dei Kale spagnoli. I Gitani non si potevano sposare tra di loro e non potevano parlare pubblicamente la lingua romani e questo nel secolo scorso è documentato nei libri di George Barrow, che scrive che due zingari si trovavano a parlare in un'osteria; uno dei presenti prese a calci uno degli zingari, minacciandolo che, se avesse continuato a parlare in quel gergo criminale, sarebbe stato oggetto di violenza.

7) Tu personalmente nella tua vita di scolaro, di studente, di laureato, di professionista ti sei sentito discriminato per essere un Rom? Come hai superato le difficoltà? Chi è che cosa ti ha aiutato?

--Si e tante volte, soltanto per il fatto di essere rom nella società maggioritaria si è discriminati. Ti faccio un esempio: oggi un Rom puo diventare Presidente della Repubblica Italiana? O Generale dell'Esercito Italiano? O Capo del Govemo? Se noi facciamo una riflessione su queste cose è chiaro che dobbiamo rispondere di no, dobbiamo negare questa possibilità ai Rom. Questo fa capire che le istituzioni sono in qualche modo contro la nostra minoranza etnica. Cio accade per cose importanti, ma anche nelle cose pratiche. Quando un Rom deve trovare un lavoro, trova molte piu difficoltà rispetto ad altri, perche c'e ancora lo stereotipo che avanza e in tanti secoli non c'e stata mai una chiarificazione. Siccome il termine rom è stato caricato nei secoli passati sempre di connotazioni estremamente negative, non c'e stato mai un periodo in cui tutto cio è stato abolito. Succede ancora oggi che la parola rom abbia un impatto fortemente negativo. Appartenere a questo gruppo etnico significa appartenere ad un clan di malavitosi, pronti a colpire. C'é diffidenza da parte del datore di lavoro e lo stesso rom per trovare lavoro deve nascondere le proprie origini, la propria identità. Ci sono anche dei casi in cui cio non si verifica grazie a persone intelligenti, ma purtroppo questa non è la norma, è l'eccezione. Dovrebbe accadere il contrario: gli zingari possono trovare lavoro tranquillamente e l'eccezione dovrebbe essere il rom che si comporta male. Ho superato le mie difficoltà come Rom grazie alla mia famiglia e sicuramente grazie anche alle mie capacità. Sono uno dei pochissimi Rom ad essere arrivato all'Università, ho avuto la forza di superare tante difficoltà con tenacia. Questo è dovuto non solo a me, ma anche all'ambiente in cui vivo, alla mia famiglia, che tu ben conosci, quindi alla serenità, alla tranquillità del mio nucleo familiare, ai valori, al fatto di avere cinque sorelle piu grandi di me, che sono vissute in mia fimzione. L'unico figlio maschio e l'ultimo nato sono stati dei fattori determinanti per tante cose, perché sono vissuti tutti in mia funzione, in una realtà dove il ruolo del maschio è importante, soprattutto se più piccolo, quindi più coccolato. Tutto questo mi ha creato una protezione morale, psicologica non indifferente, che mi ha aiutato moltissimo nei momenti di difficoltà, nel corso della mia vita.

8) Secondo te c'e futuro per una convivenza serena, scevra da preguidizi e di ostilità tra i nostri popoli di appartenenza?

--Sicuramente è la speranza la convinzione di chi come me opera in questa direzione. Guai se non fossi convinto di ciò, però sono anche cosciente delle difficoltà e che passera ancora tanto tempo prima che la parola Rom diventi di uso comune e che sia sinomino di essere umano, di una persona appartenente ad una minoranza etnica con una tradizione millenaria e non zingaro come oggi si definisce la nostra popolazione nell'eccezione negativa. Io credo in questi valori e per far questo mi muovo in due direzioni: cercare di formare il piu possibile l'opinione pubblica maggioritaria attraverso tutto quello che faccio dalle pubblicazioni ai concerti, alla musica al concorso intemazionale "Amico Rom", valorizzando la mia cultura. Dall'altra parte dall'intemo cercando di educare gli stessi Rom, non a caso stiamo cercando di far prendere la licenza media a tutte le mie sorelle e ho due nipoti che vanno all'università. È importantissimo per noi raggiungere un livello culturale alto, avere gli strumenti per difendersi ancora meglio; pero non tutti la pensano in questo modo, molti Rom sono vittime della repressione esterna, quindi gli stessi zingari sono portati a vergognarsi di essere Rom. La repressione o ti annulla fisicamente o ti annulla a livello d'identità e l'assimilazione é la vera discriminazione.

9) Mi chiarisci il concetto di puro ed impuro molto importante per comprendere appieno la cultura Rom?

--Il concetto di puro-impuro è molto importante perché la società zingara e pre-industriale, semplice, contrapposta ad una società odierna complessa, industriale con un concetto di stato, che nei Rom non esiste. La società zingara è ancorata a questi valori pre-industriali, essendo gli zingari provenienti dall'India, dove il concetto di puro-impuro è molto importante. I Rom non hanno mai avuto molto tempo per riflettere sull'uomo, non hanno mai potuto sviluppare una filosofia di vita che non fosse quella razionale. Questo è il mondo diviso, a livello inconscio da parte dei Rom: puro non significa soltanto il bello, l'onesto, tutto cio che della vita è positivo, ma riflette l'onorabilità; è impuro tutto cio che non da' onore alla famiglia zingara: l'adulterio, i rapporti non naturali, una donna anziana che fa figli, i rapporti incestuosi. È una forma di conservazione del gruppo etnico attraverso i tabu serve proprio alla conservazione: evitare rapporti all'interno del gruppo, ma anche all'esterno, e una forma di controllo sociale. Il divorzio non è contemplato proprio per la conservazione dell'etnia, tutto cio che è una minaccia per l'etnia è impuro. La morte intesa come conflitto è negativa ,e impura, la vita e pura.

10) Mi Spieghi il concetto basilare della tua cultura: la visione orizzontale in contrasto con quella verticale della mia cultura?

--La visione orizzontale è tipica di una società pre-industriale o primitiva o semplice, dove il rapporto è basato sullo scambio, sul dare-avere e ricambiare, quindi sulle relazioni umane, mentre la società di tipo verticale, come puo essere uno Stato o un'amministrazione, è basata sulla politica, sul rapporto gerarchico: li dove c'e una minoranza che governa una maggioranza, abbiamo la verticalità. La visione orizzontale è ben spiegata nella differenza dell'habitat fra i Rom ed i Gage. Cosa hanno sviluppato da sempre i Gage dal punto di vista abitativo? Il muro, il palazzo. In passato chi possedeva un palazzo grande era molto piu importante. L'importanza di una persona era collegata all'edificio, alla dimora, ancora oggi è cosi: un esempio può essere costituito dall'emblema dell'imperialismo americano, il grattacielo, la massima espressione di potenza americana che si vuole imporre al mondo. La verticalità impone il muro ed allo stesso tempo la frontiera, la proprietà privata. I Rom hanno contrapposto dal punto di vista abitativo, la casa tenda, la casa mobile, che poi si è tramutata nel carrozzone, la casa che va in orizzontale. Nella società Rom i rapporti non sono così gerarchici, fatta eccezione per il rispetto per il vecchio.Il Rom più povero è sempre a contatto con quello più ricco e viceversa. Queste sono differenze enormi tra le nostre due culture. La verticalità prevede anche una gerarchia, una scala sociale, un'ascesa sociale, cosa che ai Rom non interessa. Il Rom vive per la famiglia. Il gagio vive per la carriera, per l'ascesa sociale; molto spesso il fine del Rom e della romnia è la famiglia stessa, vivono per essa e vanno avanti con poco.

11) Tu e tua moglie siete un bellissimo esempio di due culture che si incontrano e camminano intrecciandosi quotidianamente: quante e quali difficoltà avete incontrato nel corso della vostra vita insieme nei confronti delle vostre culture, tradizioni e famiglie?

--Grazie per il complimento. Siamo l'esempio vivente di due culture che si incontrano e si scontrano ogni giorno, che devono per forza incontrarsi nel rispetto reciproco: se non fosse cosi, una dominerebbe l'altra, non si avrebbe un'integrazione ed una delle due soffrirebbe nel rinunciare alla propria identità, al proprio essere, alla propria psicologia. Questo tra due persone intelligenti non deve assolutamente avvenire. Io credo che l'amore sovrasti i limiti angusti della razza, con un sentimento profondo che coinvolge tutti gli esseri viventi. Partendo da cio le due culture si devono incontrare sul piano del dialogo, degli affetti, dei sentimenti e cercare di superare tutte le difficoltà, tutte le cose che possono corrodere e smussarle, ognuno deve essere pronto a donare all'altro parte di se stesso: con questo spirito si puo andare avanti, altrimenti la vita diventa una guerra quotidiana. Il rispetto è proprio questo: devo accettare dell'altro anche quegli aspetti che non mi piacciono.

12) Nell'educazione dei vostri figli quale cultura prevale? I vostri bambini sono oggetto di discriminazione, di preguidizi, di ostilità?

--La cultura che prevale nell'educazione dei nostri figli è quella di mia moglie: con l'apertura totale. È chiaro che i bambini assorbono la cultura dei Gage perché vivono tra loro a scuola, negli sports, ma a casa continua la loro cultura romanes. Loro sono la summa di queste due identità che devono essere armonizzate, sovrapposte e non contrapposte. Questo e fondamentale, devono star bene con i Gage, rispettando gli altri per quello che sono, per la loro mentalita e cercando di farsi rispettare, essendo orgogliosi delle proprie tradizioni. Questo è il tipo di indirizzo e di educazione che stiamo cercando di dare ai nostri figli. Il mestiere di genitore è molto difficile, ma sono orgogliosissimo dei miei figli. Gennaro, che ha sette anni, suona benissimo il violino: ciò ti fa capire che la tradizione Rom sta continuando. Io suono in un certo modo e non è una casualità che il bambino ha dimostrato precocemente queste qualità musicali,che sono inerenti al dna. Qualche volta il bambino è stato oggetto di discriminazioni a scuola, dove è stato chiamato "zingarello". Lo stereotipo è duro a morire, molto spesso i bambini Gage vengono educati al timore del rom "attenzione che lo zingaro ti puo rapire, ti fa del male". Tutto ciò che è rom è negativo ed i bambini assorbono questi insegnamenti ed al momento opportuno li evidenziano. Gennaro mi raccontava giorni fa che un altro bambino lo ha chiamato zingaro, mentre giocavano a calcio. Lui è rimasto male, già perché me lo ha raccontato, poi affermando: "ma io non sono uno zingaro, sono un Rom", il bambino ha capito di non essere zingaro ed è orgoglioso di essere Rom. Appartenere ad una minoranza etnica non è vergognoso.Il gagio è un ignorante, che non conosce queste distinzioni fondamentali.

 

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